La fraternità si è riunita oggi per l'esercizio della Lectio Divina. Il brano scelto, particolarmente significativo a conclusione dell'anno della fede (domani ufficialmente chiuso dalla celebrazione del Papa in piazza San Pietro) è il racconto dell'incontro fra Gesù e l'emorroissa.
Storia: Dal Vangelo di Marco (5, 25-34) La
guarigione dell’emorroissa.
Leggiamo una prima volta il brano
Dove ci troviamo: Siamo nei
pressi del mare di Galilea.
Quello che è definito Mare di Galilea
in realtà è il più grande lago di acqua dolce della Terra, intorno al quale
scorre il fiume Giordano. Assume vari nomi. Nell’A.T. è chiamato mare di
Kinneret, nel nuovo è il lago di Tiberiade o di Genèsaret. E’ la sede
principale della predicazione di Gesù, su una delle sue rive aveva chiamato
Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. E’ il lago della tempesta (Il
lago, per la sua posizione sotto il livello del mare e le sue alte sponde, è
soggetto a fenomeni meteorologici improvvisi: le sue tempeste sono brevi ma
violente.), quello sulle cui
acque camminò Gesù e anche il luogo dove Gesù Risorto si manifestò ai
discepoli.
Intorno a questo lago c’è Cafarnao, c'è la
città di Tiberiade, poco distante il monte delle beatitudini.
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Il Lago di Tiberiade visto dal monte delle Beatitudini |
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Il lago di Tiberiade |
Scena: Prima di quest'incontro Gesù è raggiunto da un uomo che gli chiede di
guarire la figlia dodicenne in fin di vita. il Maestro s’incammina con lui verso
casa. Lo seguono gli apostoli e una grande folla, data la fama di guaritore che
Gesù ha acquisito (nel suo Vangelo, Marco racconta la guarigione della suocera
di Pietro, un indemoniato a Cafarnao, un lebbroso, un paralitico, un uomo dalla
mano inaridita, un altro indemoniato a Gerasa).
Tra la folla, sporge all'improvviso la mano di una donna; si allunga verso il
mantello di Gesù. Questa donna per via della sua malattia è debole,
avvilita e timorosa poiché con il suo gesto sta infrangendo le norme giudaiche: nel Levitico
una donna che perde sangue è considerata impura (15.19 ss.) e obbligata a non
avere rapporti con gli altri, ne tanto meno a toccarli.
La donna tocca Gesù e Lui seppur spintonato dalla folla è come se percepisse soltanto quel tocco.Cerca allora un contatto visivo con la donna, vuole che emerga dalla folla, che dia la sua testimonianza di fede. L'ha già sanata, ma non basta. Vuole che la sua fede sia consapevolmente espressa, davanti a tutti e che la sua dignità di persone le sia pubblicamente restituita. Così l'audacia di "prenderlo alle spalle" si traduce in un sublime faccia a faccia.
"Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo
male".
Rileggiamo il brano sottolineando tutto quello che ci ha colpito.
Colloquio di amicizia: Chiedo al Signore la grazia di conoscere
nell’intimo che cosa desidera che io impari da questo brano?
Che cosa dice oggi alla mia vita, al mio cammino di fede. Mi sono fermato a toccare le frange del mantello? Non oso vivere pubblicamente la mia fede? Non mi sento degno di essere amato da Dio? Come comunico con Lui? Quanta fiducia ho nella sua capacità di salvarmi?