Uniti nel ricordo della b. Giuseppina di Gesù Crocifisso

Oggi abbiamo ricordato con la celebrazione eucaristica, nella chiesa del monastero delle carmelitane scalze dei Ponti Rossi il transito della B. Giuseppina di Gesù Crocifisso. A presiedere il postulatore generale p. Marco Chiesa ocd (scarica qui la sua omelia) e concelebravano il delegato provinciale p. Andrea l'Afflitto e don Marcello Schiano della fraternità ocds dei Ponti Rossi. 

La sua biografia. Nata il 18 febbraio 1894 a Napoli a Santa Caterina a Chiaia, n 6 dove risiedeva la nonna, Giuseppina è la terzogenita di Concetta Messina e Francesco Catanea, un ferroviere. Le sorelle Antonietta e Maria accolsero con gioia il nuovo arrivo. Di natura gracile, fu battezzata in casa quattro giorni dopo per desiderio della nonna, con i nomi di Giuseppina, Annamaria e Tommasina. Il progetto di Dio su di lei si rivelò subito: nel compiere i primi passi le gambe non la reggevano bene e cominciarono ad arcuarsi.

Gli atteggiamenti che facevano affiorare in lei il carisma teresiano.

In primis l’orazione: Giuseppina cominciò prestissimo a pregare e racconta che, non avendo ancora imparato a leggere, e si ritirava in una stanza stringendo fra le mani un libro, capovolto, ma disponendo il suo piccolo cuore a innalzare quella preghiera che non sapeva leggere né avrebbe potuto farlo tenendo il libro aperto in quel modo. Quando fece la prima Comunione, cominciò a stare spesso in silenziosa compagnia di Gesù (“pur essendo inesperta cominciai a trattenermi con Lui”). Giuseppina, spontaneamente, già pregava come una vera carmelitana. Sentì dentro di sé quel bisogno di essere da sola con Gesù, come S. Teresa d'Avila, (fondatrice dell'Ordine a cui appartiene suor Giuseppina) insegnò alle sue monache nel Cammino di perfezione e nelle altre sue opere. 

Da ciò emerge il nostro carisma: non conta tanto leggere le preghiere ma disporre il cuore nei confronti del Signore ed è questa la vera preghiera. 

 Adulta scrive: “Prima che l’uomo nasca e viva la prima vita per meritare la seconda è assegnata da Dio una missione speciale”. La sua missione era incontrare Gesù nella sofferenza. Ne fu quasi subito consapevole e accettando questa Volontà, ne prese nota nel suo diario “vivere questa vita fuori del progetto divino se non impossibile diventerebbe difficile”, quasi a sottolineare la assoluta fiducia che Dio le avrebbe dato tutta la forza necessaria per vivere quel progetto. “Ognuno di noi nello stato in cui ci si trova deve vivere questa realtà misurandosi con le situazioni che Dio ci mette davanti”. E pregava “Signore assorbimi nella tua vita, trasfonditi in me e fa che io viva solo in te”. 
L’immagine di Cristo rifulgeva in lei: chi incontrava Giuseppina ne era affascinato: dolce, amabile, accogliente (“Lascia in tutte il desiderio di rincontrarla”, confidò un’amica) e con il tempo, la considerano una mamma. Quando, a 39 anni, divenne finalmente monaca carmelitana nel neonato monastero dei Ponti Rossi, quando la malattia glielo permetteva era in parlatorio ad accogliere le richieste di preghiera, di consigli, di confronto. Anche durante la guerra i napoletani s’inerpicavano sulla salita dei Ponti Rossi per raggiungere il Carmelo e quella suora così dolce che sentiva su di sé la grande missione affidatale da Gesù: “essere anello di congiunzione fra Lui e l’umanità”.

E da vera carmelitana ha fatto sua la croce, baciandola e abbracciandola, quasi per sostituire il suo corpo a quello del Cristo sofferente. Tutto con la gioia nel cuore. La gioia di rispondere “sì”, di condividere con Gesù i patimenti e le “piccole croci sconosciute”.

Sono trascorsi 76 anni dalla sua morte (14 marzo 1948). Napoli (e non solo) non ha mai dimenticato questa carmelitana. Allora generazioni di fedeli si sono succedute, prima per onorare il suo corpo (che fu esposto per 13 giorni) e poi per pregare sul suo sepolcro, continuando a chiedere grazie. Il 1 giugno 2008 la beatificazione. Madre Giuseppina per tutti noi è un dono perché ha saputo dimostrare che si può vivere abbracciati alla Croce, perché è Cristo a soffrire in noi e a sorreggerci. (S. d.b.)

Un video sulla beata


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