San Giovanni della Croce, uomo celestiale. Memoria liturgica 14 dicembre

Fai un patto con la tua ragione 
di compiere quanto ella ti dice nel cammino di Dio: 
ciò presso di Lui ti varrà piú di tutte le opere che fai 
senza tale riflessione e di tutti i gusti spirituali che tu desideri.



 Giovanni della Croce, era un uomo piccolo, discreto, umile desideroso di vivere la propria vocazione quasi da eremita. Un uomo che aveva “qualcosa di celestiale”… 


Nato nel 1542 a Fontiveros (Avila), orfano di padre si ritrovò a vivere un’infanzia povera. Frequentò il collegio di Medina del Campo. Fece il falegname, il sarto, il pittore, l’ aiuto infermiere. Nel 1563 ricevette l’abito religioso dei carmelitani facendosi chiamare Giovanni di san Mattia.  Nel 1567 l'incontro Teresa d’Avila, che aveva una trentina d’anni più di questo piccolo frate. Teresa ne rimase così colpita che lo volle accanto nel cammino del nuovo Carmelo, cominciato cinque anni prima, e lo volle confessore delle sue monache.


Giovanni della Croce, accettò la sfida di “convertire” anche il monastero dell’Incarnazione alla riforma teresiana, divenendo padre spirituale di quella numerosa comunità (130 suore) di cui Teresa era divenuta priora, tra mille difficoltà e resistenze. Lo stesso Ordine considerava Teresa e Giovanni due religiosi inquieti e disobbedienti. La sorte peggiore capitò proprio a Giovanni, imprigionato in una cella dagli stessi carmelitani per nove mesi. L’accusa fu di aver abbracciato la riforma per il solo desiderio di comandare.
Percosso, tenuto a pane acqua, Giovanni porterà per anni i segni di quella prigionia. Eppure, proprio in quei giorni così difficili e bui, nacquero le sue opere più belle, le sue poesie più gioiose, il suo commento al Cantico dei Cantici.
Nacque in questo periodo la sua capacità di mostrare ai propri figlie e figlie spirituali la dolcezza di un cammino faticoso. L’anima che cerca Cristo è un’ “anima innamorata” che dice alla Spirito: “Come teneramente m’innamori”.
Nel 1578 fugge dal carcere conventuale si rifugia nel monastero delle carmelitane scalze. Nel 1583 è nominato priore di Granada. Nel 1591 è accettata la sua richiesta di andare in Messico. E’ destinato alla Provincia di Andalusia. Muore a 49 anni nella notte fra il 13 e 14 dicembre. Il 27 dicembre 1726 è proclamato santo da Benedetto XIII e il 24 agosto 1926 viene dichiarato Dottore della Chiesa da Pio XI.
Accettò con umiltà tutto e quando l’Ordine gli tolse ogni autorità, tornò a praticare i campi, con l’entusiasmo di un bambino e scrisse in una lettera “Stamani siamo stati a raccogliere i ceci ... Come è bello prendere in mano queste creature morte, meglio che essere manipolati da quelle vive”.

Per conoscere meglio il valore di "maestro della fede" attribuitagli nella Chiesa clicca qui

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