E ora scrive Teresa!

Il sito dedicato al V centenario di Teresa di Gesù, quest'anno riserva la sezione delle lettere non più ai figli di Teresa che desiderano dare una loro testimonianza, ma all'epistolario di Teresa d'Avila che è tra le letture indicate quest'anno.
S'inizia con la lettera con cui la santa Madre scrive alla sorella Giovanna, allegandole la lettera del fratello, Don Lorenzo de Cepeda, che dall'America annuncia alle sorelle l'intenzione di far ritorno dall'America. Quando scrive Teresa è a Toledo (19 ottobre 1569).
 Anche in questo caso si riconosce  la Teresa che abbiamo imparato a frequentare con i suoi libri: una donna affettuosa, gioiosa, che non smette mai di far "partecipare Dio" nelle sue vicende.
Persino nella lettera indirizzata alla sorella scrive, pregando 
O Gesù, per quanti motivi vi debbo io essere riconoscente! E come poco vi servo! Non vi è per me contento più grande che vedere i miei amatissimi fratelli illuminati dalla vostra luce seguire la via della perfezione

Teresa in musica

La Poesia che  fa da accompagnamento al periodo di preparazione celebrazione delV Centenario della nascita di Teresa de Ahumada di Avila "Tua sono, per Te sono nata, Dimi che vuoi da me, dimmi Signore" è stata musicata in vari modi. Eccone uno che possiamo trovare collegandoci con YOUTUBE

L'Amore crocifisso

L'Amore donato esige Sacrificio. S. Giovanni della Croce
Il crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; ci parla di un Amore che sconfigge il male e il peccato”.

E’ il messaggio lanciato in rete con "Twitter"oggi da Papa Francesco dal suo account @Pontifex, seguito da quasi 10 milioni di persone di nove Paesi del mondo.

Carmelitani nel mondo

Sei componenti della fraternità nel giorno della Promessa, 
L'anno di formazione, cominciato con una riflessione sulla nostra vocazione, sta proseguendo con il tema "So in chi ho riposto la mia mia fiducia", alla luce del Magistero della Chiesa (Porta Fidei e Lumen Fidei) e delle testimonianza delle figure che hanno incarnato le verità del Vangelo con l'ausilio della spiritualità teresiana. Nella condivisione che segue l'esposizione dell'incaricata alla formazione, cercheremo di scoprire insieme come imparare a vivere,  il primato di Dio nella nostra vita portandolo nelle nostre famiglia, nelle amicizie, nell'abiente di lavoro. E' la nostra vita e missione di figli di Dio e di Teresa.
La formazione alla promessa definitiva ha come obiettivo generale il rafforzamento del senso di appartenenza all'Ordine e alla Chiesa e della consapevolezza di rappresentare l'identità carmelitana nel mondo; la comprensione della spiritualità carmelitana come ricerca "della misteriosa unione con Dio"; lo spirito di accoglienza e condivisione che si esercita nella fraternità e di qui nei rapporti che abbiamo nel nostro quotidiano.

La mamma di p. Alzinir è tornata alla Fonte eterna

La nostra fraternità è vicina con affetto a p. Alzinir Debastiani, il nostro Delegato Generale, che ieri mattina  ha perso la mamma, tornata al Cielo a 93 anni. E per sentirci ancora più vicini a tuti quelli che perdono una persona cara, vogliamo ricordare alcuni stralci della bellissima omelia che Benedetto XVI pronunciò in occasione della messa di suffragio per la morte di Manuela, una delle memores Domini della famiglia pontificia.

