I laici e la loro vocazione

Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di  Dio, e nella loro misura, resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.

Il carattere secolare é proprio e particolare ai laici. ... Per loro  vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli gli impieghi e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita
familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello  spirito evangelico, e in questo modo, a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e col fulgore della fede, della speranza e della carità…. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e al Redentore
. (Lumen Gentium, 31)

Il testo della conferenza del P. Generale


"La cosa più importante è custodire il nostro cuore, la nostra anima...Sono essi i luoghi vitali, le sorgenti di vita. Se queste inaridissero, allora davvero non ci sarebbe futuro per noi. E' lì che dobbiamo puntare lo sguardo per vedere che cosa racchiudono i nostri cuori. Sono certo che, in mezzo a tanti detriti e a tante inutili c'è un rivolo di acqua viva e fresca, capace di irrigare il nostro presente e di renderlo fecondo" (p. Saverio Cannistrà, Ocd) 
CLICCA SUL TITOLO DELLA CONFERENZA
 PER LEGGERE IL TESTO INTEGRALE

Auguri Lina! Auguri Ketty!

Ho visto che Dio gioisce di essere nostro padre, Dio gioisce di essere nostra madre, Dio gioisce di essere nostro vero sposo e di avere l’anima nostra come sposa prediletta. Cristo gioisce di essere nostro fratello, Gesù gioisce di esser nostro Salvatore… 
Giuliana di Norwich (Rivelazioni dell’amore divino, cap. 52 )

 E noi gioiamo di essere stati scelti da "Colui di cui sappiamo quanto ci ama"

Rosa rossa con scritta AuguriIl 20 febbraio 2010 le nostre sorelle Lina e Ketty hanno fatto la loro Promessa Definitiva nell'Ocds.
A Lina, membro del Consiglio di fraternità e dello staff formativo, e a Ketty, collaboratrice del notiziario soprattutto per quanto riguarda i temi della famiglia, gli auguri di tutta la fraternità, che, con loro, ringrazia il Signore per il dono di averci chiamato a percorrere insieme  questo tratto di strada verso Lui.

Come la principessa scoprì la vocazione al Carmelo...

Monastero di Parma
Sul Blog "Chiamati alla speranza", che ha un settore dedicato al Carmelo teresiano, è cominciata la pubblicazione mensile di un testo curato dalle carmelitane scalze del monastero di Parma.  Il  testo è pubblicato anche sul mensile Il Carmelo Oggi
Si tratta della vita di Caterina Farnese divenuta monaca di clausura, con il nome di suor Teresa Margherita dell'Incarnazione  Per leggere la prima parte di questa bellissima biografica clicca qui.
In precedenza era stata pubblicata, nel Settecento, un'opera a cura del confessore di Suor Teresa Margherita, il carmelitano scalzo Fra' Massimo della Purificazione ("Ragguaglio Istorico della nascita, vita e morte di Suor Teresa Margherita dell'Incarnazione").
Leggete "Caterina Farnese, principessa e carmelitana" perché è una bellissima testimonianza di come Dio, lavora e perfeziona un'anima.



 
 

I laici nella Vigna del Signore

Agli occhi illuminati dalla fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello di tantissimi fedeli laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle attività d’ogni giorno, spesso inosservati o addirittura incompresi, sconosciuti ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili che lavorano nella vigna del Signore, sono gli artefici umili e grandi - certo per la potenza della grazia di Dio - della crescita del regno di Dio nella storia.”
 (Christifideles Laici n. 17)

La liturgia e la formazione ocds

Agire liturgicamente significa diventare,
col sostegno della grazia,
sotto la guida della Chiesa,
vivente opera d’arte dinanzi a Dio
(R. Guardini)

La liturgia non dice io, bensì noi […]. La liturgia non è opera del singolo, bensì della totalità dei fedeli. Questa totalità non risulta soltanto dalla somma delle persone che si trovano in chiesa in un determinato momento, e non è neppure l’«assemblea» riunita. Essa si dilata oltre i limiti di uno spazio determinato e abbraccia tutti i credenti della terra intera. E travalica anche i limiti del tempo, in quanto la comunità che prega sulla terra si sente una cosa sola anche con i beati, che vivono nell’eternità.
Così scriveva Romano Guardini sacerdote, teologo e scrittore veronese,  in Lo spirito della liturgia.
Il blog dell'Ocds d'Italia ha pubblicato la sintesi della meditazione di P. Ladone, ocd, esperto liturgista, sull'importanza della liturgia nella formazione dell'ocds (clicca qui).
Per quanti volessero approfondire il tema della liturgia, al di là dei nostri incontri, suggeriamo due testi:
Romano Guardini, Lo spirito della Liturgia, Queriniana
Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della Liturgia, ed. San Paolo.

