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Concludiamo il mese di discernimento  e orazione con una preghiera di San Tommaso D'Aquino:

O Gesù che tanto mi ami, ascoltami, te ne prego.
Che la tua volontà sia il mio desiderio, la mia passione, il mio amore.
Fa' che io ami quanto è tuo; ma soprattutto che io ami te solo.

Dammi un cuore così pieno d' amore per te, che nulla possa distrarmi da te.
Dammi un cuore fedele e forte! che mai tremi ne si abbassi; un cuore retto che non conosca le vie tortuose del male; un cuore indomabile, sempre pronto a lottare; un cuore valoroso che non indietreggi alla vista degli ostacoli; un cuore umile e dolce come il tuo, Signore Gesù.


La vera devozione: imitarLo

 
Il cammino che stiamo proponendo in questi giorni di giugno non vuole essere un omaggio devozionale al sacro cuore di Gesù, ma con l'aiuto del Signore, una serie di spunti per meditare sulla nostra capacità di sequela. Non si può essere devoti del Sacro Cuore e non cercare di vivere come Gesù ci ha proposto.
San Francesco di Sales, Teresa di Gesù, Teresa di Lisieux, S. Margherita Redi  assunsero gli atteggiamenti fondamentali del Cuore di Cristo, cioè l’umiltà, la mansuetudine, l’amore tenero per il prossimo e un cuore misericordioso com'è misericordioso il Padre




Gesù non ha voluto dare tutte le virtù a una stessa creatura, cosicché per necessità dobbiamo ricorrere l'uno all'altro in modo che l'uno abbia a beneficare l'altro e così si generi l'amore e almeno per necessita ci amiamo l'uno l'altro.
S. Maria Maddalena de'Pazzi ocd

Amore per il prossimo

L'amore verso Dio contiene in sé l'amore verso il prossimo. Cristo volle fissare questa verità nell'animo degli apostoli in tanti modi mirabili, quasi scordandosi d'ogni altra cosa per raccomandare soprattutto quest'amore scambievole: Questo è il mio comandamento: che vi amiate come  io vi ho amati.
Venerabile Giovanni di Gesù Maria ocd



Amare come Cristo

 
L' amore di Cristo non conosce confini, no viene mai meno, non si ritrae di fronte all'abiezione morale e fisica. Cristo è venuto per i peccatori e non per i giusti. E se il suo amore vive in  noi, allora agiamo come lui, andiamo dietro alla pecorella smarrita
 
S. Teresa Benedetta della Croce

Cercatori di Dio










L'anima fa capire che per trovare davvero Dio non basta soltanto pregare con il cuore e con le labbra, neppure con l'aiuto altrui, ma è necessario che anch'essa da parte sua faccia tutto  ciò che può , poiché Dio suole stimare più un'opera sola propria di una persona che molte fatte per lei. Perciò ricordando qui le parole dell'Amato: Cercate e troverete , l'anima stessa risolve di andarne in cerca..."
                                                                                                                        S. Giovanni della Croce
"Anche quando si è contrariati, si può essere ugualmente felici. Bisogna sempre guardare al buon Dio. Agl'inizi bisogna fare degli sforzi poiché si sente tutto ribollire in sé, ma lentamente, a forza di pazienza e con l'aiuto del buon Dio, si viene a capo di tutto"
(B. Elisabetta della Trinità, Lettera 123).

Dio è amore

Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l'immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell'uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell'esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto». Abbiamo creduto all'amore di Dio — così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. L'amore di Dio per noi è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi.
Benedetto XVI, Deus Caritas Est, Lev 2006

In cerca dell'Amato, anche oggi

“Se l’anima cerca Dio, 
molto più il suo Amato cerca lei"
 (San Giovanni della Croce, Fiamma Viva 3,8).




Riflettiamo su ciò che ci dice San Giovanni della Croce. Sappiamo che la  preghiera è un dono di Dio. Che Lui, creandoci, ha messo dentro di noi questo desiderio di unione con Lui. San Giovanni della Croce rivela che è maggiore il desiderio di Dio di comunicare del desiderio nostro di comunicare con Lui.
Perché? Perché ci ama. Dio è Amore (1 Gv 4,8)

Il colloquio dell'anima con Dio

La preghiera è il colloquio dell'anima con Dio.

