Costituzioni ocds: ecco le integrazioni

Ecco il testo delle nostre Costituzioni che integra quello approvato nell'aprile del 2003 e che lo scorso 7 gennaio è stato approvato con un decreto della "Congregazione per gli istituti di vita consacrata e per le società di vita apostolica".


III -B- LA COMUNIONE FRATERNA

 

24-a) La Chiesa, famiglia di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, è mistero di comunione[1]. Gesù è venuto tra di noi infatti per rivelarci l’amore trinitario e la vocazione a partecipare alla comunione d’amore con la SS. Trinità, a cui è chiamata ogni persona umana, creata a Sua immagine e somiglianza (cf.: Gn 1,26-27). Alla luce di questo mistero si rivela la vera identità e la dignità della persona in genere e, in particolare, della vocazione di ogni cristiano nella Chiesa[2]. Di natura spirituale, la persona umana si realizza e matura nell’essere in relazione autentica con Dio, ma anche con le altre persone[3].

Pertanto, la Comunità locale dell’Ordine Secolare del Carmelo Teresiano, segno visibile della Chiesa e dell’Ordine[4], è un ambito per vivere e promuovere la comunione personale e comunitaria con Dio in Cristo e nello Spirito e con gli altri fratelli (cf.: Rm 8,29) secondo il carisma teresiano. La persona di Cristo è il centro della Comunità. I membri si radunano periodicamente nel suo nome (cf.: Mt 18,20),  ispirandosi al gruppo formato da Lui con i dodici Apostoli (Cf. Mc 3,14-16.34-35)[5] e alle prime comunità cristiane (cf.: At 2,42; 4, 32-35). Cercano di vivere l’unità richiesta da Gesù (Gv 17,20-23) e il suo comandamento di amare come Lui li ama (Gv 13,34). Promettono di tendere alla perfezione evangelica[6], nello spirito dei consigli evangelici, delle beatitudini (Mt 5,1-12) e delle virtù cristiane (cf.: Col 3,12-17; Fil 2,1-5), nella consapevolezza che questa realtà comunionale è parte integrante della spiritualità carmelitana.

24-b) S. Teresa di Gesù inizia un nuovo modello di vita in comunità. Il suo ideale di vita comunitaria prende spunto dalla certezza di fede che Gesù Risorto è in mezzo alla comunità e che essa vive sotto la protezione della Vergine Maria[7]. Ha coscienza che lei e le sue monache sono state radunate per aiutare la Chiesa e collaborare alla sua missione. Le relazioni fraterne sono segnate dalle virtù dell’amore vero, gratuito, libero, disinteressato; dal distacco e dall’umiltà. Sono virtù fondamentali per la vita spirituale  che portano la pace interna ed esterna[8].

Il Carmelo, i laici e le missioni

Qualcuno ha chiesto di rivedere lo Speciale del TG1 sulla situazione dei popoli nel Cantrafrica, dove operano i missionari carmelitani, ma anche tanti medici, imprenditori, artigiani italiani, tutti volontari. Lo speciale ricco di testimonianze è stato realizzato da Tarcisio Mazzeo ed è stato trasmesso lo scorso 12 gennaio. 
Ne avevamo parlato sul blog dell'ocds d'Italia e sul nostro notiziario. Clicca per vedere lo Speciale TG1

Il Carmelo e l'unità dei cristiani

Domani termina la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Un tema molto sentito dall'Ordine carmelitani come abbiamo visto  in San Piero Tommaso, considerato un iniziatore dell'ecumenismo.
 Il Carmelo essendo un Ordine nato in Oriente e diffusosi in tuto il mondo avverte forte il desiderio di unificazione delle Chiese, di superamento delle barriere.
Altro alfiere di questo ideale è San Rafaele Kalinovski che scrisse ai suoi confratelli :  "L’unità sacra! L’unità santa! Questa parola riempie già il cuore di dolore, ma accende anche il fuoco della speranza" e pregava: "Padre, che tutti siano una cosa sola!"