 

P. Ballestrero verso gli altari

Lo scorso 4 febbraio i vescovi piemontesi al termine della loro sessione di lavori hanno annunciato  «Con gioia, in modo plebiscitario, l’avvio dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione-canonizzazione del card. Anastasio Ballestrero e di Sr. Maria Carola del Cottolengo».

Vogliamo ricordare così la figura di questo carmelitano che seppe essere uomo di orazione anche quando fu chiamato a "governare" i vescovi e due diocesi.

Anastasio Ballestrero del SS. Rosario, carmelitano scalzo morto il 21 giugno del 1998, è stato un uomo che ha saputo affidarsi a Dio, percorrere la strada da Lui tracciata, senza mai titubanze, fedele in ogni circostanza alla propria vocazione al Carmelo, anche quando –per obbedienza alla Chiesa- lasciò la vita della comunità carmelitana per diventare presidente della Conferenza Episcopale Italiana (qualcuno lo vide piangere, all’annuncio della sua nomina, ma il suo amore e la sua fedeltà alla Chiesa, tipicamente carmelitani, gli fecero accettare l’incarico senza indugio).
Chi era padre Anastasio

Fraternità, luogo di condivisione

 Riproponiamo uno stralcio della conferenza del nostro P. Generale sulla natura e l'identità dell'OCDS, del maggio 2012 su cui vorremmo riflettere all'indomani dell'integrazione delle nostre Costituzioni.       

(...)
Non si può identificare la comunità dell’Ordine secolare con la comunità religiosa. Sono realtà differenti, sia dal punto di vista antropologico ed esperienziale, sia dal punto di vista teologico ed ecclesiologico. La comunità religiosa ha semmai il suo parallelo in altre comunità di vita, come la famiglia.
            La comunità dell’Ordine secolare ha caratteristiche e finalità diverse. Si riunisce con una periodicità non troppo frequente (una o due volte al mese). Ciò che la tiene unita è, mi sembra, più che una interazione costante tra i membri, il fatto di camminare insieme, o meglio nella stessa direzione, condividendo obiettivi e finalità, ciascuno nella particolare situazione di vita in cui si trova.
            Proprio questo elemento di “condivisione” diventa fondamentale per una comunità che non vive insieme, ma si ritrova periodicamente per riprendere forza e motivazione nel cammino. Siamo capaci di fare delle nostre comunità secolari degli autentici luoghi di condivisione e di revisione di vita? Se così fosse, esse non potrebbero non essere attraenti, perché mai come oggi si sente il bisogno di luoghi capaci di favorire la concentrazione e il discernimento in una società che tende invece alla dispersione e alla distrazione. Naturalmente, realizzare tali luoghi di condivisione implica un lavoro e un impegno, non esente da rischi. Si tratta di crescere nella fiducia e nella conoscenza reciproca, in modo che la parola possa essere  scambiata con libertà, senza timore di essere giudicati, fraintesi o addirittura traditi. Penso che una comunità debba interrogarsi seriamente se stia facendo questo cammino di maturazione e se il suo ruolo nella vita dei suoi membri sia effettivamente importante o solo marginale.

Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2014

Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà 

(cfr 2 Cor 8,9) 

Cari fratelli e sorelle, in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico? La grazia di Cristo Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…». 
Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).
 Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! E’ invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico. Non è questo l’amore di Cristo! Quando Gesù scende nelle acque del Giordano e si fa battezzare da Giovanni il Battista, non lo fa perché ha bisogno di penitenza, di conversione; lo fa per mettersi in mezzo alla gente, bisognosa di perdono, in mezzo a noi peccatori, e caricarsi del peso dei nostri peccati.

Il dono della Vita Consacrata


Festa della Presentazione del Signore

La Presentazione del Signore (2 febbraio) è la festa di Cristo «luce delle genti » e dell'incontro (« Ypapanti ») del Messia con il suo popolo nel Tempio di Gerusalemme.