Dio è amore e l'amore è bene che dona se stesso; una pienezza di essere che non rimane chiusa in se stessa ma si comunica agli altri, che vuole donare e rendere felici gli altri.


L'intera creazione esiste grazie a questo amore di Dio che si dona gratuitamente.
Gli esseri supremi di tutta la creazione sono quelli dotati di spirito c h e  a c c o l g o n o coscientemente l'amore di Dio e possono l i b e r a m e n t e corrispondergli: 
gli angeli e le anime umane.
La preghiera è l'attività più alta di cui lo spirito umano è capace. 
Ma non è solo una capacità umana. 
La preghiera è una scala di Giacobbe sulla quale lo spirito
dell'uomo sale verso Dio e la grazia di Dio scende verso l'uomo
(S. Teresa Benedetta della Croce)

Che cosa c'insegna l'esperienza di Teresa

In tutto il periodo in cui Teresa di Gesù ha vissuto una profonda crisi, nel monastero dell’Incarnazione, Dio - come lei dice - non si è stancato di aspettarla, di usare nei suoi confronti misericordia. Nell’orazione, anche contro voglia, lei non ha perso mai la percezione della sua presenza. Ed è stato questo il motivo per cui è stata trasformata da Dio, come testimonia nei 40 capitoli dell’autobiografia (Il Libro della Vita)
Ma questa non è solo la sua storia. E’ la nostra vocazione. E’ attraverso l’orazione che Teresa è riuscita a vincere tutte le resistenze, a purificare i propri desideri, i pensieri e la volontà. Ecco la differenza fra le devozioni e il rapporto personale con Dio: quelle non ci trasformano, mentre il contatto personale, cuore a cuore, da solo a solo, ci aiuta a superare le nostre difficoltà.

Teresa c'insegna a meditare

«Vi chiedo solo che lo guardiate. E chi vi può impedire di volgere su di Lui gli occhi della vostra anima, sia pure per un istante se non potete di più?.
Non è forse così che deve fare una buona sposa con il suo sposo: mostrarsi triste se egli è triste, allegra se egli è allegro, anche se non ha voglia? ...
Così fa il Signore con voi, senz'alcun'ombra di finzione. Si fa vostro servo, vuole che voi siate le padrone e si accomoda in tutto alla vostra volontà. Se siete nella gioia potete contemplarlo risorto, e nel vederlo uscire dal sepolcro, la vostra allegrezza abbonderà. Se invece siete afflitte o fra i travagli, potete considerarlo mentre si reca al giardino degli ulivi, legato alla colonna, perseguitato dagli uni e sputacchiato dagli altri, rinnegato, abbandonato dagli amici ... ridotto a tanta solitudine che ben potete avvicinarlo e consolarvi a vicenda.
Oppure consideratelo con la croce sulle spalle, quando i carnefici non gli permettono nemmeno di respirare.

Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli, compassionevoli e ripieni di lacrime; dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, purché voi Lo guardiate e Lo preghiate di consolarvi». (Cam. 26, 1,2,3, 4, 5, 6, 8, 10; Vit., 12, 2).

Conoscere Gesù, nel suo Vangelo

Fissare lo sguardo su Gesù, come insegna Teresa d'Avila, vuol dire imparare da Lui, osservandolo, imparando ad amarlo, per come ce lo propone il Vangelo.
Uno dei brani evangelici preferiti da Teresa è quello della Samaritana:

Dal Vangelo di Giovanni 4, 3 – 42

Gesù...lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. [4]Doveva perciò attraversare la Samaria. [5]Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: [6]qui c'era il pozzo di Giacobbe.
Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. [7]Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua.

Le disse Gesù: «Dammi da bere». [8]I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. [9]Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. [10]Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». [11]Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? [12]Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». [13]Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; [14]ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». [15]«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». [16]Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». [17]Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; [18]infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». [19]Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta...». [21]Gesù le dice: «Credimi, donna,...[23]è giunta l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. [24]Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». [25]Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia: quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». [26]Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo»...[28]La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: [29]«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». [30]Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
 [39]Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». [40]E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. [41]Molti di più credettero per la sua parola [42]e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». 

Quante volte mi sono ricordata dell'acqua viva di cui parlò il Signore alla Samaritana! Sono molto devota di quel fatto evangelico, e lo ero fin da bambina, tanto che senza neppur comprendere quello che dicevo, supplicavo spesso il Signore a darmi di quell'acqua: in camera mia tenevo un quadro che rappresentava Gesù vicino al pozzo con sotto le parole: « Domine, da mihi aquam!» (Vit. 30, 19).