"Noi uomini, con la nostra memoria, possiamo purtroppo conservare solo un’ombra delle persone che abbiamo amato. Ma la memoria di Dio non conserva solo ombre, è origine di vita: qui i morti vivono, nella sua vita e con la sua vita sono entrati nella memoria di Dio, che è vita. Questo ci dice oggi il Signore: Tu sei iscritto nel nome di Dio, tu vivi in Dio con la vita vera, vivi dalla fonte vera della vita.Così, in questo momento di tristezza, siamo consolati. E la liturgia rinnovata dopo il Concilio, osa insegnarci a cantare “Alleluia” anche nella Messa per i Defunti. È audace questo! Noi sentiamo soprattutto il dolore della perdita, sentiamo soprattutto l’assenza, il passato, ma la liturgia sa che noi siamo nello stesso Corpo di Cristo e viviamo a partire dalla memoria di Dio, che è memoria nostra. In questo intreccio della sua memoria e della nostra memoria siamo insieme, siamo viventi. Preghiamo il Signore che sempre più possiamo sentire questa comunione di memoria, che la nostra memoria di Dio in Cristo diventi sempre più viva, e così possiamo sentire che la nostra vera vita è in Lui e in Lui restiamo tutti uniti. In questo senso, cantiamo “Alleluia”, sicuri che il Signore è la vita e il suo amore non finisce mai. Amen".  Benedetto XVI

La Lezione di Maria



Dal corso di formazione a Montecompatri per i membri dei Consigli delle Fraternità OCDS toscane e romane ("Commissariato Commissariato OCD “San Giuseppe” del Centro Italia) 

L'intervento del Delegato Generale  P. Alzinir Debastiani ocd ci aiuta a comprendere il senso di alcune devozioni: non fine a se stesso, a rituali o superstizioni, ma segno di un insegnamento profondo di stile cristian.: Ecco la lezione di Maria Aparacida, illustrata da un brasiliano doc e dalle parole di Papa Francesco


Carissimi confratelli,
Siamo qui in questi giorni per condividere nostra  fede in Gesù e la nostra comune vocazione al Carmelo Teresiano. È bello condividere la stessa fede ricevuta nel Battesimo. Quando questa arriva al cuore,  ci porta alla scoperta della gioia come frutto dello Spirito del Signore che ci spinge a vivere il suo messaggio insieme agli altri e condividendolo nell’apostolato.
Nell’Ordine abbiamo la presenza costante della Vergine Maria, Madre nella fede del Verbo incarnato, il quale Lei ha accolto nel grembo.
E proprio nel Vangelo che appena l’abbiamo ascoltato appare questo legame tra l’ascolto nella fede della Parola e il vero gaudio che ne deriva di esso, quando Gesù afferma davanti all’esclamazione di una donna dalla folla che intende esaltare il grembo che lo ha portato e il seno che lo ha allattato.  Gesù invece rivela il segreto della vera gioia: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,28). Gesù fa vedere che la vera grandezza di Maria è l’ ascolto e l’osservanza della Parola di Dio. Allora, questa risposta di Gesù apre anche a ciascuno dei credenti la possibilità di partecipare a quella gioia che nasce dalla Parola ascoltata e messa in pratica (cf. VD 124), e porta ad avere un’esistenza totalmente modellata dalla Parola, se ci inseriamo in quel  mistero che è la “peregrinazione nella fede” (LG 58), secondo l’esempio di Maria, Madre e Sorella. Anche a noi se  ci lasciamo trasformare dall’amore di Cristo, il Padre e lo Spirito prendono dimora nel nostro cuore (cf.: Gv 14,23; VD 28; Cost. OCDS 30).
Ma vorrei condividere con voi alcuni pensieri in più sulla   Madonna, che  in Brasile giusto oggi la ricordiamo col nome di “Aparecida” – vuol dire, Apparsa, che ha anche dato il nome della città dove si trova il Santuario Nazionale, tra Rio e S. Paolo.
La storia della devozione incomincia con il ritrovamento dell’immagine nell'ottobre 1717, nelle acque del fiume Parnaiba.  La statuetta  è trovata da  tre pescatori che in un giorno di pesca infruttuosa tirano su una statuetta di argilla di Maria priva di testa. Dopo aver gettato nuovamente le reti, pescano la parte mancante e ne compongono un’immagine della Immacolata. Gettano le reti un’altra volta e hanno pesci in abbondanza. Per quin­dici anni la statua rimase nella casa di uno di loro, dove i vicini si riunivano per pregare il rosario. La devozione cominciò a diffondersi nello stato di San Paolo e dopo in tutto il Brasile. Oggi è  uno dei grandi centri  di pellegrinazione mariana in Brasile, con circa di 12 milioni di visite all’anno.   Il Papa Francesco vi è andato il 24 luglio scorso per affidare alla Madonna la GMG di Rio. 
      E qui vorrei ricordarvi alcuni dei suoi pensieri in cui, partendo della  storia di Aparecida, Papa Francesco  fa delle bellissime riflessioni  e coglie un simbolo per la missione della Chiesa. In particolare lo fa nell’incontro con i vescovi della Conferenza Episcopale il 27 luglio. Penso che le sue riflessioni possono aiutarci.
Aparecida è come una lezione perenne di Dio su se stesso e sul suo modo di agire. Una lezione dell’ umiltà di Dio. La ricerca dei pescatori con i suoi mezzi semplici, la barca, la rete, con il suo risultato fallito ci fa vedere che, quando Dio vuole, Egli stesso nel suo Mistero si lascia scoprire: le acque profonde nascondono la possibilità di Dio. “Lui  arriva di sorpresa, chissà quando non Lo si aspettava più. La pazienza di coloro che lo attendono è sempre messa alla prova. E Dio è arrivato in modo nuovo, perché Dio è sorpresa: un’immagine di fragile argilla, oscurata dalle acque del fiume, anche invecchiata dal tempo. Dio entra sempre nelle vesti della pochezza”.  
     
