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Dal baco alla farfalla...l'uomo nuovo

Meditiamo il Vangelo di oggi con... Paolo Curtaz

Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?”. E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si mette vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano”.

Vino nuovo in otri nuovi, non abbiamo altra possibilità. È inutile cercare di infilare il vangelo nelle vecchie botti ammuffite delle nostre tradizioni, delle nostre abitudini, dei nostri "si è sempre fatto così". Guardate alla storia della Chiesa: appena noi cristiani abbiamo cercato di sclerotizzare la Parola, di metterla a regime, di annacquare il vino del vangelo, lo Spirito ha suscitato santi e sante che hanno ribaltato tutto, che hanno conservato la speranza, che hanno sospinto la barca nuovamente al largo, là dove il Signore vuole che stia... Tutto ciò che facciamo, ciò che è buono e giusto: la liturgia, la prassi pastorale, l'organizzazione è e deve restare riflesso della bellezza di Dio, della sua immensa tenerezza, della festa di nozze a cui l'umanità è perennemente invitata! Il digiuno lo facciamo per solidarietà con i fratelli che soffrono la fame, nonostante un terzo del mondo, quello ricco, si dichiari cristiano. Il digiuno lo facciamo per risvegliare le nostre coscienze, non certo per farci vedere pii o devoti. Il digiuno lo facciamo come lo chiede il Signore, nel silenzio e nel nascondimento. Il digiuno, per manifestare la gioia dello sposo, facciamolo oggi, astenendoci dai pensieri scuri e inopportuni...

ECHI TERESIANI


Avrete già udito parlare delle meraviglie che Dio opera nella produzione della seta, invenzione di cui Egli solo poteva essere l'autore. Si tratta di piccoli semi, simili a granellini di pepe che io non ho mai veduto, ma di cui ho sentito parlare: perciò, se cado in qualche inesattezza la colpa non è mia.