Per concludere insieme il mese mariano, proponiamo la riflessione (pubblicata anche sul sito della nostra Provincia) di p. Enzo Caiffa, carmelitano scalzo su "Maria, compagna di vita divina"
L’uomo, immagine viva di Dio: una storia stupenda, faticosa e drammatica! Dio crea l’uomo a “sua Immagine”, costituendolo signore del creato; ma ad un certo momento, l’uomo la manda in frantumi. Dio però, che è Amore onnipotente, ricompone l’immagine più splendida che mai, mandando il suo Unigenito nel mondo, perché Lui salvi l’uomo dall’abisso del peccato e lo trasformi di luce in luce rendendolo simile a Sé, capace di vita soprannaturale di vita culminante nella vita eterna, della vita di comunione e di amicizia con Dio il cui movimento essenziale per questa vita soprannaturale sono le virtù teologali che prima di essere itinerario dell’uomo verso Dio, sono l’itinerario di Dio verso la sua creatura.
Dopo la caduta di Adamo, cominciò per l’uomo l’esilio; Dio però diede al condannato la promessa della redenzione, la quale resta per millenni l’unica luce di speranza dell’umanità. Nella promessa messianica il Signore volle che, pur velatamente, fosse presente Maria. Dio, infatti, annunziava la redenzione del mondo prospettando un mistero che si sarebbe compiuto attraverso una maternità attraverso la quale sarebbe scaturita la vittoria del Redentore. “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa” (Gn3,15). Da all’ora, ogni volta che l’umanità si apriva alla speranza il suo pensiero e il suo cuore si volgeva inconsapevolmente a Maria. Per secoli Ella fu per il mondo oggetto, faro di speranza.
La pienezza dei tempi si compì proprio attraverso la Vergine benedetta. “Piovete, o cieli, la rugiada; piovete, o nubi, il Giusto! La terra si apra e ne fiorisca il Salvatore”. L’invocazione dei padri doveva prorompere dal cuore della fanciulla di Israele, palpito della sua preghiera, supplica dei suoi desideri. Dio non resiste al desiderio della sua creatura. L’Angelo le appare e le annuncia l’esaudimento dei suoi grandi desideri, delle grandi speranze. “Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 32-33).
Il mistero della fede della Madonna, circondato di silenzio adorante, è stato nutrito, momento per momento, dalla rivelazione del Figlio. Dice il Vangelo che tutto, le scendeva nell’intimo del cuore diventando nutrimento dell’anima: “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51). La Madonna è la creatura che incarna le virtù teologali nel modo più perfetto ed esemplare. In Lei queste arcane virtù, tanto sublimi da dà sembrare quasi sovraumane, pur conservando la loro trascendenza, diventano profondamente umane, vicine alla nostra vita, possibili al nostro spirito e al nostro cuore. La Madonna, infatti, ha il privilegio e il compito di rendere celeste la nostra povera umanità e di rendere terrestre il paradiso. Nulla le sfuggiva, sempre aperta al progressivo rivelarsi del Figlio in un atteggiamento di fede attenta e amorosa. Ed era proprio questo che la sosteneva, perché nei momenti culminanti, fosse all’altezza della sua fede e dei diritti di Dio. Una fede che non paralizza né complica la vita ma l’abbandona in Dio in una disponibilità perfetta; una fede che non ha interrogativi né problemi, ma è sempre adesione, adorazione, silenzio. La presenza della Madonna è una presenza di fede, a sostegno della fede timida degli Apostoli. Eccola nel Cenacolo quale attesa, quale preghiera vivente della chiesa per ottenere che gli uomini capiscano la Parola rivelatrice. Là lo Spirito, che l’ha adombrata nel giorno dell’Annunciazione, scende perché la parola del Figlio suo diventi la parola del mondo, perché gli Apostoli finalmente capiscano, siano essi stessi la fede della Chiesa e raccogliendo da Maria l’eredità della fede la diffondano ovunque. Gli esempi di Maria illuminano il cammino del cristiano. Anzitutto presentando le virtù teologali in particolare la speranza come virtù che devono permeare e trasfigurare tutte le circostanze e le vicissitudini terrene; insegnando che gli sforzi per raggiungere Dio non sono inutili, ma portano il loro frutto; dimostrano come sia necessario non dire mai “basta” e non sottrarre mai la vita al desiderio del Signore e dell’eternità.
“Ti ho amato di amore eterno” (Gr 31,3). Queste parole possono essere rivolte ad ogni creatura, ma a nessuna con tanta verità come alla Madonna. La storia comincia dall’amore di Dio per noi, così anche per Maria. L’ iniziativa è di Dio!
Tutta la vita della Madonna è compendiata nel suo ministero di maternità attraverso il quale dono il Figlio alle anime. Riceve Gesù da Dio e la sua carità materna comincia, lo riceve con una fedeltà di Vergine Madre e la sua carità fiorisce, lo dà in oblazione totale e la sua carità si incorona. Anche nella gloria Maria continuerà ad essere la donatrice di Gesù. La Madonna appare veramente l’esemplare più perfetta della vita teologale. In Lei le virtù teologali assurgono ad altezze vertiginose. Ed è giusto che sia così per il conforto, l’incoraggiamento, lo stimolo di tutti coloro che la invocano madre. Bisogna abituarsi a contemplare Maria in questa luce che ce la mostra nella realtà autentica della sua vita.
Mentre contempliamo quindi Maria, invochiamola quale Madre dolcissima, supplichiamo che si riveli alle anime nostre per alimentare l’amore ed esserne guida. Abbiamo bisogno di conoscere la Madre: perché conoscendo lei, conosciamo il Signore. Conoscendo Lei, la nostra vita si perde nel mistero del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, mistero in cui la Madre appare il soavissimo complemento.
articolo a cura di Padre Enzo Caiffa, Ocd
leggi anche Festa della visitazione di Maria
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.