“C’è qui un insegnamento che Dio ci vuole offrire. La sua bellezza riflessa nella Madre, concepita senza peccato originale, emerge dall’oscurità del fiume. In Aparecida, sin dall’inizio, Dio dona un messaggio di ricomposizione di ciò che è fratturato, di compattazione di ciò che è diviso. Muri, abissi, distanze presenti anche oggi sono destinati a scomparire. La Chiesa non può trascurare questa lezione: essere strumento di riconciliazione.”
Poi Papa Francesco aggiunge: «Le acque sono profonde e tuttavia nascondono sempre la possibilità di Dio”. E Dio arriva di sorpresa e siamo chiamati a “lasciarsi sorprendere da Dio. Chi è uomo, donna di speranza - la grande speranza che ci dà la fede - sa che, anche in mezzo alle difficoltà, Dio agisce e ci sorprende. I pe­scatori non rifiutano o svalutano quella fragilità buttando via i pezzi della statua rotta; portano a casa questa statuetta, che è accolta nella sua casa.
     E i pescatori rivestono la statuetta della Vergine pescata, come se lei avesse bisogno di essere riscaldata. Quindi chiamano i vicini e si riuniscono intorno ad essa per pregare: “Dio chiede di essere messo al riparo nella parte più calda di noi stessi: il cuore. Poi è Dio a sprigio­nare il calore, di cui abbiamo bisogno”. “I pescatori coprono quel mistero della Vergine con il manto povero della loro fede. Chiamano i vicini per vedere la bellezza trovata; si riuniscono intorno ad essa; raccontano le loro pene in sua presenza e le affidano le loro cause”.
    È questa, paradigmaticamente, l’esperienza della comunità ecclesiale. “La Chiesa ha sempre l’urgente bisogno di imparare:  Le reti della Chiesa sono fragili, forse rammendate; la barca della Chiesa non ha la potenza dei grandi transatlantici che varcano gli oceani. E tuttavia Dio vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri, perché sempre è Lui che agisce”.
    Poi aggiunge un altro pensiero: “il risultato del lavoro pastorale non si appoggia sulla ricchezza delle risorse, ma sulla creatività dell’amore. Servono certamente la tenacia, la fatica, il lavoro, la programmazione, l’organizzazione, ma prima di tutto bisogna sapere che la forza della Chiesa non abita in se stessa, bensì si nasconde nelle acque profonde di Dio, nelle quali essa è chiamata a gettare le reti.…
    Un’altra lezione:  la Chiesa “non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e resta fuori dalla porta del Mistero, e, ovviamente, non riesce ad entrare in coloro che pretendono dalla Chiesa quello che non possono darsi da sé, cioè Dio. … Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pescare” Dio nelle acque profonde del suo Mistero”.
Carissimi, abbiamo nella Madonna il modello perfetto del credente. “Ella ci insegna ad ascoltare la Parola di Dio nella Scrittura e nella vita, a credere in essa in tutte le circostanze per vivere le sue esigenze” (Cost. OCDS 29). Lei ci insegna a credere con tutto il cuore, a lasciarci sorprendere da Dio, ad accogliere la sua Parola che è suo Figlio Gesù e ad affidarsi a Lui nella amicizia. Di questa amicizia  ci viene  la forza per  attuare il suo comandamento di amare come Lui ci ha amato. E di qui avremmo la forza creatrice che costruisce il Regno, la Chiesa, le nostre famiglie e le nostre Comunità…                  
  Montecompatri, 12 Ottobre 2013
   Fr. Alzinir Francisco Debastiani - OCD

Un " a tu per tu" quotidiano

La nostra preghiera non può ridursi ad un'ora, la domenica; è importante avere un rapporto quotidiano con il Signore.
Papa Francesco

Cominciamo a conoscere l' Epistolario di Teresa




Presa di contatto con l’ Epistolario di Teresa
dal sito "Para vos nacì"
La Commissione di preparazione al V centenario della nostra fondatrice, propone quest’anno la lettura delle numerose lettere (ma non tutte fra quelle scritte da Teresa di Gesù) custodite in alcuni monasteri, conventi e archivi. Ringrazia le religiose della Compagnia di Santa Teresa (stj) e il loro “Proyecto Nudo”, alle quali siamo debitori della struttura di base di queste schede.  Ricordiamo che la loro pagina internet (www.proyectonud o.jimdo.com) offre vari interessanti seminari  “on line” sulle opere della Santa e, concretamente, una rilettura delle sue lettere intitolata:  Vita quotidiana e spiritualità per “tempi duri”.
Le 11 schede che in questo corso saranno dedicate all’epistolario teresiano mantengono i titoli e le  strutture di quelle che le religiose stj ci hanno facilitato (salvo l’ultima che sarà totalmente nuova )  anche se, quando ciò si renderà necessario, le lettere che saranno proposte per la lettura verranno  accordate alla selezione che ci viene offerta dalla Commissione del Centenario (disponibile in  www.paravosnaci.com ), e, nello stesso tempo, quelle indicate dalle schede originali e non dalla  suddetta selezione, sono presentate come letture “ complementari”(sono tutte indicate nel primo  punto di ogni scheda, con la data corrispondente).
Infine, le nostre schede aggiungono anche  un’ultima e tradizionale sezione: “Per la riflessione, la preghiera...dopo la lettura dei testi”.  
1. Proposte di lettura
a. Fondamentali:
* A don Lorenzo de Cepeda. Avila, 23.12.1561
* A don Lorenzo de Cepeda Toledo, 17.1.1570
* A donna Giovanna de Ahumada Avila, 4.2.1572
* Al Re don Filippo II Siviglia, 19.7.1575
* A don Teutonio de Braganza Valladolid, 22.7.1579

b. Complementari (soprattutto):
* A don Francisco de SalcedoValladolid, settembre 1568
* A donna Giovanna de Ahumada Toledo 19.10.1569
* A Fra’ Luigi de Granada Beas, maggio 1575
.* A Maria di San Giuseppe Soria, 16.6.1581

2. Piste generali di lettura (per tutte le schede)
Ovviamente un aiuto indispensabile sarà avere presente una buona cronologia della santa per partire  da un’idea base del contesto in cui scrive ogni lettera: età, momento del suo cammino spirituale,  residenza e attività principale, opere letterarie che sta portando avanti (se vi sono)....  Ma passiamo alle piste propriamente dette:
·         Cosa dice Teresa di se stessa? Prestiamo attenzione a ciò che dice esplicitamente e anche a ciò  che si può cogliere in forma implicita: tratti della sua personalità che appaiono.

·          Cosa dice del contesto e della realtà? Identifichiamo temi, preoccupazioni, decisioni, criteri,  consigli...
·         . Cosa dice di Dio, della vita spirituale? Anche i n forma implicita o esplicita.  
·         Ovviamente è sempre interessante notare i dubbi, le difficoltà o le questioni che ci hanno  sorpreso positivamente per riprenderle, approfondir le, commentarle e condividerle....
  Evidentemente se si seguono bene queste piste e, soprattutto, se si prendono delle note precise, dal  lavoro di questo corso si ricaverà un indice di grandi temi teresiani: relazioni familiari e affettive,  questioni economiche e organizzative, criteri di discernimento vocazionale, chiavi di  accompagnamento spirituale...  Ovviamente, e come è diventato abituale in questi  anni di preparazione al V Centenario della  Nascita di S. Teresa, siamo convinti che il lavoro  personale (con ogni scheda) si completi e si  arricchisca sempre attraverso  incontri e condivisioni.