Pier Tommaso umile alfiere dell'ecumenismo


I Carmelitani Scalzi  fanno memoria l'8 gennaio di San Piero Tommaso nato nel Périgod meridionale (Francia) nel 1305 circa da una famiglia molto povera. A vent'anni entrò nell'Ordine del Carmelo. Esercitò l'ufficio di Procuratore Generale dell'Ordine presso la Curia papale ad Avignone e quello di predicatore apostolico, fu nominato nel 1354 vescovo di Patti e Lipari. Svolse le funzioni di legato pontificio presso re e imperatori del tempo per consolidare la pace e promuovere l'unione con le Chiese Orientali. Fu trasferito ad altre sedi: Corone (Peloponneso) anche con l'incarico di legato pontificio in Oriente (1363) ed infine Costantinopoli (1364) come patriarca latino. I suoi sforzi per l'unità della Chiesa fanno di questo santo nel secolo XIV un precursore dell'ecumenismo. 

Il Re di Cipro vagheggiava una Crociata contro i Turchi, e Pietro Tommaso, Legato Universale per l’Oriente, aderì a questa idea. Nel 1365 il corpo di spedizione al suo comando si unì all'esercito cipriota. Lo sbarco avvenne sul delta acquitrinoso del Nilo, e con un abile colpo di mano venne occupata la città di Alessandria. Ma l’esercito cristiano non poté reggere al contrattacco dei Turchi. Pier Tommaso fu nel mezzo di quella battaglia, con in mano, non la spada, ma la Croce. Ferito, voleva tornare dal Papa, per riferire sull'esito sfortunato della spedizione. Ma per le feste di Natale fu preda di una forte febbre. Morì per i postumi di quel ferimento, nell'isola di Cipro, nel convento di Famagosta, nel giorno dell'Epifania del 1366. Fu un umile carmelitano, maestro di teologia, devotissimo alla Vergine Immacolata.

Sacerdote e fondatore dei Carmelitani laici nel Malabar

Oggi il calendario liturgico dei Carmelitani Scalzi d'Italia ricorda p. Ciriaco Elia Chavara, un sacerdote carmelitano di origini indiane (Kainakari, Kerala, India, 10 febbraio 1805 - Koonammavu 1871), che fu confondatore e primo priore generale dei Carmelitani di Maria Immacolata. Egli  entrò in seminario nel 1818 e fu ordinato sacerdote nel 1829. Il  suo nome religioso fu Ciriaco Elia della Sacra Famiglia, Fondò la prima casa della Congregazione a Mannanam nel 1831 ed emise i voti religiosi nel 1855. Dieci anni dopo, collaborò anche alla fondazione della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dal 1861 ricoprì la carica di vicario generale della Chiesa siro-malabarica.
 Difensore dell'unità della Chiesa contro lo scisma di Rocco, per tutta la vita lavorò per il rinnovamento spirituale della Chiesa siro-malabarica. Si distinse come uomo di orazione. Fu pieno di zelo per il Signore nell'Eucaristia e particolarmente devoto della Vergine Immacolata.Fu soprannominato "Il Grande Priore".
 Fu il Fondatore e il primo Priore dei Terziari Carmelitani Scalzi nel Malabar e successivamente fondò  una congregazione femminile, superando difficoltà immense. Scopo della fondazione era quello soprattutto di insegnare alle ragazze le virtù cristiane e alcuni lavori professionali : oltre alla religione, lingua, matematica e musica, padre Chavara e padre Leopoldo, istituirono corsi di cucito, per realizzare opere artigianali e artistiche, per fabbricare i rosari, invitando persone esperte per l’insegnamento.
Il suo grande sogno fu un futuro nel quale le donne sarebbero state ad un livello elevato, sia in campo educativo che culturale, anche se le maggiori difficoltà provenivano dalle diverse tradizioni culturali che esistevano nella società indiana dell’epoca.
Tutta la cristianità del Malabar, compresi i Nestoriani e i pagani imparò a conoscerlo e a rispettarlo per il suo culto della virtù, della scienza e soprattutto della profonda conoscenza della lingua siriaca.
Inoltre scrisse di pro­pria mano l'intero testo dell' Ufficio Divino con l'intenzione di pubblicarlo. 
Morì  il 3 gennaio 1871 a Koonammavu, quasi cieco, dopo 3 mesi di acute sofferenze, sopportate con molta pazienza. Fu inumato sotto l’altare della chiesa di S. Filomena di Konnanam.Il 9 maggio 1889 le reliquie furono traslate a Manannam e sepolte nella chiesa di S. Giuseppe, annessa alla prima casa della congregazione, dove sono ancora venerate. Il 7 aprile 1984 fu dichiarato venerabile e infine, l’8 febbraio 1986, il Beato Giovanni Paolo II

Un lieto evento...141 anni fa


Alençon (Francia), 2 gennaio 1873, nella casa di Luigi e Zelia Martin è festa: è nata una bambina, ultima di nove figli dei quali quattro morti alla nascita. La piccola è battezzata due giorni dopo, il 4 gennaio, nella Chiesa di Notre-Dame, ricevendo i nomi di Maria Francesca Teresa. Per noi, oggi, è S. Teresa di Gesù Bambino, la piccola carmelitana di Lisieux, proclamata da Giovanni Paolo II, dottore della Chiesa.

