Benedetto VXI è nella Misericordia di Dio

 


Stamattina, alle 9.34 il Signore ha chiamato a sé il nostro papa emerito Benedetto XVI. Dal silenzio degli ultimi giorni alla Luce infinita. Ci proteggerà dal cielo, lui che ha tanto amato anche il Carmelo.

Il Papa ci chiede di pregare per Benedetto XVI: "è molto malato"

Stamattina, al termine della sua udienza generale Papa Francesco ha raggelato l'atmosfera dell'aula Paolo VI con una richiesta di preghiera per il papa Emerito "molto malato". Pensando al riserbo con cui Benedetto XVI ha vissuto  questi quasi dieci anni di vita di clausura dopo la rinuncia al soglio Pontificio, rispettato da tutti i suoi collaboratori e dal Papa, ci si è subito preoccupati per le sue sorti. Già qualche giorno fa il Papa a un gruppo di giornalisti aveva parlato di Benedetto XVI cone di  "un santo, un uomo di alta vita spirituale". E aveva aggiunto: "Lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione. Ha un buon senso dell'umorismo, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione".
Le sue condizioni, ha confermato oggi pomeriggio la sala stampa del Vaticano, sono davvero molto gravi. E' monitorato dai medici, nella sua residenza alla Mater Ecclesiae il piccolo monastero in cui vive con mons Ganswein e le memores dal 2013. 
Chiediamo a tutti i carmelitani secolari e a chi ci legge  di unirsi in preghiera con tutta la Chiesa, per chiedere al Signore di sostenere Benedetto XVI in questi momenti di sofferenza e di consolarlo con la Sua vicinanza. 

In noi nasce il Bambino

 

Ho visto brillare la stella luminosa
che mi indicava la culla del mio Re
E nella notte immobile e misteriosa
Sembrava indicare me.

Poi ho sentito, piena di fascino
La voce dell’Angelo che mi dice:
“Ricordati, è nella tua anima
Che il mistero è compiuto.
Gesù, Splendore del Padre,
In te si incarna.
Con la Vergine Madre
Abbraccia il tuo Amato,
E’ tuo”.

Santa Elisabetta della Trinità, carmelitana scalza

Ritiro di Avvento a Maddaloni

 

Si è svolto oggi nella Casa di Spiritualità dei Carmelitani Scalzi della Provincia Napoletana, a Maddaloni, il ritiro di Avvento per le comunità ocds della Campania. Tema dell'incontro l'annuncio dell'Incarnazione del Verbo, attraverso l'analisi di due passi del Nuovo Testamento: il Prologo del vangelo di Giovanni (Capitolo 1, 1-18) e il vangelo di Luca sull'Annunciazione (Capitolo 1, 26-38).

Un racconto quasi lirico del mistero del Verbo in Giovanni s'intreccia con il racconto realistico di Luca, di ciò che avvenne a Maria quando ebbe l'Annuncio dall'Angelo.

Padre Andrea L'Afflitto ci ha aiutato alla comprensione  dell'Incarnazione facendo riferimento a queste due pagine evangeliche vibranti di mistero e di profezia, ai salmi, a una  catechesi di Papa Benedetto XVI, a un'omelia di Papa Francesco e  alla spiritualità carmelitana.

CON GIOVANNI DI FRONTE AL MISTERO DI DIO.

Con l'evangelista Giovanni - ha spiegato - siamo di fronte al mistero del Verbo incarnato "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (v. 14) Il mistero cristiano, accolto e annunciato da sempre, è - come disse papa Benedetto XVI - "parola centrale della fede cristiana" (udienza generale del 9 gennaio 2013 ). I Padri hanno riflettuto molto sul versetto 14 perché quel "farsi carne" ha un significato particolare. L'evangelista non dice "Il Verbo si fece uomo, ma carne".
«La parola “carne” - sono le parole di Benedetto XVI -  secondo l'uso ebraico, indica l’uomo nella sua integralità, tutto l'uomo, ma proprio sotto l’aspetto della sua caducità e temporalità, della sua povertà e contingenza. Questo per dirci che la salvezza portata dal Dio fattosi carne in Gesù di Nazaret tocca l’uomo nella sua realtà concreta e in qualunque situazione si trovi».

