Juntos andemos!

Dal sito della Curia Generalizia proponiamo questa intervista con il nostro padre Generale, Saverio Cannistrà:


Lo scorso 7 maggio il Capitolo Generale l'ha rieletto Preposito generale. Appena eletto qual'è stata la sua prima sensazione.

San Paolo dice che i desideri della carne sono in lotta con i desideri dello Spirito. Ho vissuto un po' questa lotta dentro di me. Non nascondo che c'era in me il desiderio di fuggire dalla fatica, la paura di non avere forze sufficienti per altri sei anni di servizio, la tentazione di riappropriarmi della mia vita. Ma su tutto questo ha prevalso una logica elementare: se sei anni fa ho detto di sì perché nella scelta dei fratelli ho visto l'espressione della volontà di Dio, non potevo adesso comportarmi diversamente. E così ho finito con l'accettare con molta pace questa nuova chiamata.

Dopo sei anni nel governo dell'Ordine immagino che affronterà questo compito in modo differente: l'esperienza del sessennio scorso in cosa la potrà aiutare.

Effettivamente, oggi vedo diversamente il lavoro che mi attende. Si tratta di proseguire in un cammino già intrapreso, conoscendo meglio le difficoltà che si presenteranno, ma anche le motivazioni che ci animano a percorrerlo.

È evidente che non si può dare un giudizio globale dell'Ordine senza tener conto di ogni circoscrizione, ma se mi è permesso, vorrei chiederle che ci parli in termini generali dell'Ordine. Come sta l'Ordine?

L'Ordine è vivo ed ha in sé una ricchezza e una fecondità, di cui forse non siamo del tutto consapevoli. Mi verrebbe da rispondere alla domanda con le parole di Gesù nel vangelo di Giovanni: l'Ordine dà frutto, ma proprio per questo ha bisogno di essere potato e coltivato perché dia più frutto.

Nella vecchia Europa la crisi vocazionale è una sfida. Il Carmelo Scalzo come la affronta?

Ci sono naturalmente reazioni differenti a questa crisi. A me sembra che la reazione più sana sia quella di lavorare su ciò che dipende da noi, come diceva santa Teresa: fare quel poco che dipende da noi, che in realtà non è affatto poco, poiché si tratta di vivere fino in fondo, nelle condizioni del mondo di oggi, la nostra vocazione di comunità oranti e fraterne. Nella misura in cui saremo capaci di fare questo lavoro su di noi, sono sicuro che saremo anche capaci affrontare e superare la crisi che attraversa la vita religiosa nel mondo occidentale.

Senza dubbio, i santi Carmelitani aiutano a rispondere.

Sì, la nostra "attualità", ossia la nostra rilevanza per il mondo di oggi dipende, in realtà, proprio dalla specificità del nostro carisma. La rilettura degli scritti di santa Teresa ci ha fatto scoprire, credo, che molti dei nostri problemi trovano risposte nell'esperienza di una donna che ha vissuto cinque secoli fa. Sono risposte non scontate, originali, che ci obbligano a scavare dentro di noi e dentro il nostro modo di vivere come singoli e come comunità.

Al contrario, l'Ordine sta crescendo in altre parti del mondo?

Sì, l'Ordine registra una crescita vertiginosa specialmente in Africa e in alcune zone dell'Asia. In altre regioni si nota, comunque, una buona tenuta e una certa stabilità.

Senza dubbio una sfida è entrare in dialogo con i giovani. Come farlo in questa società dove essi ricevono numerosi messaggi

Penso che la prima cosa da fare è ascoltare con attenzione i giovani, ascoltarli in profondità, al di là delle prime impressioni superficiali che il loro modo di parlare o di comunicare possono suscitare in noi più anziani. Vedo con chiarezza che quando un religioso o una religiosa ha questa capacità di "empatia", i giovani la percepiscono e rispondono con molto interesse e apertura.

Cambiamo argomento. La relazione delle Carmelitane Scalze ha impegnato varie giornate del Capitolo Generale. Lei ha dedicato loro diversi documenti in questo sessennio. Quali passi si compiranno nel prossimo sessennio?

