Il carmelitano amato da Wojtyla

Raffaele Kalinowski, il carmelitano scalzo, che ricordiamo oggi, nasce a Vilnius, in Lituania, nel 1835,
E’ ingegnere militare e capitano di Stato maggiore. Lavora a ferrovie e fortezze. Partecipa, sia pur controvoglia, alla rivolta polacco-lituana contro i russi. Conosce per questo i lavori forzati in Siberia, dove porta con sé il Vangelo, l'«Imitazione di Cristo» e un crocifisso. Liberato, entra quarantaduenne nel Carmelo di Graz. Divenuto fra' Raffaele di San Giuseppe, va in Polonia, a Czerna dove passa le sue giornate esercitando per ore e ore il ministero della Confessione. Ha un carattere aperto, molto cordiale. Dalla sua permanenza in Siberia ritorna convinto della necessità di dedicarsi ai giovani, perché durante la giovinezza l’apprendimento struttura la persona e si fanno le scelte per il futuro. Cerca innanzi tutto una formazione totale dell’essere umano, spinto dall’interesse spirituale e intellettuale. La sua vita è illuminata dal Vangelo e dalla Persona di Gesù. Nella sua vita emergono in modo speciale lo spirito di carità e di riconciliazione e l’impegno profuso nella formazione, specialmente dei giovani.

Insegna ad essere coraggiosi nella perseveranza della fede, ad aver fiducia nelle difficoltà, come pure la persuasione che solo alla luce della riconciliazione proveniente da Dio si può andare incontro all’uomo e perdonare, e che per poter perdonare è necessario riconoscere di essere perdonati.

L'Ordine lo chiama a fondare nuove comunità nel Paese. L'ultima è quella di Wadowice, città che darà i natali nel 1920 a Karol Wojtyla e dove p. Raffaele morirà nel 1907.

Papa Giovanni Paolo II, molto legato a questa figura carmelitana che lo avvicinò alla nostra spiritualità,  beatifica Kalinowski il 22 giugno 1983 e lo proclama santo il 17 novembre 1991. 

È invocato come patrono dei siberiani, degli educatori, dei ferrovieri, degli ingegneri e dei giovani.

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