 3. Prime impressioni
 a. In generale: che cosa credete vi possa portare l a lettura e il lavoro sulle lettere
b. Un esercizio di immaginazione: se non conosceste nulla di Teresa di Gesù e il vostro primo  contatto con lei fosse attraverso queste lettere che avete appena preso in considerazione, come  descrivereste questa donna? Cosa direste di lei?  
4. Per la riflessione, la preghiera... dopo la lettura dei testi  Ogni lettera verrà citata solo con la data, a meno  che non ve ne siano altre con la medesima  nell’epistolario teresiano, nel qual caso si aggiungerà il destinatario.  I numeri che seguono le date e tra parentesi indica no i paragrafi della lettera a cui ci si riferisce  (secondo l’edizione italiana della Postulazione dalla quale sono tratte le 49 selezionate per questo  corso dalla Commissione del Centenario).  
Le questioni proposte in questa sezione, come negli anni precedenti, non hanno la pretesa di  esaurire la riflessione né di accaparrarla, ma suggeriscono delle possibilità. Ogni persona o  gruppo utilizzi solo ciò che ritiene utile. Come si ricorderà dei corsi precedenti, in ogni numero  invitiamo ad considerare il tema o il paradosso pro posto (se si è d’accordo, giustificarlo...),  rivedere la propria vita e quella della comunità e  il contesto (qualora se ne tenesse conto, come  applicarlo o concretizzarlo...), farne oggetto di preghiera personalmente (ringraziare, supplicare,  intercedere, contemplare...) e in gruppo...
 Non ripeteremo queste piste alla fine di ogni numero, basti, perciò, questa indicazione iniziale.
1.      Non è sorprendente, ed è evidente – per le date  e destinatari delle sue lettere in generale, e in  particolare per il contenuto delle prime che sono state lette- il legame di queste con il suo  impegno di fondatrice. Eppure, e ciò risulta sorprendente, e fa riflettere, pregare e condividere...  la notevole relazione con la sua famiglia biologica , soprattutto se si ricordano le restrizione che  al riguardo lei stabilisce (cfr. CV 8-9, Cost. V 6- 7, ecc.).  
Si faccia attenzione in queste prime lettere al coinvolgimento affettivo verso i suoi familiari,  comprese le loro preoccupazioni e implicazioni economiche.
 2. Tre le prime espressioni che abbiamo potuto leggere, alcune sembrano molto “provvidenzialiste”,  per esempio riguardo l’opportunità di certe elemosine [23.12.1561 (1.3)] o la preghiera di  intercessione e il valore delle reliquie e di certi sacrifici [23.12.1561 (12.13)], 17.1.1570  (14.17)].  Eppure, al tempo stesso, troviamo Teresa molto atti va e astuta: 23.12.1561 (3.4.15), al re don  Filippo II 19.7.1575....  
3. Un altro paradosso del Signore. La Santa sa di essere divinamente ispirata come fondatrice e  formatrice (scrittrice) 23.12.1561 (2), a don Teutonio 22.7.1579 (1). Ma solo dopo aver molto  discusso con i dotti: 23.12.1561 (2), 17.1.1570 (11 ), maggio 1575.  E noi, crediamo possibile la prima cosa, facciamo u so della seconda?  4. Le prime notizie che troviamo circa lo scopo del la sua fondazione includono l’orazione, ma  sembrano accentuare di più il rigore fisico [23.12. 1561 (2)].
Cosa pensare allora dell’attenzione  che dedica alla cura della salute?  “Infine, anche se piccola e povera [la casa-convento], con una bella vista e campo” [23.12.1561  (3)], cfr. anche: 17.1.1570 (4), 4.2.1572 (1), a Maria di San Giuseppe 16.6.1581.
 5. A proposito della salute, in 17.1.1570 (4) troviamo una chiara conferma dell’esperienza cantata  nel poema-motto del Centenario: Vuestra soy, para V os nacì/ qué mandais hacer demì? “Dammi  morte, dammi vita / dammi salute o infermità / dammi onore o disonore... a tutto dico di sì, cosa  disponi per me?”