La presenza delle nostre sorelle monache al Capitolo durante due giorni è stata non solo un atto di cortesia, ma un autentico incontro che ha dato luogo a un vero dialogo, in cui sono emerse convergenze e divergenze. Alla fine, le sorelle ci hanno invitato a proseguire in questo confronto, soprattutto al fine di lavorare insieme per la formazione permanente, che è - a mio parere - una delle sfide più importanti per la vita contemplativa.

Al Capitolo si è dato spazio all'ascolto delle relazioni dei laici. Un'altra sfida nei prossimi sei anni...

Abbiamo dedicato una giornata del Capitolo all'OCDS, con la presenza di alcuni membri provenienti da diverse nazioni. La realtà del laicato carmelitano è molto varia. Essere membri dell'Ordine secolare ha implicazioni piuttosto diverse a seconda delle regioni e delle culture. Credo, tuttavia, che per tutti si ponga la sfida di una seria assunzione di responsabilità in quanto laici membri della famiglia del Carmelo. Bisogna che i laici trovino il loro modo originale e specifico di vivere le varie dimensioni del carisma carmelitano, che ovviamente è diverso dal modo proprio di una comunità di frati o di monache.

Parlavamo prima di come arrivare ai giovani laici. Le chiedo dei formandi, concretamente del periodo della formazione

Dobbiamo insistere molto sulla formazione umana e cristiana, se non vogliamo che la formazione carmelitana sia una sorta di rivestimento esterno. Bisogna, in un certo senso, trovare il modo carmelitano-teresiano di formare la persona umanamente e cristianamente. Io sono convinto che nel patrimonio carismatico del Carmelo teresiano ci sono elementi sufficienti per impostare questo processo di maturazione a livello di conoscenza personale, di relazione con il Signore Gesù e di assunzione degli impegni propri della vita religiosa.

Ecco la statua di S. Teresa in tutto il suo splendore

Risvelata al pubblico il  27 maggio ecco la statua di S. Teresa della Chiesa a lei intitolata
a Napoli, 

Oggi festa della carmelitana S. Maria Maddalena dei Pazzi

« Chi ama la Luce, possiede la Verità.
 Un mare è la Verità, un mare è il Verbo.
Chiunque aderisce alla Verità sta in questo mare ».  

Una settimana per meditare con Tito Brandsma

Riprendiamo con una riflessione che ci accompagnerà per i prossimi giorni. 
Il testo che ci aiuta a proporre questa riflessione è del carmelitano di antica osservanza p. Kevin Alban. Egli ci parla della devozione mariana nel XX secolo, partendo da due figure carmelitane: Tito Brandsma e Edith Stein.
Per la settimana in corso, vorremmo riflettere insieme, seriamente, del nostro rapporto con il S: Rosario.
Partiamo da un brano del b. Tito Brandsma: 
"Lo scapolare e il Rosario dovrebbero essere stimati da noi; dovremmo anche riconoscerlo come preghiera-libri che c'insegnano come dobbiamo e possiamo parlare con nostra madre".
A questo proposito perché non rileggere:

1) la ROSARIUM VIRGINIS MARIAE di San Giovanni Paolo II

Guidati dalla voce di S. Giovanni Paolo


La fraternità dei Ponti Rossi ha condiviso con la comunità claustrale, sabato scorso, un momento di preghiera venerando la reliquia di San Giovanni Paolo II.
Si tratta di un lembo della maglietta intima intrisa di sangue per l'attentato del 13 maggio 1981. Con la reliquia viaggia anche la piccola statua che ritrae il santo abbracciato dalla Madonna di Jasna Gora.
L'accoglienza è stata preparata da noi dell'Ocds e la preghiera, con l'ascolto della Parola di Dio e di tre meditazioni di testi di Giovanni Paolo II è stata animata dalla fraternità e dalle monache, alternatesi nella lettura e nei canti. (clicca qui per leggere i testi)
E' stao ricordato quanto ilpap santo fosse legato al Carmelo (da giovane aveva pensato di farsi frate, indossò fino alla fine lo Scapolare e scrisse una tesi di San Giovanni della Croce).
Un momento particolarmente commovente c'è stato quando abbiamo riascoltato la voce di S. Giovanni Paolo II che recitava il Salmo 27, brano tratto dal CD "Abbà Pater"
 Il coro da cui le monache hanno seguito e animato la celebrazione



Ai Ponti Rossi la reliquia di San Giovanni Paolo

Le carmelitane scalze del Monastero dei SS. Teresa e Giuseppe, ai Ponti Rossi e l’Ocds vivranno insieme due momenti di preghiera, sabato 23 maggio, accogliendo la Reliquia di San Giovanni Paolo II (h.10) e partecipando a un momento di Adorazione Eucaristica (h.16.30) nella Chiesa del Monastero. Il rito di accoglienza sarà animato dall’Ocds e dalle monache. Saremo in comunione con la Chiesa che per la vigilia della Pentecoste ha invitato a pregare per i martiri nostri contemporanei.

Una grande festa per la piccola araba divenuta santa

...E noi 

eravamo lì!









Ringraziamo il Signore per il dono della nuova santa!

S. MARIAM DI GESU' CROCIFISSO
la prima carmelitana d'Oriente

Ai piedi di Maria, mia amatissima madre, ho ritrovato la vita.

Tutti voi che soffrite, venite a Maria, poiché io ho ritrovato la vita.

Ai piedi di Maria è la vostra vita, la vostra salvezza. Voi che operate in questo monastero, sappiate che Maria conta i vostri passi e il vostro lavoro. Dite a voi stesse:

Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita. Voi che vivete in questo convento, liberatevi da tutto ciò che è terreno.

Ai piedi di Maria vi toccherà salute e salvezza. A voi che abitate questo chiostro Maria dice: «Figlia mia ti ho scelta fra milioni, per condurti nel mio santuario». 
Ai piedi di Maria troverete la vita. Maria vi dice: «Ti ho condotto nel mio santuario dove non avrai più né fame né sete.

Io voglio nutrirti con la carne e con il sangue dell'unico Innocente».
 Ai piedi di Maria io ho trovato la vita. Tu che sostieni: «Sono orfana», Guarda: io ho una madre in cielo. Felice è la figlia di una simile madre. Ai piedi di Maria ho trovato la vita. 
Io abito nel cuore di mia madre.

Qui ho trovato il mio Diletto. Allora posso essere orfana? 
Nel seno di Maria ho trovato la vita.

Il serpente, il drago hanno tentato di mordermi, per avere la mia vita.

Ma in questo convento, ai piedi di Maria, ho ritrovato la vita.

Maria mi chiama e in questo monastero io rimarrò per sempre. 
Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita. 
Sr. Maria di Gesù Crocifisso 
La brochure 
Testimonianza
Uniamoci alla gioia delle nostre sorelle del Carmelo della Terra Santa. Vedi qui   e qui

Teresa e Maria

Impariamo dalla nostra santa madre Teresa ad affidarci a Maria.  Ce lo ricorda p. Aniano Alvarez, ocd: "Teresa si raccomanda alla bontà di Maria come si raccomanda alla misericordia di Dio: Mi valga al misericordia di Dio nella quale ho sempre confidato, per i meriti del suo santissimo Figliuolo e della Vergine Signora nostra, di cui per bontà di Dio porto l'abito"

La Vergine e la Scrittura

Come ricorda p. Roberto Toni, o.carm, la Vergine purissima è sorella dei carmelitani. Il passaggio dall'immagine della purezza a quella della sorella si trova dai primi scrittori di spiritualità carmelitana. E' una confidenza che matura con tempo e che passa anche attraverso il titolo di "Avvocata". 
Le origini del culto maria nel nostro Carmelo sono legate alle Scritture e ai luogi santi. Ecco perché Maria è anche la donna che ci porge la Bibbia e c'invita a leggerla. 
Giovanni de Cheminot - cita p. Roberto Toni - scrisse che i frati al tempo in cui la Chiesa di spandeva per tutta la Giudea e la Samaria, dopo l'Ascensione del Signore, nel medesimo monte, presso una fonte dove abitò Elia, eressere per primi un oratorio in onore della beata Vergine Maria.

Vergine nel mondo

Sul filo del nostro discorso, a proposito di Umiltà, non potevamo non attingere a quelle pagine degli atti del convegno mariologico che ce ne parlano facendo riferimento a Mariam di Gesù Crocifisso, che fra tre giorni sarà canonizzata dal Papa.
Scrive p. Luigi Borriello:
"La spiritualità di Mariam tutta, o quasi tutta, incentrata sull'umiltà non poteva non trovare in MAria, la Madre del Signore, il modello più insigne: "Tu Maria, eri vergine nel mondo. Chi avrebbe mai pensatp che saresti divenuta la madre di Dio? E lo divenisti a motivo della tua umiltà".