Questo nostro Signore è la fonte di ogni nostro bene. Egli c’indicherà la strada; guardando alla sua vita, vi troveremo un modello senza uguali. Che vogliamo di più di un così fedele amico al nostro fianco, che non ci abbandonerà nelle sventure e nelle tribolazioni, come fanno quelli del mondo? Fortunato colui che lo amerà sinceramente e lo avrà sempre vicino a sé! Guardiamo al glorioso san Paolo che sembrava avesse continuamente sulla bocca il nome di Gesù, come colui che lo teneva bene impresso nel cuore
Teresa di Gesù "Il Libro della Vita", capitolo 22

Il cuore dell'Amante divino


Se la pecorella sapesse quale amore brucia per essa nel cuore dell'Amante divino, non farebbe stentare più quelle dolci manine di Gesù, che bramano d'afferrarla, e si slancerebbero da se fra le braccia sue amorosissime.

Ho trovato il petto adorabile di Gesù; ho posato il mio povero cuore e la mia anima a contatto del Suo Divin Cuore, della Sua Anima infinita.

Gesù, Gesù mio come lasciarti? Tu sei là per noi, per me: anche inutile, anche fredda, purché io stia là ove sei Tu, purché Tu mi veda!
dai Pensieri della B. Maria Candida dell'Eucaristia, 
carmelitana scalza di cui il Carmelo fa memoria oggi 

Sant'Antonio: Il Cuore di Gesù, rifugio dell'uomo

Guardiamo al Cuore di Gesù con gli occhi di un grande maestro dello spirito, S. Antonio, che oggi la Chiesa festeggia.
Nato a Lisbona, ma conosciuto come Antonio da Padova è soprannominato "il dottore evangelico". La devozione popolare lo ricorda come il  santo che fa ritrovare le cose perdute, ma come insegna un'altra carmelitana - Edith Stein - bisogna sempre cercare di conoscere un santo e il suo carisma attingendo direttamente da quanto egli ha scritto (fu il metodo che la carmelitana adottò per approfondire la dottrina di San Giovanni della Croce, evitando di andare a leggere studi su di lui, ma leggendo solo le sue opere). 
Vissuto nel Medio Evo, Antonio fu grande predicatore che amava partire dalla  sacra Scrittura, per dare degli insegnamenti utili a tutti.
In uno dei sermoni domenicali, dopo la Pentecoste, il santo si soffermò sull'immagine della colomba nascosta nelle fenditure della roccia paragonandola all'anima che si "nasconde" nel costato di Gesù:
un'immagine di S. Antonio nella veste di predicatore
...Se uno entra attraverso di me, vale a dire attraverso il mio costato aperto dalla lancia, se entra con la fede, con la passione e la compassione, sarà salvo, come la colomba che si rifugia nella fenditura della roccia (cf. Ct 2,14) per sfuggire all'avvoltoio che le dà la caccia; e così entrerà per controllare, per discutere ed esaminare se stesso, e poi uscirà per considerare, calpestare, disprezzare e fuggire la vanità del mondo.
 
...Dunque, entrerà e uscirà, e in tutto questo troverà i pascoli: li troverà cioè nelcostato di Cristo, nelle proprie sofferenze, nel disprezzo del mondo.
 
... Nel costato di Cristo il giusto troverà il pascolo, e quindi può dire: La mia delizia è stare con il Figlio dell'uomo (cf. Pro 8,31), sospeso sul patibolo della croce, confitto con i chiodi, abbeverato di fiele e di aceto, trafitto al costato.
 

Il Cuore parla al cuore

La devozione espressa con i sensi è una devozione che corrisponde al detto del card. Newman: «Cor ad cor loquitur» («il cuore parla al cuore»), un'espressione che forse si può riconoscere come la sintesi più bella di ciò che è la devozione del cuore in quanto devozione rivolta al Cuore di Gesù.
 Joseph Ratzinger - Benedetto XVI

