Cerca nel blog
Visualizzazione post con etichetta vocazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vocazione. Mostra tutti i post
I laici e la loro vocazione
Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio, e nella loro misura, resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.
Il carattere secolare é proprio e particolare ai laici. ... Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli gli impieghi e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita
familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo, a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e col fulgore della fede, della speranza e della carità…. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e al Redentore. (Lumen Gentium, 31)
Il carattere secolare é proprio e particolare ai laici. ... Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli gli impieghi e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita
familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo, a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e col fulgore della fede, della speranza e della carità…. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e al Redentore. (Lumen Gentium, 31)
Che cosa c'insegna l'esperienza di Teresa
In tutto il periodo in cui Teresa di Gesù ha vissuto una profonda crisi, nel monastero dell’Incarnazione, Dio - come lei dice - non si è stancato di aspettarla, di usare nei suoi confronti misericordia. Nell’orazione, anche contro voglia, lei non ha perso mai la percezione della sua presenza. Ed è stato questo il motivo per cui è stata trasformata da Dio, come testimonia nei 40 capitoli dell’autobiografia (Il Libro della Vita)
Ma questa non è solo la sua storia. E’ la nostra vocazione. E’ attraverso l’orazione che Teresa è riuscita a vincere tutte le resistenze, a purificare i propri desideri, i pensieri e la volontà. Ecco la differenza fra le devozioni e il rapporto personale con Dio: quelle non ci trasformano, mentre il contatto personale, cuore a cuore, da solo a solo, ci aiuta a superare le nostre difficoltà.
Iscriviti a:
Post (Atom)