Un pellegrinaggio dell'anima

Oggi è un giorno particolare. Lungi dal "miracolismo" o dal devozionismo fine a se stesso, v'invitiamo per chi non ci fosse mai stato a fare un pellegrinaggio dell'anima a Fatima, piccola cittadina del Portogallo.
Quante vocazioni sono nate lì. Una dei tre pastorelli fu la carmelitana scalza, Sr. Lucia, tornata al cielo dieci anni orsono. Clicca qui

 Cappellina, Capella Lausperene, Monumento al Sacro Cuore di Gesù...
 Basilica della Beata Vergine del Rosario di Fatima
 Basilica della Santissima Trinità 

 Altri luoghi:

Umile sui passi di Maria - 2

L'umiltà della Vergine, come ci è stato sottolineato e come abbiamo riportato ieri è la virtù che racchiude tutta la grandezza di Maria, del resto nel Magnificat è lei stessa a cantare:
"Il Signore ha guardato l'umiltà della sua serva"
Una delle cose più difficili in ogni cammino di fede è entrare nelle strade di Dio, nei suoi progetti su di noi. Ci spaventiamo. Vorremmo cambiare strada, rintanarci, scegliere la via più facile. A volte ci proviamo, ma dentro di noi cresce l'inquietudine, l'insoddisfazione...
Proviamo a guardare la mano di Maria che si tende verso di noi. Stavolta non ci porge il Rosario; non ci dona lo Scapolare. Aspetta che mettiamo la nostra mano nella Sua, per rialzarci e ricominciare a scoprire con Lei i doni di Dio nella nostra vita e a camminare umilmente, accettando tutte le nostre imperfezioni. Ce lo dice Maria è l?onnipotente che ha fatto in lei grandi cose. Scopriamo che cosa ha riservato per noi. Proviamoci.

Umile sui passi di Maria - 1

Scrive p. Andra l'Afflitto ( "Analisi dei titoli mariani nel pensiero di S. Teresa d'Avila" in op. cit.):
"L'atteggiamento che permette a Maria di essere la Madre è l'umiltà". Come sappiamo la nostra Santa Madre considera questo dono di Dio uno dei principali e dei prima da accogliere nella propria vita: dall'umiltà ha origine tutto il resto, anche la capacità di pregare. Lo ricordavi? Rileggi allora il Cammino di perfezione.
Scriveva:
 "Non pensate, sorelle e amiche mie, che siano molte le cose che vi raccomanderò. Piaccia, infatti, al Signore che osserviamo quelle che i nostri santi Padri hanno ordinato e adempiuto, giacché percorrendo questa strada hanno meritato il nome di santi. Sarebbe un errore cercarne una diversa per nostra iniziativa o istruiti da altri. Mi limiterò a parlarvi solo di tre cose inerenti alle stesse Costituzioni, essendo molto importante intendere l’obbligo rigoroso di osservarle per avere la pace interna ed esterna, che il Signore ci ha tanto raccomandato: la prima è l’amore reciproco, la seconda, il distacco da tutte le creature, la terza, la vera umiltà che, sebbene sia da me nominata per ultima, è la virtù principale e le abbraccia tutte".

Totus tuus

Il motto che S.Giovanni Paolo II coniò per sè e per il proprio rapporto con Maria, "Totus tuus",
potrebbe essere adottato da ogni carmelitano, poiché come spiega p. Giovanni Grosso, o. carm ("La presenza di Maria nelle origini dell'Ordine") il Carmelo è tutto mariano Ma come nasce questa devozione?
"La devozione mariana così essenziale per il Carmelo nasce direttamente dalla contemplazione del mistero di Cristo e dall'impegno di vivere nella Chiesa  costituendo un importante elemento di forma e di rinnovamento", ci spiega.
Guardo a me stesso come a una persona alla quale Dio ha affidato un compito di testimonianza e rinnovamento nella Chiesa'

Attenta e pronta a rispondere a Dio

Come sottolinea p. Adrian Attard, ocd ("Devozione e riflessione mariale nel secolo XXI Carmelitani Scalzi" in op. cit.) Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein ebbe con la Madre di Dio un rapporto "influenzato dalla sensibilità ebraica, dalle sue profonde riflessioni di antropologia e femminismo, e dalla spiritualità carmelitana. nel ibro sulla donna Edith Stein riconosce nel fiat di Maria tutto il suo essere profondo che è prontezza assoluta al servizio del Signore, escludente ogni altro legame."
Che cosa insegna alla nostra vita questa prontezza?

