LA CONFERENZA DI P. EMILIO MARTINEZ


Il Carisma teresiano, fonte per il fedele cristiano


Di P. Emilio Martinez
vicario generale dell'Ocd


A destra p. Emilio Martinez ocd
Un carisma non è proprietà di un gruppo nella Chiesa, bensì della Chiesa stessa. Noi i Carmelitani Scalzi, Suore, Frati e Laici condividiamo un stesso carisma, il carisma teresiano, e siamo chiamati a viverlo ognuno secondo il nostro proprio stato (Cfr. Cost. OCDS, 1).
Partecipanti dello zelo apostolico di Santa Teresa e portati a penetrarlo nella nostra orazione e nella nostra vita, dobbiamo offrirlo a tutti i fedeli cristiani come una strada sicura di vita evangelica (Cfr. Cost. OCDS,7 d).
Così l'affermano esplicitamente le Costituzioni dell'Ordine Secolare:  "Il Secolare Carmelitano è chiamato a vivere e testimoniare il carisma del Carmelo Teresiano nella Chiesa particolare, porzione del Popolo di Dio, nella quale si fa presente e agisce la Chiesa di Cristo (Cost. OCDS,27)". Più avanti, si regge ancora:  " Nel suo impegno apostolico porterà la ricchezza della sua spiritualità con le sfumature che comportano i vari campi dell’evangelizzazione ( Cost. OCDS, 28.)".
La necessità di testimoniarlo, come parte essenziale della nostra vocazione, c'obbliga a conoscerlo ed a sapere in che modo è vantaggioso per la vita di tutti i fedeli. Hanno valore le linee che seguono come[1] un primo avvicinamento al compito di riscoprire giorno per giorno l'ispirazione dello Spirito che configurò l'impulso di Santa Teresa, col fine di condividerlo con la Chiesa.

Un carisma vivo


Perché continua a essere così  attuale il carisma teresiano? o, semplicemente: come può illuminare oggi la nostra vita cristiana?
Sono trascorsi  già quasi cinque secoli da quando Teresa venne al mondo;  tutti  pieni di avvenimenti che hanno continuato a cambiare in modo vertiginoso il volto della società, ma, indubbiamente, la Chiesa ed il mondo continuano ad avere bisogno di parole di vita e di verità.  Continuano ad avere bisogno di chi indichi la fonte di acqua viva e il cammino che conduce ad essa, e che riempia quello di orme, segni …   Cercano, senza dubbio avvisi e consigli spirituali, come indica il provvisorio titolo del Cammino di Perfezione. La parola di Teresa segnala, mette sul cammino.[2]
Il carisma teresiano c'offre un cammino di  autenticità, di liberazione, di abbandono che c'avvicina sempre di più alla fonte originale della vita.
Teresa si propone di accompagnarci alla fonte di acqua viva affinché la scopriamo dentro di noi ed accompagniamo gli altri. Invita, cioè ad un'esperienza personale che ridonda in bene per gli altri. Per quel motivo, di modo particolare il Cammino di  Perfezione è stato chiamato manuale di vita cristiana, perché accompagna a fare un'esperienza di Gesù resuscitato che crea comunità missionaria-apostolica. In qualunque ambito, ovviamente, religioso o secolare.

Quando preghi, entra nella tua camera...e cerca lo Sposo

Quando S. Teresa parlava di S. Giovanni della Croce, lo definiva “un uomo celestiale e divino”. Ne parla così in una lettera del 1758, scritta ad Anna di Gesù, priora del Carmelo di Beas scrivendo di non aver trovato “in tutta la Castiglia un altro come lui, capace di comunicare tanto fervore per la via del cielo”. Un esempio in questa strofa del Cantico spirituale che è un invito a meditare la pagina del Vangelo odierno (Matteo 6,1-6.16-18)

San Giovanni della Croce
carmelitano scalzo, dottore della Chiesa
dal Cantico spirituale, seconda versione, strofa 1,6-7

 L'anima chiede allo Sposo: “Dove ti sei nascosto?”... Rispondiamo   alla sua domanda mostrandole il luogo preciso dove si nasconde, il luogo  dove ella lo troverà certamente, e con quanta perfezione e dolcezza   possibili in questa vita. Da quel momento, ella non vagherà più invano dietro ad estranei (cfr Ct 3,2).

