Il cielo brilla quando viene illuminato dal coro delle stelle, e l’universo brilla più ancora quando sorge la stella del mattino. Ma questa notte risplende ora, meno per il chiarore degli astri che per la gioia davanti alla vittoria del nostro Dio e Salvatore. “Abbiate fiducia, dice infatti, io ho vinto il mondo” (Gv 16,33). Dopo questa vittoria di Dio sull’avversario invisibile, anche noi vinceremo certamente sui demoni. Rimaniamo dunque vicino alla croce della nostra salvezza, per cogliere i primi frutti dei doni di Gesù. Celebriamo questa santa notte con le fiaccole sacre; facciamo salire una musica divina, cantiamo un inno celeste; il “Sole di giustizia” (Mal 3,2) nostro Signore Gesù Cristo, ha illuminato questo giorno per il mondo intero, è sorto per mezzo della croce, ha salvato i credenti... (Santo Hesychius)
La Santa Pasqua
con Elisabetta della Trinità
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria
andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti,
sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto
era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui,
le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate
paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva
detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli:
“È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare
l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!».
Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro:
«Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
1. La meditazione del giorno: “Risorgeremo con Lui” (L 42)
Più volte, Elisabetta ricorda la Settimana Santa che culmina nella gioia della mattina di Pasqua.
Prima della sua entrata in monastero, scrive a Marguerite Gollot : “Non scorderà certo la
nostra veglia del Giovedì Santo. Quali ricordi! Questa volta non ci sarà nessuno per riaccompagnarmi,
ma spero di andarci lo stesso, fosse anche per un momento solo. È forse necessario
dirle che non la dimenticherò durante quella notte d’amore? Il Venerdì Santo le do appuntamento
ai piedi della croce fino alle tre. Bisogna morire con lui, cioè morire a tutto per non vivere
che di lui! E, domenica, con lui anche risorgeremo. Oh! la festa di Pasqua! Bisognerebbe
andare a celebrarla lassù, nel nostro Carmelo celeste, ma quando egli vorrà. Che importa la
vita o la morte?... Amiamo!” (L 42).
Dal Carmelo, scrive alle sue cugine: