Carissimi Confratelli e Consorelle nel
Carmelo,
la
Solennità della B.V. Maria del Monte Carmelo ci ricorda la comune vocazione e
missione, consente di guardare alla Madonna, in questo tempo di grazia e di
turbolenza, come la Madre che copre i suoi figli e tutto il popolo di Dio con
il suo manto di tenerezza.
La prima antifona latina della Vergine
Maria è Sub tuum presidium. "Noi preghiamo la Madonna che ci protegga,
perché il posto più sicuro è sotto il suo manto. Lei è "la mamma
che cura la Chiesa e la protegge. (Papa
Francesco). Dobbiamo avere fiducia in Maria e permanere sotto la Sua protezione. È la cosa più
utile in questo tempo di "odio, in tempo di persecuzione, in tempo di
turbolenza spirituale". Non è un caso che Papa Francesco richiami
quest'immagine, che - in italiano - si chiama "Madonna della Misericordia". Quest'iconografia della Vergine,
cara anche alla nostra tradizione, la rappresenta veramente come "madre
della Chiesa", che tiene "sotto la sua protezione" ognuna delle membra del Corpo mistico del suo Figlio Gesù.
Maria viene invocata come “Mater misericordiae” e, nella stessa
preghiera, le si rivolge la supplica: “illos
tuos misericordes oculos ad nos converte”; “Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi”. Nella messa di
apertura dell’anno giubilare in Piazza San Pietro, a lato dell’altare era
esposta un’antica icona della Madre di Dio, venerata in un santuario dei
greco-cattolici di Jaroslav, in Polonia, conosciuta come la “Porta della misericordia”. Maria è madre
e porta di misericordia perché è stata la porta attraverso cui la misericordia
di Dio, con Gesú, è entrata nel mondo, ed è ora la porta attraverso cui noi
entriamo nella misericordia di Dio, che è la Trinità. Maria non è soltanto colei
che ci ottiene misericordia, ma anche colei che ha ottenuto, per prima e più di
tutti, misericordia.
Il titolo “piena di grazia” è sinonimo di “piena
di misericordia”. Maria stessa, del resto, lo proclama nel Magnificat: “Ha guardato, dice, l’umiltà della sua serva”,
“si è ricordato della sua misericordia”;
“la sua misericordia si estende di
generazione in generazione”. Maria si sente beneficiaria della
misericordia, la testimone privilegiata di essa. In lei la misericordia di Dio
non si è attuata come perdono dei peccati, ma come trasparenza della grazia
originale, della bellezza prima.
Dio ha fatto con lei, diceva santa
Teresa di Gesú Bambino, quello che farebbe un bravo medico in tempo di
epidemia. Egli va di casa in casa a curare coloro che hanno contratto il
contagio; ma se ha una persona che gli sta particolarmente a cuore, come la sposa
o la madre, farà in modo, se lo può, di non farle neppure prendere il contagio.
E così ha fatto Dio, preservando Maria dal peccato originale per i meriti della
passione del Figlio. “Nessuno come Maria ha conosciuto la
profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato
dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto
è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato
intimamente al mistero del suo amore. Scelta per essere la Madre del Figlio di
Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca
dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina
misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Gesù. Il suo canto di lode,
sulla soglia della casa di Elisabetta, fu dedicato alla misericordia che si
estende «di generazione in generazione» (Lc 1,50). Anche noi eravamo presenti
in quelle parole profetiche della Vergine Maria. Questo ci sarà di conforto e
di sostegno mentre attraverseremo la Porta Santa per sperimentare i frutti
della misericordia divina… Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio
non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno. Rivolgiamo a lei
la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi
mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di
contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù”
(Misericordiae vultus 24).
Noi
ricorriamo a Maria perché siamo fermamente certi che Ella può capire. Ricorriamo
a Lei perché sa cosa significa conoscere l’amara esperienza di una vita. Ci
sono prove che segnano la mente, il cuore, il corpo e Maria le ha conosciute. Ha
conosciuto, per condizione e per scelta, lo stile dell’ultimo posto. Giovanni
la presenta come piantata: “Stava
presso la croce”, come se quello fosse il suo luogo abituale, il
posto dell’appuntamento dove incontrare l’umanità, riuscendo così a stare nel
cuore stesso del dolore, compiendo il pellegrinaggio più difficile: quello di
andare oltre le ragioni della ragione, quello di chi, lasciandosi guidare dal
cuore, ha abbracciato senza attendere il contraccambio e comprende senza
pretendere.
Ecco
il compito che il Figlio Gesù affida alla Madre sua e questo compito durerà
finché sulla terra ci sarà qualcuno da amare, ma questo è anche il compito
affidato a ciascuno di noi. Per questo quando il Figlio muore, sembra che
manchi persino Dio: questo sente l’umanità del Figlio, mentre ricompare Colei
che sembrava quasi allontanata, messa in fondo alla fila dei piccoli. Ora c’è: “Stava…”. Chi ha donato la vita a
qualcuno, non gli chiederà mai conto di come l’ha spesa. Continuerà ad esserci,
comunque. Ai piedi della croce resta l’amore, quello vero, l’unico frammento di
umanità già salvata perché all’unisono col cuore di Dio. Amare quando tutti
hanno smesso di farlo, come Dio, che continua a farlo proprio quando tutto
attesta che non ne vale la pena. Ecco la misericordia: continuare ad amare
quando tutti hanno smesso di farlo.
Carissimi
Confratelli e Consorelle, lasciamo che questa esperienza di misericordia
intrida la vita di ognuno di noi nell’esperienza della vita fraterna in
comunità, nella vita della Provincia e nell’azione pastorale. Convinciamoci che
“soltanto per compassione possiamo venire
amati” (Madeleine Delbrel), che l’amore di Dio ci precede sempre e che
all’origine di ciò che noi siamo c’è Lui: “Prima
di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce,
ti avevo consacrato” (Ger. 1,5).
Nella
fraternità e nell’amicizia di sempre, formulo i migliori auguri per ognuno e
per tutta la comunità provinciale.
Bari, 07 luglio 2016 P.
Luigi Gaetani, OCD
Provinciale
n.b. - Approfitto della
circostanza per ricordare che nei giorni 25-27 si terrà a Nusco, presso la
nostra casa “Mater Carmeli”, il Consiglio provinciale ordinario e che dal 31
luglio al 7 agosto, nella stessa casa, si terrà il campo scuola vocazionale.