Maria c'insegna a scoprire il nostro cammino di figli

"Tra le virtù caratteristiche della Vergine Maria che segneranno la via del Carmelo Teresiano possono senza dubbio annoverarsi l'orazione e la contemplazione. Esse si trovano in Maria quando medita la Scrittura, quando conserva la memoria delle meraglie di Dio compiute nella sua storia personale"
(L. Borriello "Maria nella riflessione dei santi e dei teologi Carmelitani Scalzi", in op. cit.)

Impariamo a fare memoria della nostra storia di figli di Dio.

Compagna dei Carmelitani

Vorrei invitarvi a meditare il ruolo che Maria svolge per noi carmelitani, riportando un breve brano della relazione di p. Luigi Borriello, sempre tratta dal testo "Per una mariologia carmelitana":
La consacrazione religiosa e la vita vissuta nel Carmelo hanno come meta, secondo lo spirito dell'Ordine, la perfezione della carità, dell'amore di Dio e del prossimo. La tensione alla santità che caratterizza la vita del Carmelitano ha nella Vergine  Maria non solo il modello più alto, ma anche la compagnia più efficace"
 Sarà la Vergine, questo essere luminoso e puro della purezza di Dio, che mi prenderà per mano e m'introdurrà in cielo -  diceva la b. Elisabetta della Trinità.

Evviva: P. Saverio è stato riconfermato P. Generate

Cari fratelli, desideriamo comunicarvi che poco prima delle 11 nell'aula capitolare di Avila è stato rieletto Preposito Generale il nostro fratello P. Saverio Cannistrà. 


Eletto Generale nell'aprile 2009 a Fatima e oggi, ad Avila, a P. Saverioè stata rinnovata la fiducia affinché guidi il nostro Ordine e ci accompagni nel cammino durante i prossimi sei anni.
Ricordiamo che P. Saverio (Antonio Gennaro) Cannistrà del Sacro Cuore è nato a Catanzaro il 3 ottobre 1958. Ha compiuto gli studi di Filologia presso la Scuola Normale di Pisa e in seguito ha lavorato presso la casa editrice Einaudi.
Nel 1985 è entrato nel noviziato della Provincia italiana di Toscana dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; ha emesso la Professione temporanea il 17 settembre 1986 e la Professione perpetua nel 1990. È stato ordinato Sacerdote il 24 ottobre 1992.
Dottore in Teologia Dogmatica presso l'Università Gregoriana di Roma, P. Saverio Cannistrà è membro dell'Associazione Teologica Italiana (area settentrionale) e ha partecipato a numerosi congressi dell'Ordine. Conoscitore di varie lingue, ha insegnato nella Facoltà di Teologia del Teresianum di Roma e ultimamente era professore di Cristologia e Antropologia teologica nella Facoltà di Teologia dell'Italia centrale con sede a Firenze.
P. Saverio è stato eletto per la prima volta Superiore Provinciale nel Capitolo Provinciale di Toscana dell'anno 2008.
La fraternità dei Ponti Rossi e le monache dei SS. Teresa e Giuseppe (che sono state avvertite appenta la notizia è stata diffusa prima via twitter, poi dal padre assistente presente ad Avila), assicurano un costante ricordo nella preghiera a P. Saverio chiedendo a Santa Teresa di Gesù che lo aiuti a proseguire nella guida della nostra Famiglia sulla strada che ci conduce a Dio, affinché insieme a Lei, noi tutti sappiamo mostrare con la nostra vita che:
 Solo Dio basta.

La donna che canta il Magnificat





L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE!