Joseph Ratzinger nel 1981
Questa frase è tratta da una conferenza dedicato alla devozione al Sacro cuore di Gesù e in particolare alla enciclica  Haurietis Aquas di papa Pio XII, che nel 1981, anel 25° di pubblicazione del documento,  l'allora cardinale Ratzinger tenne a Tolosa. Prendiamo spunto da questa per sottolineare un aspetto molto... teresiano.
Quando Teresa parla di orazione, parla di rapporto di grande intimità con il Signore, nel cui Cuore è possibile riversare tutta la nostra vita, le gioie e le preoccupazioni, la fatica e l'entusiasmo, per vivere con Lui ogni momento, rinfrancati, sostenuti, incoraggiati.
Ma Teresa ci dice pure che il Cuore di Gesù parla al nostro cuore. Pensiamo per esempio all'inizio del Castello Interiore in cui, descrivendo l'anima come un castello di diamante fatto di tante stanze, ci dice che al centro, nella stanza più luminosa del castello "si svolgono le relazioni più segrete fra Dio e l'anima".
disegno di p. Enzo Caiffa, ocd, tratto dal calendario 2013 del Santuario di Jaddico

Il Sacro Cuore è  il centro dell'amore 
con cui fin dall'eternità il Figlio 
ci ha amati 
e con il quale noi ora
lo possiamo riamare 
in terra e in cielo.
S. Teresa Margherita Redi
Del Cuore di Gesù, il Vangelo di Matteo parla nel  capitolo 11 al versetto 29. E' proprio Gesù a parlare:
   Imparare da me che sono mite ed umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre
Questo brano ispira a S. Teresa di Gesù Bambino la preghiera per ottenere l'umiltà:

O Gesù, quando eri pellegrino sulla terra hai detto: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete il riposo delle anime vostre". O Potente Sovrano del Cielo, l' anima mia trova il riposo nel vederti, rivestito della forma e della natura di schiavo, abbassato fino a lavare i piedi ai tuoi apostoli. Mi rammento allora di queste parole che hai pronunciato per insegnarmi a praticare l' umiltà: "Vi ho dato l' esempio, affinché facciate voi stessi ciò che ho fatto io. Il discepolo non è più grande del Maestro... Se voi comprendete ciò, sarete felici nel praticarlo". Le comprendo, Signore, queste parole uscite dal tuo Cuore dolce ed umile: voglio praticarle con il soccorso della tua grazia.
Voglio abbassarmi umilmente e sottomettere la mia volontà a quella dei miei fratelli, non contraddicendoli in nulla e senza ricercare se hanno o no il diritto di comandarmi. Nessuno, o mio Amato, aveva questo diritto verso di te, e tuttavia hai obbedito non soltanto alla santa Vergine e a san Giuseppe, ma anche ai tuoi carnefici. Adesso è nell' Ostia che ti vedo portare al colmo il tuo annientamento. Quanta è la tua umiltà, o divino Re di Gloria, nel sottometterti a tutti i tuoi sacerdoti senza fare alcuna distinzione tra coloro che ti amano e coloro che, ahimé, sono tiepidi o freddi nel tuo servizio! Alla loro chiamata tu discendi dal cielo. Essi possono anticipare o ritardare l' ora del santo Sacrificio; tu sei sempre pronto!
O mio Amato, come mi appari dolce ed umile di cuore sotto il velo della bianca Ostia! Non puoi abbassarti di più per insegnarmi l' umiltà. Così, per rispondere al tuo amore, voglio desiderare che i miei fratelli mi mettano sempre all' ultimo posto e persuadermi davvero che questo è il mio posto.
Ti supplico, mio Divin Gesù, di mandarmi una umiliazione ogni volta che cercherò di elevarmi sopra gli altri.
Lo so, o mio Dio: tu abbassi l' anima orgogliosa , ma dai un' eternità di gloria a quella che si umilia: voglio dunque mettermi in ultima fila, condividere le tue umiliazioni per "aver parte con te" nel regno dei cieli.

Ma, Signore, la mia debolezza ti è nota: ogni mattino prendo la risoluzione di praticare l' umiltà e la sera riconosco che ho commesso ancora tante mancanze di orgoglio. A questa vista sono tentata di scoraggiarmi, ma so che lo scoraggiamento è anch' esso orgoglio: voglio quindi, o mio Dio, fondare la mia speranza su te solo. Giacché tu puoi tutto, degnati di far nascere nell' anima mia la virtù che desidero. Per ottenere questa grazia dall' infinita tua misericordia, ti ripeterò molto spesso: "O Gesù, dolce ed umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo".