Il nostro ricordo di p. Raffaele, ocd

Brindisi: morto padre Raffaele Amendolagine


Eravamo arrivati a Roma, da poco. Era il 16 maggio 2015 e l'indomani ci sarebbe stata la canonizzazione della piccola araba e facemmo tappa in via XX settembre, dov'è la Chiesa di Santa Maria della Vittoria. Avevano da poco cominciato il restauro della scultura del Bernini, l'Estasi di S. Teresa d'Avila. All'ingresso della Chiesa, costruita dai Carmelitani scalzi nella prima metà del Seicento, la statua di santa Teresina... Il tempo di confessarci, di respirare l'aria del Carmelo a noi tanto familiare, di raccogliere qualche opuscolo sulla vita dei coniugi Ulisse e Lelia, in cammino verso la canonizzazione, che in fondo alla chiesa scorgemmo lui, p. Raffaele Amendolagine, carmelitano scalzo, figlio di quegli sposi, esempio di santità, di cui non si stancava mai di raccontarne l'esemplarità. Lo fece anche con noi, che timidamente lo avvicinammo; lo fece con garbo e con gli occhi che gli brillavano, distribuendo gli opuscoli sulla vita di Lelia e Ulisse Amendolagine. 
Vogliamo ricordarlo così. 
P. Raffaele, 86 anni, da 62 sacerdote è volato in cielo, ieri 30 marzo alle 13. Era ricoverato all'ospedale Pertini di Roma, per effettuare la riabilitazione post operatoria, dopo l'intervento al femore (fratturato lo scorso 19 marzo). Romano di nascita, p. Raffaele ha fatto una breve tappa anche nella nostra Provincia Napoletana, a Jaddico.
Si deve a lui, grande comunicatore (su Facebook e twitter ha inviato le sue meditazioni sul Vangelo del giorno, intrecciandole coi pensieri di Santa Teresina fino al 27 marzo scorso) la creazione del mensile "Ventissette", ispirato al giorno in cui Maria apparve nella contrada brindisina e anche il commento alle scene evangeliche rappresentate nelle vetrate del santuario (clicca qui).
Ieri la notizia della sua morte ci ha colpito. Un'altra brutta notizia in questo periodo così cupo, ma riflettendoci non bisogna essere tristi: si è rotta la tela e ha finalmente visto il Volto dello Sposo, ha riabbracciato i suoi genitori e ci protegge da lassù.


Ste. DeB.


Il P. Generale ci invita a riflettere sul nostro essere secolari

Anche quest'anno la lettera del Padre Generale all'Ordine Secolare è ricca di spunti 
Padre Saverio Cannistrà  esordisce con l'augurio caro a Teresa "Gesù e la grazia dello Spirito Santo sia con voi" e ricordando anche una frase di S. Henry J. Newman "Per vivere è necessario cambiare ed essere perfetto significa aver cambiato molte volte"  ci invita,  a fare del "cambiamento" il nostro punto di forza, sottolineando l'importanza di una presenza laicale sempre più autonoma ed attiva, nell'Ordine e nella Chiesa. Ora che le nostre riunioni sono sospese non deve mancare l'impegno alla meditazione, la condivisione di queste importanti riflessioni e spunti di crescita che ci propone p. Saverio. 
Importante il punto in cui il p. generale ricorda che esistono ancora nell'ocds dei malintesi per cui molti pensano che basta andare agli incontri della comunità, per qualche pratica di devozione, riflessione o conferenza, per essere in regola con l'impegno preso; ma ciò non è vero senza un concreto servizio nelle attività dell'Ordine o della Chiesa in cui ci si trova.  
C'è ancora un lungo tratto di strada da fare, ma non bisogna scoraggiarci. Oggi come Teresa, Teresina, Edih Stein siamo chiamati a metterci davanti a Dio per tutti, poi quando tutte le nostre attività ricominceranno bisognerà fare il punto insieme del nostro cammino. Intanto riflettiamo sul testo della lettera (scarica qui)  di p. Saverio

Uniti a Cristo in questa pandemia


«Il mondo è in fiamme», scrive Teresa nel primo capitolo del suo Cammino di perfezione. E il mondo, aggiunge, ha bisogno di amici forti (amigos fuertes).
Come Teresa, figli della Chiesa, accogliamo l'invito a pregare perché questa è la caratteristica del Carmelo teresiano, mettendoci davanti a Dio per tutti


"Da qui l’esortazione di Teresa a pregare. La preghiera è, secondo lei, «un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con colui dal quale sappiamo d’essere amati». Bisogna pregare perché la preghiera è il momento centrale della creazione religiosa di cui Gesù è il maestro. Pregare perché la preghiera è la lingua dell’amicizia, come il silenzio è quella di Dio.(Christiane Rancé)"








E allora uniamoci idealmente e soprattutto spiritualmente, secondo questo schema distribuito dalla Conferenza episcopale italiana. 
Illustriamo questo post con le immagini di una bellissima cerimonia di affidamento del mondo a Cristo, tenutasi in Brasile (fotografie significative ed emozionanti inviateci da p. Alzinir Debastiani ocd).