"La figura della Vergine - ci spiega p. Andrea l'Affitto ocd, nel suo intervento al Convegno di mariologia carmelitana - è legata al testo del Magnificat, cantico che secondo la testimonianza di Sr. Maria di San Giuseppe Teresa frequentemente ripeteva sottovoce in castigliano, con fervore e devozione".

Teresa fa anche esperienza di questo canto di Lode, di gioia, di riconoscenza che traduce nell'opera "Esclamazione dell'anima a Dio".

Come ho manifestato la mia riconoscenza al Signore? Come posso oggi ringraziare, con gioia?

Maria, sorella da amare e da imitare

Nella relazione su "Spiritualità, preghiera e devozione mariana in Santa Teresa di Gesù" (in Per una mariologia Carmeltiana, pp.147-166) p. Luigi Gaetani OCD, si suggerisce di guardare a Maria di Nazaret e, al tempo stesso, all'immagine della donna:
A che cosa servirebbe, infatti, una riflessione mariologica se Maria di Nazaret non fosse, particolarmente in mezzo alle donee, donna del "sì" e del gaudio, dell'ora di Cana e della Croce, del Cenacolo e dellAttesa. A che cosa servirebbe un modello incapace di divenire segno del Regno, se non fosse in grado di sostenere la speranza di quel mondo in filigrana che è il mondo femminile, dove emergono donne sfruttate, umiliate, oppresse, soppresse e donne serene, responsabili, amorevoli....".
Questa introduzione di p. Gaetani mi fa tornare in mente che cosa scrisse di Maria S. Teresa di Gesù Bambino:
"perché una predica sulla santa Vergine mi piaccia e mi faccia del bene, bisogna che io veda la sua vita reale, non la sua vita supposta; e io sono sicura che la sua vita reale doveva essere semplicissima. Ce la mostra no inabbordabile, bisognerebbe mostrarla imitabile, far risaltare le sue virtù, dire che ella viveva di fede come noi.


Esemplare credente, discepola e maestra per i Carmelitani

Tra i partecipanti al I Convegno di mariologia carmelitana, p. Aniano Alvarez. Nella sua relazione egli ripercorre la vita di Teresa d'Avila all'insegna della Vergine Maria. 

 Proprio a proposito dell'ingresso di Dio nella vita di Maria e della reazione della Vergine, cita i Pensieri dell'Amor di Dio di S. Teresa:
Oh, segreti di Dio! Qui non v’è altro da fare che piegare la testa e pensare che il nostro intelletto non è minimamente all’altezza di penetrare le grandezze divine. Ora viene a proposito ricordarci come si comportò la Vergine nostra Signora, la quale, pur così piena di senno, domandò all’angelo: Come avverrà questo? Egli, rispondendole: Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo, troncò ogni argomentazione. Maria, nella sua grande fede e saggezza, capì subito che, di fronte a questi due interventi, non c’era altro da chiedere né alcun motivo di dubbio. Non si comportano così certi teologi (che non sono guidati dal Signore per questa via dell’orazione né hanno idea di cose spirituali) i quali vogliono sottomettere queste cose al loro giudizio e interpretarle secondo le loro vedute fino quasi a far credere di voler abbracciare tutte le grandezze di Dio con la loro scienza. Se imparassero qualcosa dall’umiltà della santissima Vergine! (6,7)

 Umiltà significa accettare ( e non sottrarsi schernendosi) la volontà di Dio, senza pensare di essere meritevole dei suoi doni.
L'ingresso di Dio nella tua vita lo hai soffocato con mille occupazioni diverse, con mille scuse o ti sei lasciato guidare, come Maria?


















E' cominciato il Capitolo Generale del nostro Ordine

Alle 19.30 nella Casa Natale di Santa Teresa di Jesús (Ávila), con la preghiera dei Vespri, presideuta da p. Saverio Cannistrà, Preposito generale, ha avuto inizio il Capitolo Generale OCD. Subito dopo seguirà
la celebrazione dell'Eucarestia

La fedele "serva" del Signore

Altra definizione di Maria: la fedele serva del Signore.
 Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.  

"Maria accogliendo Dio al momento dell'Annunciazione, mostra che la natura umana può essere completamente trasfigurata da Dio. Ella è l'immagine dell'anima fecondata dallo Spirito che genera il Signore".

Lasciati coprire dall'ombra di Dio, e scopri nel silenzio, che cosa ha riservato per te.