 6. Sappiamo che l’ispirazione divina del progetto teresiano non esclude, anzi richiede la sua assidua  vigilanza organizzativa (cfr. sopra le citazioni finali della questione 2), soprattutto, secondo  queste prime lettere lette, quella di tipo economico: 17.1.1570 (5.11-12.18). Perciò sembra che  vivere in modo povero e austero sia tutto il contra rio che improvvisare 2 . Richiede un costante  discernimento, per esempio nel caso di ricevere candidate con o senza dote: 17.1.1570 (17-18).
 7. Interessanti criteri vocazionali si possono ricavare dai suoi commenti sulla sua cugina Anna  Cepeda, come pure, anche se di meno, quelli sulla nipote Maddalena de Guzman: 17.1.1570  (9.10).
 8. Fin da questi inizi viene già indicata la finalità evangelizzatrice e missionaria della sua riforma :  17.1.1570 (13).  
9. Riguardo la vita spirituale le lettere indirizza te a suo fratello Lorenzo ci insegneranno molto e d i  fatto una scheda propria vi sarà dedicata. Qui è già chiaro, anche se vi è una possibile allusione a  fenomeni straordinari [23.12.1561 (2)] che Dio opera normalmente attraverso le mediazioni  ordinarie, soprattutto persone: suo fratello Lorenzo, che non cessa di ringraziare per le sue  elemosine fatte a lei e a molti; lei stessa (abbiamo già ricordato le sue ispirazioni e le sue  sollecitudini organizzative); Guiomar de Ulloa (ibi d. 3); Antonio Moran (ibid. 6)... Quindi la  vita spirituale ha a che fare con la generosità nei propri beni ed energie e non è compatibile con  una forma “istallata” di vivere conforme ai criteri e abitudini del “mondo”: 23.12.1561 (5),  17.1.1570 (1.13
10. La vita spirituale non è questione di tecniche  o di strategie: la Santa mira, sebbene in queste  prime lettere molto di sfuggita, ad una relazione interpersonale (servire qualcuno), e soprattutto  rileva il suo carattere dinamico, di processo, di l otta costante, che richiede di crescere “almeno  un pochino ogni giorno” 23.12.1561 (5). Evidenzia  anche che questa relazione e processo deve  essere curato ed educato fin dall’infanzia: 17.1.15 70 (8).
 11. In questa forma di trattare ed stimolare la via spirituale vi è un evidente prevalenza di ciò che significa il cielo (cfr. ”la verità di quando ero bambina”: Vita 3,5 e scheda corrispondente):  23.12.1561 (5), 17.1.1570 (6). Senza per questo negare l’importanza dell’impegno sulla terra;  anzi, quanto più grazie e autorità si hanno, tanto  maggiore deve essere l’impegno, come mostra il  suo caso (cfr. questioni precedenti 1,2,6 e 9) o le sue “esortazioni” al Re [19.7.1575 (4) e a don  Teutonio [22.7.1579 (6)].  
12. In queste prime lettere ovviamente risaltano due grandi passioni e preoccupazioni: le sue  famiglie, biologica e religiosa. Ciò nonostante anche qui parla di “questi indiani che non mi costano poco” (17.1.1570 (13)] e inoltre troviamo un’appassionata lettera per mediare la pace tra Spagna e Portogallo, la pace tra cristiani [a don Teutonio 22.7.1579 (3-7)].  
13. Anche se non tutti potranno avere accesso alla lettera “complementare” del settembre 1568, vale  la pena notare come in essa, insieme al carattere affettuoso e meticoloso della Santa (ben comprovato dalle lettere lette), si evidenzia, e lei stessa confessa, il suo carattere forte: “Io stessa ne sono occasione, perché mi sono adirata con lui [ Giovanni della Croce] in certi momenti” (2).  Conosci dei casi in cui la santità e questo tipo di carattere vanno insieme?  Ti sembra possibile? Come lo spieghi?