Restiamo uniti a Cristo 
Redentore del mondo
che veglia su ciascuno di noi



PREGHIERA DI AFFIDAMENTO: video del Papa





Lettera dal Carmelo di Crotone

Carissimi amici,
all’inizio del cammino quaresimale il Sacerdote ci ha imposto le ceneri ricordandoci che “polvere sei e in polvere tornerai”. Mai come in questi giorni sperimentiamo la verità di queste parole. Il Coronavirus ci ha fatto toccare con mano la nostra fragilità: tutti, poveri o ricchi, politici o atleti, abbiamo un nemico che ci sta attaccando ma non lo vediamo e non sappiamo come difenderci. Le misure adottate ci costringono a vivere nelle nostre case, una “clausura” forzata, dettata dall’impegno di difendere la salute di tutti ed evitare che il nemico continui a colpire.
Oggi, III domenica di Quaresima, abbiamo celebrato la S. Messa senza la partecipazione dei fedeli. Il pensiero va anche ai tanti amici vicini o lontani che non frequentano abitualmente la nostra Chiesa: volti e nomi che custodiamo nel cuore. Non sarete fisicamente presenti ma nessuno potrà strapparvi dal nostro cuore e dalla nostra preghiera. E’ stata una scelta dolorosa rispettare le norme, ma necessaria, che ci invita ad abitare il nostro cuore, a diffondere il virus della tenerezza e della solidarietà con chi vive con noi. Dobbiamo rispettare le distanze, sì, ma possiamo comunicare molto con il sorriso, un gesto di carità e di attenzione a cui forse ci eravamo disabituati. E allora questo tempo diventa un’opportunità per riflettere: a quante cose abbiamo dovuto rinunciare?
Quanti programmi e progetti sfumati! eppure la vita va avanti e la primavera, con le gemme che già spuntano sugli alberi è premessa di una nuova stagione. Il sole che sorge ogni giorno “sui buoni e sui cattivi”, le rondini che tornano a popolare il cielo, i prati che rinverdiscono – e ahimé attendono la pioggia – ci invitano a guardare il cielo e a continuare a sperare. S. Paolo ci rassicura: “la speranza non delude”.
Nel chiuso delle nostre case pensiamo a tanti fratelli privati della libertà a causa del virus delle guerre, delle malattie, della fame, ai profughi e ai poveri della terra, dei quali forse ci siamo dimenticati, troppo assorbiti da un ritmo incalzante che ci impediva di prenderci cura di chi è nel bisogno.
Ieri, sabato, ogni sorella ha offerto il Santo Rosario, una corona dopo l’altra davanti al Tabernacolo, per invocare la protezione della Madre di Dio e Madre nostra: lei è Madre di tutti noi e veglia sul nostro cammino.
Il Vangelo di Giovanni ci farà incontrare Gesù seduto presso un pozzo che chiede ad una donna samaritana “dammi da bere”. Sant’Agostino commenta: Gesù domanda da bere e promette di dissetare. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere e abbonda come chi è in grado di saziare. “Se tu conoscessi il dono di Dio”: dono di Dio è la nostra vita e la vita di ciascuna creatura. E ancora Gesù ci dice “viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”. In questi giorni di isolamento diamo più spazio al rapporto con Dio e allora il nemico è sconfitto perché il dono è immensamente più grande e più vero. L’amore ci farà vincere ogni paura: è questo il nostro augurio e la nostra preghiera per ciascuno di voi.
In comunione di preghiera e di amicizia, col vivo desiderio di rivedervi presto
Suor Anna e sorelle
Carmelo di Crotone, 15 marzo 2020

Da p. Enzo Caiffa un messaggio di speranza


Preghiera per la comunione spirituale

Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell' anima mia.
Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio
e per i bisogni della Santa Chiesa.

Io, tu come la Samaritana



Oggi è la terza domenica di quaresima, in un periodo difficile, in cui anche le nostre chiese devono restare chiuse. La comunione si può fare solo spiritualmente e ci sentiamo anche noi, assetati, desiderosi di giungere al Pozzo per chiedere a Gesù: Signore dammi da bene l'acqua viva.
Nel testo del Vangelo di questa domenica (il brano evangelico preferito dalla nostra Teresa) abbiamo la grazia di vedere e di ascoltare un Gesù che ci parla come parlò oltre duemila anni fa alla donna di Samaria che andava ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe.

Ci vede e ci dice:
 ” Dammi da bere…” perché  ha sete di me, di te e del cuore di ognuno.

Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è Colui che ti domanda…” Qual è questo dono? Come conoscere il dono? La vita è dono, la vita che proviene dal Padre è dono. Gesù è dono. E ora che anche la cosa più naturale come andare a Messa e cibarsi di Lui ci è negato, questo dono ci appare più prezioso che mai.

 “Io sono l'acqua viva…Con l’acqua che io ti do, non avrai più sete in eterno.” Una sola è la sete  che solo Lui  può  saziare. Gesù conosce bere l’acqua fresca da donarci. 

 "..Adorerai il Padre in spirito e verità…” E' l'acqua viva  che apre a tutti porte e finestre alla ricerca della verità e del Dio misericordioso…
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