Comincia oggi il Capitolo Generale dell'OCD

Carissimi Fratelli nel Carmelo di Teresa,
Comincia oggi, con l’aiuto del Signore, avrà inizio ad Avila il XCI Capitolo Generale del nostro Ordine, proprio nell’anno in cui si compiono i 500 anni della nascita della Madre Teresa di Gesù.
Tutti siamo coscienti dell'importanza di questo avvenimento, essenziale per la riflessione e la proiezione della vita dell'Ordine, non solo perché in esso verranno scelti gli incaricati a svolgere il servizio di Governo per i prossimi sei anni, ma soprattutto perché si analizzerà in profondità il momento attuale che stiamo vivendo e si determinerà quale strada seguire insieme secondo quello che lo Spirito di Dio ci indicherà per il prossimo sessennio.
Un Capitolo Generale è, innanzitutto, un momento eccezionale di comunione. L'Ordine s’incontrerà nella sua bella molteplicità che oggigiorno lo costituisce, secondo la pluralità di nazioni e culture dei rappresentanti che si riuniranno ad Avila.
Non è possibile una vera comunione senza comunicazione. Nell'aula capitolare i dialoghi e le discussioni sui temi proposti saranno, con l'aiuto di Dio, un momento propizio per rafforzare la nostra fraterna comunione. Ma desideriamo che tale comunicazione vada oltre i limiti fisici di quell’aula e che anche voi possiate esserne partecipi.
Questa è la ragione per cui vi presentiamo questa pagina web (clicca qui), attraverso la quale potrete informarvi sui principali eventi che accadranno durante il Capitolo. Logicamente non tutto potrà essere reso pubblico, ma è importante che l’intero Ordine possa essere messo al corrente sui principali aspetti affrontati nell'aula capitolare, se vogliamo veramente che tutti ne siano partecipi –con la preghiera e la comunione- e ce siano giorni vissuti da tutti con intensità.

Durante il Capitolo avremmo occasione di ascoltare anche le nostre sorelle Carmelitane Scalze e i fratelli e le sorelle dell'OCDS. Siamo certi che anche per loro questa pagina web sarà di grande utilità.
Supplichiamo il Signore, per intercessione di Santa Teresa di Gesù, nostra Madre, affinché questo strumento che ora avviamo diventi un’opportunità per rafforzare la nostra comunione e ci unisca ancor più profondamente durante il Capitolo Generale, in modo che ci disponiamo ad ascoltare la voce dello Spirito, l'unica voce che può davvero renderci così come la nostra Madre ci vuole.

                                                                                      Fr. Saverio Cannistrà, ocd
                                                                                       Preposito Generale

L'adolescente di Nazaret

Scorrendo le relazioni del I Convegno mariano, colpisce l'elenco presentato da Salvatore Maria Perrella, osm, delle icone contemporanee di Maria. Vediamone insieme alcune, giorno per giorno. Partiamo dal primo momento in cui il Vangelo ce la presenta.

Dio non è entrato nel mondo con la forza: ha voluto «proporsi» e per farlo si è rivelato in un piccolo paese, Nazaret, ad una ragazza appena adolescente, Maria:

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Dio stupisce per le sue scelte. Però Dio conosce ogni creatura. Da sempre ha pensato a Maria per il Suo ingresso nel mondo. Alla giovane adolescente, che rischia la lapidazione perchè incinta non del suo promesso sposo, l'Angelo dice di non temere, dice che è piena della grazie del Signore, e che quel Signore è con lei, non l'abbandona.

Dio ha colto di sorpresa anche te! Ti ha scelto. Ripensa a quel momento. Senti anche tu le parole dell'Angelo: NON TEMERE. 
E ascoltalo come la giovane Maria

Guidati dalla mano di Maria


IMITATE MARIA E CONSIDERATE QUALE DEBBA ESSERE LA GRANDEZZA DI QUESTA SIGNORA E IL BENEFICIO DI AVERLA COME PATRONA 
(S. Teresa di Gesù,  III M, 1,3)



 Un testo: "Per una mariologia carmelitana", atti del I convegno di Mariologia Carmelitana-anno 2013.  Un'occasione: il mese mariano. Una ragione: il nostro è un Ordine che nasce in Terra Santa, sul Monte Carmelo, per onorare la Vergine. Una finalità: Maria è la prima secolare ad aver seguito Gesù. Da lei possiamo imparare a dire sì, a stupirci delle "grandi cose" che il Signore fa in noi, a mettere in pratica i talenti che Dio ci ha donato, a metterli al servizio degli altri... Lasciamoci guidare e conosciamola meglio attraverso gli studi su di lei.

