Fra' Lorenzo ci aiuta a "familiarizzare" con Dio

Fra’ Lorenzo della Risurrezione è un ottimo maestro d'orazione, nonostante la semplicità in cui è vissuto. Anzi proprio la sua modestia  ci fanno comprendere che tutti possiamo riuscire a vivere alla presenza  di Dio. Il piccolo frate Lorenzo desiderava una vita di silenzio e preghiera, ma per la maggior parte della giornata era immerso in faccende e distrazioni.
L'obiettivo. Bisogna prendere un impegno con se stessi e con Dio e cercare di essere fedele. Senza forzare l’anima, senza inquietarsi o scoraggiarsi se non sempre riusciamo ad essere fedeli. Bisogna procedere dolcemente, abituando il cuore con soavità a ricordarsi di Dio presente in lei. E' come cominciare a frequentare una persona. All'inizio ci sarà un po' di imbarazzo, non si saprà cosa dire, ma man mano che l'amicizia si instaura, si troverà sempre più spontaneo ricordarsi di Lui, invocarLo, lodarLo
Ecco un piccolo consiglio pratico Al Carmelo si insegna alle giovani a fare la “direzione” prima di ogni lavoro, cioè ad offrire sempre a Dio quello che stiamo per fare, che sia a sua gloria, chiedendo il suo aiuto e la sua benedizione. Anche durante l’attività si può, di tanto in tanto, tornare a Lui col pensiero, anche solo per un istante. Infine, concluso quello che dovevamo fare, ringraziamo Dio, offriamo a Lui i piccoli pasticci o sbagli che ci possono essere stati, ma con pace e umiltà.

La lettera del Padre Generale sui Martin, domani santi


Carissimi fratelli e sorelle nel Carmelo,
domenica prossima 18 ottobre, in piazza San Pietro, papa Francesco iscriverà solennemente i coniugi Luigi Martin e Zelia Guérin, genitori di S. Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, nel canone dei Santi, che la Chiesa propone come esempi di vita cristiana ai fedeli di tutto il mondo, affinché diventino fonte di ispirazione e compagni di cammino dai quali ricevere impulso, luce e conforto.
È motivo di grande gioia e gratitudine al Signore per tutti noi, che abbiamo appena concluso la celebrazione del V Centenario della nascita di S. Teresa d’Avila, madre della nostra famiglia religiosa, nella quale la Chiesa stessa riconosce un luogo particolarmente ricco di testimoni credibili della bellezza e dell’amore di Dio.
Questa canonizzazione è un ulteriore segno che il Signore ci dona per corroborare la nostra fede e ridare slancio al nostro cammino di carmelitani, chiamati a sperimentare la “tenerezza combattiva” dello Sposo (cf Evangelii gaudium 85), che col suo amore vuole accendere la speranza nei cuori di tutti gli uomini.

Padre Saverio Cannistrà, OCD
Viviamo un periodo storico segnato da una profonda trasformazione, che tocca tutti gli ambiti della vita umana – costume, cultura, religione, società, economia – a un livello globale, scatenando tensioni e paure. Nascono sentimenti di insicurezza e diffidenza reciproca, si creano situazioni di ingiustizia e instabilità, che mettono a dura prova la convivenza pacifica e la fiducia tra le persone, essenziale per un cammino comune e fecondo. La visione biblica dell’uomo, nella duplicità del suo essere maschio e femmina, e la comprensione del suo significato in ordine alla vita non sono più patrimonio comune ma, anzi, vengono messe in discussione. Al centro di questa battaglia per la vita c’è la famiglia naturale, fondata sul semplice riconoscimento della differenza provvidenziale tra uomo e donna che permette, all’interno di una relazione di alleanza basata sull’amore reciproco, di generare, custodire, far crescere la vita umana, non soltanto per sé, ma per ogni essere umano. 
La canonizzazione dei coniugi Martin è un segno dei tempi che ci deve interrogare profondamente perché ha un valore epocale.
La Chiesa infatti, guidata dallo Spirito, ha deciso – per la prima volta nella sua storia – di canonizzare insieme una coppia di sposi, durante la celebrazione della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema la vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo, nella domenica dedicata alla Giornata missionaria mondiale. .......



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Auguri e buon inizio di formazione!

Nella foto i tre nuovi ammessi (al centro) in compagnia
 del padre Assistente Luigi Borriello, della presidente Luisa
Spirto e della incaricata alla formazione Giuliana Bile
Nella storica fraternità dell'Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi di Santa Teresa a Chiaia c'è stata, dopo molti anni, l'emozionante cerimonia di ammissione. E' la prima volta da quando sono state approvate le nuove Costituzioni (2003) e Francesca Napolitano, Nicoletta Aveta e Ciro Esposito sono i primi tre ammessi alla formazione secondo il programma unico previsto per l'Ordine Secolare (ammissione alla formazione, dopo un anno la promessa temporanea, dopo tre anni quella definitiva).
E' il segno di un voluto rinnovamento nato sotto lo sguardo di S. Teresa, nell'anno che ha visto tutto l'Ordine celebrarne il V centenario dalla nascita. Auguriamo alla fraternità concittadina di crescere nella fedeltà al carisma e nella gioiosa condivisione.

Festa nella Fraternità di Chiaia














La Comunità dei Padri Carmelitani Scalzi e la Fraternità Ocds di “Santa Teresa a Chiaia” in Napoli, nella gioia del V centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù, sono liete di comunicare l’Ammissione all’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi, per il cammino di formazione nella Famiglia del Carmelo Teresiano, di
Nicoletta Aveta, Ciro Esposito e Francesca Napolitano.
 Il rito di Ammissione avrà luogo nel corso di una solenne Liturgia Eucaristica presieduta 
 dal rev. P. Luigi Borriello, Assistente dell’Ocds e Superiore del Convento di Santa Teresa a Chiaia in Napoli, presso l’omonima Chiesa di Via V. Colonna, in data 15 Ottobre 2015, alle ore 18.30

Per innamorarsene, Dio non posa lo sguardo sulla grandezza dell’anima,
ma sulla grandezza della sua umiltà. (S. Giovanni della Croce)

Auguri dalla fraternità dei SS. Teresa e Giuseppe ai Ponti Rossi

Per noi la sua piccola via

Nel giorno in cui ricordiamo S. Teresa di Gesù Bambino ecco la sua piccola eredità:

« Ho cercato solo la verità » 
e la sua ricerca, nell'arco dei suoi 24 anni di vita, ha portato Teresa Martin, la carmelitana scalza di Lisieux, all'esigenza di un ritorno al Vangelo nella sua purezza radicale. « Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. » (Mt 18,3).
« Rendermi migliore di ciò che sono, mi è impossibile »
e questa consapevolezza, anziché avvilirla l'ha condotta a percorrere la piccola via, la sua piccola dottrina (Manoscritto C, 2) che la Chiesa ha riconosciuto così fondamentale, da iscrivere anche la piccola Teresa di Gesù Bambino nel registro dei Dottori della Chiesa, come la sua madre nella fede, Teresa d'Avila.
In tutte le situazioni e in tutte le azioni della sua vita, Teresa di Gesù Bambino si affida come un bambino nelle braccia del Padre, perché crede che se Dio le domanda qualcosa ed ella è consapevole di esserne incapace, Dio lo farà in lei: « Gesù si compiace di mostrarmi l’unico cammino che conduce a questa Divina fornace, questo cammino è l’abbandono del bambino che si addormenta senza timore nella braccia del Padre. » (Manoscritto B, 1 v).

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