Io ho bisogno di un Dio vicino che si faccia mio fratello capace di soffrire -- scrisse nel 1895 Teresa di Gesù Bambino (“Oh, se potessi avere un cuore ardente d’amore che resti il mio sostegno, non m’abbandoni mai, che ami tutto in me, persino la mia debolezza, e non mi lasci mai, né il giorno né la notte. Non ho trovato mai creatura capace d’amarmi a tal punto e senza mai morire, di un Dio ho bisogno, che assunta la mia natura si faccia mio fratello, capace di soffrire”).
Quel Dio che si fa carne e diventa fragile come noi è anche "carne" che nutre, che viene a prendere dimora nella vita di ciascuno di noi. Il Verbo è Sapienza di Dio, è il Figlio che dall'eternità, è Parola creatrice (Dio disse: Sia Luce...).

CON LUCA NEL MISTERO DI UN DIO CHE NASCE DA DONNA
Luca non ha lo sguardo contemplativo di Giovanni e racconta con grande semplicità che la giovane Maria è una creatura docile su cui Dio stende la sua Grazia come un'ombra. Il Verbo s'incarna in Maria. E Maria genera Cristo. Ma perché diciamo che l'incarnazione riguarda anche noi? Perché se Maria è segno della Chiesa che genera Cristo e continua a generarlo attraverso la Parola e i Sacramenti, anche noi che siamo Chiesa siamo chiamati a essere "madri" di Dio, di quella Parola che diviene vita e segno di donazione e di salvezza per l'altro.

TI COPRIRA' CON LA SUA OMBRA

«Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra», si sentì rassicurare Maria dall’Angelo (Lc 1,35). L'immagine dell'ombra, ha spiegato p. Andrea - ricorre spesso nella Sacra Scrittura con diversi significati. Spesso si legge "nell'ombra della morte" (anche nel Cantico di Zaccaria in Lc 1, 68-79) perché l'ombra è assenza di luce, di vita; ma si legge anche "Vorrei abitare nella tua tenda per sempre, vorrei rifugiarmi all'ombra delle tue ali" (salmo 61,5) oppure "Chi abita al riparo dell'Altissimo passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente" (salmo 90/91); "L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa" (143/144). Sì, perché l'ombra è anche riparo, ristoro, protezione "Io ho posto le mie parole sulla tua bocca, ti ho nascosto sotto l'ombra della mia mano,(Isaia 51,16). Potremmo fare tanti esempi. Il mistero in Maria si compie sotto l'ombra dell'altissimo, al riparo e in silenzio.

L'IMPORTANZA DEL SILENZIO.

Quando nel gennaio 1964, Paolo VI visitò la Terra santa e si recò nella Basilica dell'Annunciazione a Nazareth disse: “Qui tutto parla e tutto ha un senso…Una lezione di silenzio: il silenzio di Nazareth ci insegna il raccoglimento, l'interiorità, la disposizione all'ascolto delle parole dei veri maestri…Una lezione di vita familiare: Nazareth ci insegna cosa è la famiglia, la sua comunione di amore, il suo carattere sacro ed inviolabile…Una lezione di lavoro: la «casa del figlio del carpentiere".  E proprio ispirandosi a questo discorso che papa Francesco - ha spiegato p. Andrea - nella sua omelia a Santa Marta del 20 dicembre 2013: «È l’ombra di Dio — ha spiegato il Pontefice — che nella storia della salvezza sempre custodisce il mistero». È «l’ombra di Dio che accompagnò il popolo nel deserto». Tutta la storia della salvezza mostra che «il Signore ha sempre avuto cura del mistero. E ha coperto il mistero. Non ha fatto pubblicità del mistero». Infatti «il mistero che fa pubblicità di sé non è cristiano, non è mistero di Dio. È una finta di mistero. .. quando la Madonna riceve dall’angelo l’annuncio del Figlio «il mistero della sua maternità personale» rimane nascosto». 

UN MISTERO CHE PUO' RIPETERSI NELL'ANIMA 

"O fuoco consumatore, Spirito d'amore, scendete sopra di me, affinché si faccia nella mia anima, come un'incarnazione del Verbo, ed io sia per lui un'aggiunta d'umanità, nella quale egli rinnovi tutto il suo mistero." E' la testimonianza di una carmelitana scalza, S. Elisabetta della  Trinità. E nell'anima l'esempio di Maria è esempio e segno di carità è, per dirla con S. Teresa di Gesù, la coabitazione in noi di Marta e Maria, azione e contemplazione.


Numerosi i partecipanti al ritiro a Maddaloni terminato con una bella condivisione sulla meditazione della mattina. La giornata si è conclusa con la recita comunitaria dei Primi Vespri della Domenica.
Il bello di questi incontri è che sono un punto di partenza per ciascuno di noi per riascoltare, per approfondire, per sentirsi anche confermati nella vocazione carmelitana e proseguire con una maggiore consapevolezza il cammino dell'Avvento.