Riteniamolo bene, il Verbo, il  Figlio di Dio, risiede per essenza e per presenza, in compagnia del Padre e  dello Spirito Santo, nell'essenza stessa dell'anima, e vi è nascosto.

L'anima che aspira a trovarlo deve dunque uscire ... dal creato; deve entrare in se stessa e restarvi in un raccoglimento così profondo che tutte le creature per lei scompaiano. “Signore – diceva Sant'Agostino rivolto a  Dio nei soliloqui – non ti trovavo fuori di me, perché male ti cercavo: ti  cercavo fuori, e tu eri dentro”.

Dio è dunque nascosto nell'anima nostra  ed è là che il vero contemplativo deve cercarlo, dicendo: “Dove ti sei  nascosto?”
Ebbene, anima, la più bella fra le creature di Dio, tu che desideri così ardentemente sapere dove si trova il tuo Amato per cercarlo ed unirti a lui, ecco che ti viene detto: tu stessa sei la dimora  dove egli abita, il ritiro dove si nasconde. Che gioia, che consolazione per te! Il tuo tesoro, l'oggetto della tua speranza, è così vicino a te che   è addirittura in te, o, per meglio dire, tu non potresti esistere senza di  lui.

Ascolta lo Sposo stesso che ti dice: “Il regno di Dio è in mezzo a  voi” (Lc 17,21). E l'apostolo Paolo, suo servo, ci dice da parte sua: “Voi  siete il tempio di Dio” (2Cor 6,16).

Un pensiero di Teresa

LA FESTA DEI GRUPPI DI ORAZIONE TERESIANA


Uno dei possibili modi di  essere testimoni di Dio con gli strumenti che ci offre la spiritualità carmelitana è certamente l’orazione. Esistono nel mondo da circa 25 anni i Gruppi di Orazione Teresiana che hanno il proprio fulcro organizzativo in Spagna. Sabato 30 giugno, ad Avila tutti i GOT della Spagna e del Portogallo coordinati da Oscar Moral Castillo si riuniranno per celebrare questo anniversario, pregando nello stile di Teresa di Gesù. Sarà un giorno in cui i gruppi pregheranno nei luoghi teresiani, parteciperanno a una celebrazione solenne nel luogo in cui nacque Teresa.
Accompagniamoli anche noi con la nostra preghiera augurandoci che la loro presenza nel mondo aiuti le persone a incontrare Gesù in una preghiera sempre più personale e spontanea.

Voglio lasciarmi guidare da Gesù ad occhi chiusi.

Affido a Lui tutta la mia barchetta

e sono certa che non solo non mi lascerà naufragare,

ma la guiderà a gonfie vele verso la meta: la santità, il cielo.
B. Maria Candida dell’Eucaristia ocd – memoria liturgica 12 giugno




CON IL PAPA, DAVANTI A GESU'





«Il buon Gesù,... visto che era necessario farci
guardare al suo amore per risvegliarci, e non
una volta sola, ma ogni giorno, prese la decisione
di restare con noi. E poiché era cosa di assai
grande importanza e gravità, volle che venisse
dalle mani del suo eterno Padre».
(Teresa di Gesù, Cammino di perfezione 33,2)

"Nel momento dell’adorazione, noi siamo tutti sullo stesso piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell’Amore. (…)  Stare tutti in silenzio prolungato davanti al Signore presente nel suo Sacramento, è una delle esperienze più autentiche del nostro essere Chiesa, che si accompagna in modo complementare con quella di celebrare l’Eucaristia, ascoltando la Parola di Dio, cantando, accostandosi insieme alla mensa del Pane di vita.
 Comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale. Invece, nella vera comunione, preparata dal colloquio della preghiera e della vita, noi possiamo dire al Signore parole di confidenza, come quelle risuonate poco fa nel Salmo responsoriale: «Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: / tu hai spezzato le mie catene. / A te offrirò un sacrificio di ringraziamento / e invocherò il nome del Signore» (Sal 115,16-17)".
Benedetto XVI, dall'omelia della S. Messa del Corpus Domini

LASCIAMO CHE DIO SI PRENDA CURA DI NOI

Un libro ("Lascerai tuo padre e tua madre", di Mimmo e Cinzia Armiento, Edizioni Porziuncola) dono di un'amica e poi il confronto tra noi su alcune pagine. Alla fine il testo è entrato a far parte del cammino del nostro gruppo, perché pieno di stimoli, risposte e esempi di come vivere nella libertà di figli di Dio.   Che cosa  c'entra tutto questo con il nostro percorso formativo nel Carmelo?  "Senza la fede si fugge la realtà. Senza la fede non c'è nessuna incarnazione. Non si può essere uomini con i piedi ben piantati in terra, se non si ha lo sguardo alzato rivolto a Gesù", si legge nel testo e nel cuore torna quel "Fissiamo lo sguardo su di Lui" che la santa madre non si stanca di ripetere in ogni  suo scritto.  Nel libro delle Fondazioni, che stiamo leggendo in preparazione del V centenario della nascita di Teresa di Gesù, la nostra fondatrice ci fa comprendere come i nostri piani, anche nel bene, anche nel desiderio di servire Dio, possono essere diversi da quello che Dio si aspetta da noi. Tutto è opera di Dio, perché in tutto il nostro cammino non smette mai di prendersi cura di noi, spiana le strade, trasforma le difficoltà in possibilità. Fragili nel corpo e nella psiche, possiamo attraversare momenti di scoraggiamento, ma se teniamo lo sguardo rivolto a Lui, ci accorgiamo del suo aiuto, possiamo richiederlo, possiamo "costringerlo a prendersi cura di noi" (è uno dei passi del libro di Armiento).   
Teresa di Gesù ha raccontato l'esperienza di sentirsi amata e di essere riempita dei doni della Misericordia di Dio. Mimmo e Cinzia hanno vissuto la stessa esperienza dell'Amore di Dio, nella consacrazione del Matrimonio, nella società distratta e secolarizzata dei giorni nostri. E' come leggere un racconto che prosegue nei millenni, dalla Bibbia alla vita dei santi, dalla vita dei santi alla vita di ciascuno di noi (che il Signore vuole santi, come e dove Lui vuole).

L'IMPORTANZA DI UNA FAMIGLIA SANTA


"L’aver genitori virtuosi e timorati di Dio, unitamente a tutto il favore che il Signore mi concedeva, mi sarebbe bastato per crescere buona, s’io non fossi stata tanto spregevole. Mio padre amava leggere buoni libri e ne teneva diversi in lingua volgare perché anche i suoi figli li leggessero. A causa di queste letture e della cura che mia madre aveva di farci pregare e di renderci devoti di Nostra Signora e di alcuni santi, cominciò a destarsi in me la pietà, credo all’età di sei o sette anni. Mi era di aiuto il vedere che i miei genitori non favorivano che la virtù; di virtù essi ne avevano molte. Mio padre era un uomo di grande carità verso i poveri e di grande umanità verso i malati e anche verso i servi; tanta, che non si poté mai ottenere ch’egli tenesse degli schiavi perché ne aveva una grande pietà. E quando una volta ebbe a trovarsi in casa nostra una schiava di suo fratello, la trattava affettuosamente come i suoi propri figli; diceva che gli era di una pena intollerabile il fatto che non fosse libera. Era molto sincero. Nessuno lo udì mai imprecare o mormorare. E fu sempre molto onesto.

