L'Omelia per la Festa di S. Giovannin della Croce e la lettera del Padre Generale a tutto l’Ordine

Lo scorso 14 dicembre, in occasione della memoria liturgica di San Giovanni della Croce, il padre Miguel Marquez Preposito Generale ocd, ha presieduto al Teresianum l'annuale celebrazione per le professioni solenni.  Rivolgendosi ai tre professi ha detto "Cari Athul, Szymon e Uday. Grazie per essere pronti a dire sì alla vita, alla presenza della Chiesa e del Carmelo. Nel vostro sì, anche noi diremo sì a Dio, come abbiamo fatto la prima volta. Voglio ringraziarvi per la vostra fiducia e per aver condiviso alcuni fatti della vostra vita. Ecco perché questa omelia è un po' sinodale, fatta tra noi quattro, voi ed io. Siate sempre carmelitani. Siate sempre carmelitani sinodali, cioè in ascolto e attenti a ciò che è importante nelle cose semplici della vita e in ogni persona, senza distinzione.
Prima della mia professione solenne sentii un padre carmelitano, P. Maximiliano Herráiz, dire una frase che mi è rimasta dentro e ha incendiato il mio cuore: Giovanni della Croce era un uomo di un unico amore. Che siate uomini di UN SOLO AMORE, con il cuore aperto, al servizio di tutti, veri fratelli; carmelitani sempre più innamorati ogni giorno. Szymon mi ha detto che le difficoltà e la notte portano sempre a una nuova realtà. Cercare l'unione con Dio nella vita quotidiana. Ecco perché hai scelto di chiamarti “della Croce del Salvatore”. 
- Quando si entra nel Carmelo si lascia tutto e si trova tutto, ha detto Uday, ricordando Elisabetta della Trinità. 
- Athul mi ha detto, con San Paolo, che dobbiamo essere sempre gioiosi, pregare senza sosta e rendere grazie. 
Tutti e tre sono stati segnati in modo speciale da Santa Teresa di Lisieux: la vita ordinaria, le piccole cose, la preghiera, la vita comunitaria. Ma anche da Giovanni della Croce e da Teresa di Gesù. E senza dubbio - uno di voi mi ha detto - la presenza di Maria e il rosario. Una presenza sempre miracolosa. Se Maria è presente nella vostra vita, la strada porta direttamente a Gesù. Siamo fratelli e sorelle e figli di Maria, pellegrini in cammino, sempre all'inizio. 
(...) La formazione non finisce mai. Possiate continuare a lasciarvi formare, ad essere sempre umili, a lasciarvi aiutare. Questi anni che verranno, dopo la professione, sono molto importanti. La professione, lo sapete, non è una meta, è un punto di partenza, bisogna sempre cominciare, come sapeva bene la Madre Teresa di Gesù. Anche Giovanni della Croce ha saputo cominciare sempre, non fermarsi, vivere in cammino: professò, sì, a Medina del Campo verso il 1564, ma pochi anni dopo rinnovò la sua consegna a Dio dicendo di nuovo sì a Duruelo (il 28 novembre 1568); la sua vita fu dunque un cammino, la sua vita fu sempre un dire sì: in prigione, nei diversi servizi a cui fu chiamato, nell'accompagnare le sue sorelle Carmelitane Scalze, nel momento finale della sua vita quando fu messo da parte.... Sappiamo, perché lo disse l'Angelo al profeta Elia, che il viaggio è al di sopra delle nostre forze. Ecco perché vi invito a comprendere e accettare la Parola di Dio, come nutrimento e luce adatta a voi ogni giorno. La Parola che abbiamo appena ascoltato, che abbiamo appena proclamato oggi, è anche per ognuno di noi e, in modo speciale in questo giorno della vostra professione, è per voi. Permettetemi di soffermarmi brevemente su di essa. Isaia dice oggi a ciascuno di voi: NON temere, tu mi appartieni. IO SONO IL SIGNORE TUO DIO. Tu sei prezioso ai miei occhi. Sono con te. Non avere paura. Giovanni della Croce dice che Dio ci ama con l'amore che ha per se stesso, perché ci ama dentro di sé. Egli è il cervo ferito per noi. 

Il Salmo ci ricorda la grande sapienza di Giovanni della Croce: la notte è chiara come il giorno. Nella notte delle difficoltà e della Croce viene donata la luce più intensa e la fiducia. "Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano". La lettura di San Paolo ai Romani ricorda ciò che Giovanni della Croce diceva ai frati quando li mandava in viaggio: Vivete come figli di Dio. Lo Spirito verrà in aiuto alla vostra debolezza. Che la vostra vita si muova - come disse il Santo a proposito della Vergine Maria - al ritmo dello Spirito Santo, e non per far piacere a qualcuno, né per alcuna ambizione di gloria umana, ma nella nudità e nella povertà. 
Il Vangelo di Giovanni, capitolo 17, era recitato a memoria da Giovanni della Croce lungo le strade, era uno dei suoi preferiti. Questo è ciò che chiediamo per voi: Padre, consacrali nella verità. Che siate una cosa sola, uniti. In comunione, con Dio e con tutti. Uday, Szymon e Athul, donateci un Carmelo e una Chiesa unita, fraterna, umile, in cammino. Possa il mondo credere per la gioia della vostra donazione.  Sia lodato Gesù Cristo". 

Negli stessi giorni il Padre Generale ha inviato una lettera, indirizzandola a frati, monache e secolari in cui riflette sia sui primi mesi trascorsi dal giorno in cui è stato eletto Superiore Generale dei Carmelitani Scalzi spiegando quali sono stati i punti di riferimento che illuminano il proprio cammino (con la speranza che possano essere d'aiuto anche a noi) sia  su alcuni aspetti della vita di Giovanni della Croce (fra cui l'amore silenzioso, l'amicizia, lo Spirito santo).   Puoi scaricarla qui

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