«Vi chiedo solo che lo guardiate. E chi vi può
impedire di volgere su di Lui gli occhi della vostra anima, sia pure per un
istante se non potete di più?.
Non è forse così che deve fare una buona sposa con
il suo sposo: mostrarsi triste se egli è triste, allegra se egli è allegro,
anche se non ha voglia? ...
Così fa il Signore con voi, senz'alcun'ombra di
finzione. Si fa vostro servo, vuole che voi siate le padrone e si accomoda in
tutto alla vostra volontà. Se siete nella gioia potete contemplarlo risorto, e
nel vederlo uscire dal sepolcro, la vostra allegrezza abbonderà. Se invece
siete afflitte o fra i travagli, potete considerarlo mentre si reca al giardino
degli ulivi, legato alla colonna, perseguitato dagli uni e sputacchiato dagli
altri, rinnegato, abbandonato dagli amici ... ridotto a tanta solitudine che
ben potete avvicinarlo e consolarvi a vicenda.
Oppure consideratelo con la croce sulle spalle,
quando i carnefici non gli permettono nemmeno di respirare.
Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto
belli, compassionevoli e ripieni di lacrime; dimenticherà i suoi dolori per consolare i
vostri, purché voi Lo guardiate e Lo preghiate di consolarvi». (Cam. 26, 1,2,3, 4, 5,
6, 8, 10;
Vit., 12, 2).
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