PER APPROFONDIRE

Ascolta l' audio della meditazione di p. Andrea

Spunti suggeriti da  p. Andrea

Il mistero non cerca pubblicità (omelia di Papa Francesco)
Elevazione alla SS. Trinità di S. Elisabetta della Trinità 

E' cresciuta la nostra comunità ocds

 La Presidente dell'ocds della Comunità dei SS. Teresa e Giuseppe ai Ponti Rossi Ketty Bianco ci descrive in queste righe l'emozione di una giornata in cui sono stati ammessi altri cinque componenti alla formazione per essere preparati alla prima promessa all'ocds.


Carissimi fratelli e sorelle il 3 dicembre 2022 alle ore 10,00 nel Monastero dei Santi Teresa e Giuseppe la comunità dei Ponti Rossi assieme alle monache claustrali si  è  riunita attorno alla mensa eucaristica per l’ammissione in comunità di cinque fratelli e sorelle che vogliono  trasmettere con il loro impegno  la spiritualità del Carmelo nella Chiesa: Antonio Giglio, Luigi De Crescenzo, Sonia Rescigno, Nicoletta Grasso e Don Marcello Schiano.

A Presiedere la celebrazione il nostro caro P. Provinciale Luigi Gaetani, hanno concelebrato P. Eraldo Cacchione gesuita Rettore della chiesa Santa Maria della Speranza a Scampia e Don Marcello Schiano Parroco della Parrocchia Santuario Maria Regina della Pace, Quarto.  E’ stato emozionante e a dir poco commovente percepire la bellezza dell’incontro abbracciandoci in un'unica preghiera.

E in un tempo in cui la Chiesa ci richiama a un cammino sinodale è difficile non pensare all’esortazione di Papa Francesco che si è soffermato sulle tre parole chiave del Sinodo: comunione, partecipazione, missione. Tre aspetti che in un giorno di festa come quello che abbiamo vissuto, ci interroga attraverso l’omelia del P. che ci richiama alla bellezza della chiamata ricordandoci che l’amore per i fratelli lì dove c’è una ferita  non dev’essere una semplice partecipazione ma  ci deve spingere ad accompagnare il fratello – non accanto o dietro – ma semplicemente accompagnarlo nel profondo di noi stessi , e a tal proposito come non accennare all’incontro spirituale di S. Francesco Saverio gesuita spagnolo di cui ricordiamo la festa liturgica il 3 dicembre con la guarigione della nostra beata Suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso  , la quale attraverso l’intercessione del santo ha potuto sperimentare con la sua miracolosa guarigione  che con l’amore e la testimonianza è più bello il donare che il ricevere, cosi come ci ricorda il vangelo - gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date.

Che dire , come non rivolgere il pensiero  all’ingresso in comunità del nostro Don Marcello Schiano che con la sua risposta alla chiamata all’ordine OCDS si è lasciato  investire dall’amore per la spiritualità Carmelitana Teresiana che difficilmente ti lascia indifferente quando la si incontra , poter descrivere le immagini e le emozioni vissute durante il rito di ammissione potrebbe sminuire o impallidire di fronte a tanta grazia.

 Rinnovo gli auguri ai nostri Antonio, Luigi, Sonia, Nicoletta e Don Marcello perché insieme possiamo camminare attivamente per coinvolgere tutti i membri della comunità cristiana nella missione della Chiesa.

 Ringrazio il P. Provinciale Luigi Gaetani, la Madre Superiora Suor Maria Gigliola e le monache dei Ponti Rossi, P. Eraldo, la nostra Presidente del Consiglio Provinciale Costanza Pertone, e tutti i presenti che con il loro amore e la loro partecipazione hanno reso possibile questa indimenticabile giornata!

E termino con un pensiero di auguri per un prospero tempo di avvento a tutte le comunità OCDS e all’Ordine dei frati e delle monache con un pensiero della beata  Suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso.

 – Nella religiosa famiglia in cui il Signore vi ha posto, amate tutte nella carità di Cristo, ed aiutate tutte a salire il monte santo con il vostro esempio. Quale divina bellezza avere il cuore mortificato, il sorriso sulle labbra, la dolcezza nella parola, la compassione fraterna nel gesto, come lo Sposo Gesù , come i nostri santi.

                                                                                                       Presidente Ketty Bianco  

Ripristinata e benedetta l'antica Fonte miracolosa

Il 27 novembre a Jaddico nel corso delle celebrazioni per il 60 anniversario del Santuario mariano è stata inaugurata l'antica Fonte Miracolosa, con la processione che si svolge ogni 27 e la benedizione della fonte ripristinata.

Per la storia di questa clicca qui, troverai la storia del Santuario e come fu trovata la Fonte.