   Anche mia madre aveva molte virtù, e trascorse la sua vita in gravi malattie. Grandissima la sua onestà; benché fosse di singolare bellezza, non diede mai occasione di pensare che vi facesse caso. Infatti, pur morendo a soli trentatré anni, già il suo modo di vestire era come quello di una persona attempata. Molto dolce e di notevole intelligenza. Soffrì molto nel corso della sua vita. Morì da vera cristiana" (Teresa di Gesù Vita 1,1).

Le parole che aprono il primo capitolo del Libro della Vita in cui Teresa scrive di sè, per obbedienza, raccontando le proprie origini, la propria vocazione e il proprio cammino spirtituale, sono dedicate ai suoi genitori "virtuosi e timorati di Dio", testimoni di Dio per i figli che il Signore volle loro donare.
Le abbiamo scelte per accompagnare questo week end dedicato alle famiglie. Augurandoci che siate in molti a seguire in tv o sui giornali quanto avviene a Milano (potete seguirlo anche su questo blog collegandovi con le notizie del Vaticano) nel corso del VII incontro mondiale delle famiglie.

«Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie (…) ci consentirà di riflettere sul significato dell’uomo-donna, del matrimonio, della famiglia e della vita. Aspetti che – con il lavoro e riposo ( la festa), l’edificazione di una città giusta, la condivisione magnanima  perciò equilibrata delle fragilità, delle forme di emarginazione, del travaglio dell’immigrazione – descrivono l’esperienza comune di ogni uomo».
(Card. Angelo Scola, omelia di ingresso nella Diocesi di Milano, settembre 2011)

E noi come portiamo la nostra fede, e il carisma che ci aiuta a viverla, nella nostra famiglia?

I nostri figli o nipoti ci vedono virtuosi e timorati di Dio?

Proviamo a fare alla luce della Parola di Dio una revisione dei nostri "ruoli" di coniugi, di figli, di fratelli, di nipoti. Non costa nulla. Pensiamo, invece, a quante famiglie da ogni parte del mondo si sono riunite a Milano, affrontando un lungo viaggio, qualche disagio, e partecipiamo, così, come possiamo anche noi.

RIAMARE PERCHE' AMATI

"Sforziamoci di fare tutto il possibile della nostra parte e non ci perdiamo d'animo, che il nostro Amore ci metterà quello che ci manca".

Viviamo questo mese dedicato al Cuore di Gesù prendendo come modello una figlia di Teresa, vissuta solo 22 anni: Teresa Margherita Redi.

Il nome religioso di questa carmelitana scalza di Arezzo è Teresa Margherita del sacro Cuore di Gesù. Tutta la sua spiritualità è intrisa, infatti, da questo amore “con cui fin dall'eternità il Figlio ci ha amati e con il quale noi ora lo possiamo riamare in terra e in cielo". La giovane carmelitana ha subito chiaro il senso di questa devozione al Sacro Cuore - "riamare perché amata" – .
E’ lo spirito a cui desideriamo conformarci: non sterili preghiere, non devozionismo,  ma un desiderio di arrivare  “al centro”, di stringerci al Suo Cuore:

“V’imiterò in quelle virtù, che tanto piacciono al Vostro amabilissimo Cuore, e cioè l’umiltà, l mansuetudine, l’obbedienza e la purità d’intenzione nell’operare sia nell’interiorità che nell’esterno,
operando sempre con spirito di semplicità.
 E perché mi riesca più facile il divenire presto tutta vostra, mio Dio, sceglierò ogni mattina una virtù da imitare, impegnandomi a praticarla
Teresa Margherita del Cuore di Gesù
Statua del Sacro Cuore di Gesù (Chiesa di S. Teresa a Chiaia, Napoli)