La presentazione degli atti, fatta da P. Edmondo Caruana dei Carmelitani di Antica Osservanza (O. Carm.), officiale della Libreria Editrice Vaticana, centra l'attenzione sulla origine mariana del Carmelo e la testimonianza datane sia dai santi carmelitani, sia da studiosi dell'Ordine e no, fino a sottolineare che  la vita carmelitana deve essere in dialogo costante con il presento e con il passato. Le ricchezze della nostra tradizione devono essere preservate, ma in modo tale da essere rilevanti e significative per il presente.
 E' lo spirito con cui, aiutati dalla Parola di Dio, di cui Maria si è nutrita trascorreremo insieme questo mese a Lei dedicato.
Abbiamo cominciato con una frase di Teresa di Gesù, aggiungiamo, per concludere, l'incitazione di p. Tito Brandsma, carmelitano scalzo ucciso dai nazisti: "DOBBIAMO PERMETTERE CHE MARIA VIVA IN NOI ".

L'attualità di un santo, patrono del lavoro.

Sessanta anni fa, papa Pio XII, istituì la festa di s. Giuseppe operaio, modello e patrono dei lavoratori cristiani: "il 1° maggio, ben lungi dall'essere risveglio di discordie, di odio e di violenza, è e sarà un ricorrente invito alla moderna società per compiere ciò che ancora manca alla pace sociale. Festa cristiana, dunque; cioè, giorno di giubilo per il concreto e progressivo trionfo degli ideali cristiani della grande famiglie del lavoro.
Affinchè vi sia presente questo significato, e in certo modo quale immediato contraccambio per i numerosi e preziosi doni, arrecatici da ogni regione d'Italia, amiamo di annunziarvi la Nostra determinazione d'istituire — come di fatto istituiamo — la festa liturgica di S. Giuseppe artigiano, assegnando ad essa precisamente il giorno 1° maggio. Gradite, diletti lavoratori e lavoratrici, questo Nostro dono? Siamo certi che sì, perchè l'umile artigiano di Nazareth non solo impersona presso Dio e la S. Chiesa la dignità del lavoratore del braccio, ma è anche sempre il provvido custode vostro e delle vostre famiglie". 
Queste le parole del Papa nel 1955. Oggi questa festa, per tutti i lavoratori e per noi laici che veneriamo S. Giuseppe come speciale protettore del Carmelo teresiano,  deve far riflettere su tre elementi che la figura di questo santo ci indica con la propria vita. il tempio, la casa, la bottega. E' proprio l'ordine dei valori con cui riscostruire e rivalutare la società di oggi: il rapporto con Dio, con la famiglia e con il lavoro.
C'è un bel testo scritto da un padre carmelitano della nostra Provincia Napoletana, il compianto p. Antonio Di Gironimo, che dedicò nel 1966 proprio a San Giuseppe: "Il fabbro che lavorò con Dio", Editrice Studium.
"Tutto in Giuseppe parla di umiltà - scrive - Umile origine, anche se sce
nde fino a lui il casato di David. Umile condizione; umile mestiere; umile casetta; umile villaggio; umile trama di vita quotidiana nelle relazioni sociali, nella pietà religiosa, nello stesso compito di cooperatore alla realizzazione concreta del piano divino di salvezza; umile tramonto, quasi inavvertoto, quasi totale disperdersi e svanire nelle memorie, negli scritti, nell'attezione degli altri. Tutto questo non è avvenuto senza una disposizione di Dio."
Un'umiltà che è conoscenza di sè e di Dio, come ci insegna S. Teresa.
Affidiamoci a questo santo, come ci sprona S. Teresa, guardandone l'umiltà e la fiducia in Dio, la generosità e l'operosità, il silenzio e il senso di giustizia. Mise tutto nelle mani di Dio e Dio scelse le sue mani ed il suo cuore per proteggere ed educare Suo Figlio Gesù.