Oggi, con Simeone e Anna, contempliamo il Bambino Divino, il Verbo fatto Carne, che viene portato al Tempio: il Tempio del nostro cuore.
   Questo Oggi, singolare in questo anno particolare, ci veda più fedeli, in una vita completamente donata a Dio (Vita Consecrata, 2) con la risposta di una dedizione totale ed esclusiva (Vita Consecrata, 17).
   Sia in questo Oggi il Fiat del nostro impegno di obbedienza al Vangelo, alla voce della Chiesa, alla nostra regola di vita.
   Con gioia confermiamo il nostro proposito di vivere con sobrietà e austerità, per vincere l'ansia del possesso mediante la grazia del dono, di servirci dei beni del mondo, per la causa del Vangelo e la promozione dell'uomo.
   Di custodire con amore la castità del corpo e la purezza della mente, di vivere con cuore indiviso per la Gloria di Dio e la salvezza dell'uomo.
   Ci accompagni in questo cammino Maria, la Vergine Madre, Tempio Santissimo di Dio; ci aiuti soprattutto nel momento della prova, Lei, che fu trapassata dalla spada dello Spirito, a serbare nel cuore ciò che aveva contemplato.
  Il gesto di obbedienza alla legge e di offerta, compiuto da Maria e Giuseppe che portano il bambino Gesù per offrirlo al Tempio, ispira la presenza in questa celebrazione di tanti consacrati e consacrate: essi rappresentano coloro che hanno scelto la via dei consigli evangelici nella ricca varietà dei carismi che rendono bella la Chiesa con i doni dello Spirito e preparata per svolgere la missione universale del Vangelo; essi inoltre sono qui per rinnovare gli impegni della loro consacrazione e missione. (dal sito del Vaticano)
 
RINGRAZIAMO  DIO PADRE PER IL DONO DELLA VITA CONSACRATA

Il Signore, Padre santo, nella Sua infinita bontà, chiama con la voce dello Spirito,
in ogni tempo uomini e donne, già consacrati a te nel Battesimo, perché siano nella Chiesa
segno della sequela radicale di Cristo, testimonianza viva del Vangelo, annunzio dei valori del Regno, profezia della Città ultima e nuova.

Per questo anche noi, oggi, preghiamo che sia Gloria e lode a te, Signore, per tutte le vocazioni che susciti nel mondo, per la nostra vocazione e, in special modo, per la speciale vocazione alla vita consacrata.

Grazie, Padre, per il dono di Cristo,
figlio della tua Ancella,
servo obbediente fino alla morte.
Con gioia confermiamo oggi il nostro impegno
di obbedienza al Vangelo,
alla voce della Chiesa, alla nostra regola di vita.
Ti glorifichiamo, Padre, e ti benediciamo,
perché in Gesù Cristo, nostro fratello,
ci hai dato l'esempio più alto del dono di sé:
egli, che era ricco,
per noi si fece povero,
proclamò beati i poveri in spirito
e aprì ai piccoli i tesori del Regno.

Grazie, Padre, per il dono di Cristo,
figlio dell'uomo, mite, umile, povero,
che non ha dove posare il capo.
Lieti confermiamo oggi il nostro impegno
di vivere con sobrietà ed austerità,
di vincere l'ansia del possesso con la gioia del dono,
di servirci dei beni del mondo
per la causa del Vangelo e la promozione dell'uomo.


Ti glorifichiamo, Padre, e ti benediciamo,
perché in Gesù Cristo, figlio della Vergine Madre,
ci hai dato il modello supremo dell'amore consacrato:
egli, Agnello senza macchia, visse amando te e i fratelli,
morì perdonando e aprendo le porte del Regno.
Grazie, Padre, per il dono di Cristo,
sposo vergine della vergine Chiesa.
Con gioia confermiamo oggi il nostro impegno
preso nel giorno della Promessa.





Tutta a lui mi sono data,
e in tal modo son cambiata,
che il mio Amato è sol per me,
ed io son per il mio Amato.
Quando il dolce Cacciatore
vibrò il dardo e mi colpì,
fra le braccia dell’amore
l’alma mia prigion finì,
e acquistando nuova vita
in tal modo s’è mutata,
che il mio Amato è sol per me,
ed io son per il mio Amato.
 Da una freccia fui ferita
che veleno avea d’amore:
restò l’alma, così, unita,
stretta in uno al suo Creatore;
io non voglio ormai altro amore,
poiché a Dio mi sono data,
e il mio Amato è sol per me,
com’io son per il mio Amato.
Teresa di Gesù (poesia 3)
 
Meditiamo con Paolo Curtaz
Nel passato, in questa giornata, erano benedette le candele che avrebbero illuminato le chiese durante tutto l'anno. In questa giornata le persone consacrate a Dio si affidano alla sua tenerezza. È lui la luce dei cuori che illumina le nostre tenebre. Aspetta, Simeone. Aspetta svuotato, forse rassegnato. Il fatto di salire al tempio per fare servizio, è, ormai, solo una stanca e ripetitiva devozione. Come molte persone anziane che incontro nel mio ministero, il vecchio Simeone trasuda disincanto e stanchezza interiore. Eppure è lui l'unico ad accorgersi di ciò che accade, l'unico, tra la gente che affolla il tempio, che vede dietro quella coppia di spaesati paesani il mistero di un Dio che si allea con gli uomini e li salva. E tutto diventa luce.