Un anno con Fra Lorenzo della Resurrezione



Qualcuno storce il naso a sentir parlare di questo fraticello, come se a parte l'abusata frase che lo contraddistingue (Io rigiro la mia frittata nella mia padella per amore di Dio) non riuscisse a insegnare altro. E invece non a caso il nostro Ordine, quest'anno in cui ricorre il quarto centenario dalla sua nascita.
Nicolass Herman (1614-1691) nato a Hérimenil a pochi chilometri da Luneville, in Lorenaun, era un
 soldato ferito nel corso di un assedio fu improvvisamente toccato da Dio, al punto da scegliere la vita di carmelitano. 
Datosi a Dio, nella vita al Carmelo, rimase secolare, semplice frate con i compiti di cuoco e ciabattino. Si fece chiamare Lorenzo. Quell'uomo così umile divenne maestro d'interiorità. Sì, perché toccato dalla grazia di Dio, sperimentata nella preghiera, raggiunse un invidiabile livello di vita contemplativa. Anche oggi proprio lui, il semplice cuoco che imparò la spiritualità carmelitana  può insegnarci con la sua semplicità la cosa più importante che serve a un carmelitano: fare esercizio della presenza di Dio. E se vi sembra poco ...?
 Come sperimenta Lorenzo la presenza di Dio? Come la vive e la segue? La presenza di Dio ha senso nella civiltà dominata da Internet, antenne satellitari e viaggi nel cosmo? “Il tempo dell’azione non è affatto diverso dal tempo dell’orazione”, insegnava Lorenzo della Resurrezione a confratelli e visitatori tra le mille incombenze della cucina. Possiamo scoprire il nostro tempo dell'orazione soltanto come ha fatto lui: seguendo i passi di Teresa nella nostra quotidianità.  Su questo blog condivideremo alcuni suoi insegnamenti.

  
LA TESTIMONIANZA
Il  santo che ha accompagnato i miei giorni in quest' anno che si è appena concluso è stato Fra Lorenzo della Resurrezione, un semplice fratello laico.
Alla sua scuola ho imparato che tutta la vita spirituale consiste nello stare alla Presenza di Dio e che non è necessario stare sempre in Chiesa per stare con Dio, ma che possiamo fare del nostro cuore un luogo di preghiera nel quale di tanto in tanto ci ritiriamo per intrattenerci amorosamente con Lui.
Ho capito che non dovevo fare niente di diverso da quello che ordinariamente facevo, ma dovevo soltanto farlo in maniera diversa: con amore e per amore.
All'inizio non è stato facile, ma a poco a poco mi sono abituata a questo santo esercizio che nessuno vedeva ed oggi é bello pensare che Lui mi sorride contento quando tra un'occupazione e l'altra gli dico: "Ciao Gesù, ti voglio bene",  oppure sentirmelo accanto premuroso quando in un momento di difficoltà mi ripete:"Non temere, Io sono qua, insieme ce la faremo!".
Anche Suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, altra carmelitana scalza, scriveva:"Per conservare la serenità dello spirito è indispensabile l'esercizio della presenza di Dio. Con Dio presente opereremo con Lui e il nostro operare sarà senza dubbio meritorio e santo".
Ho compreso allora che non potevo tenere per me un dono così importante, ma che dovevo condividerlo con chiunque avesse voluto sperimentare che:"Non c'è al mondo un genere di vita più dolce e delizioso di un ininterrotto colloquio con Dio e che solo chi ne fa l'esperienza può comprenderlo e gustarlo".
Allora coraggio,cominciamo, perché Dio non aspetta altro che una nostra generosa decisione!
Grazie, Fra Lorenzo, sei stato e sarai sempre per me un amico prezioso.
Rita Samarelli ocds