Anche chi non ha avuto la possibilità di fare il corso di Esercizi spirituali con lui può beneficiare di questa traccia su cui ha sviluppatola tre i giorni di spiritualità per i carmelitani scalzi secolari della Sardegna.
LA LUCE DELLA FEDE
Analisi e commento della Lettera Enciclica di Papa Francesco
di p. Attilio Ghisleri, OCD
RITIRO SPIRITUALE OCDS DELLA SARDEGNA
Oristano 27-29 settembre 2013
Introduzione
Il
Cristianesimo è soprattutto un Incontro,
un avvenimento, una storia d’amore. Per questo la fede non può non essere stupore
continuo per quello che Dio opera nella nostra vita e nel mondo. Dal momento
che Dio ci ha amati per primo, l’amore non è più solo un comandamento, ma una
risposta al dono d’amore ricevuto, con il quale Dio ci viene incontro.
Gesù è la luce che splende nelle tenebre (Jo 1,5;8,12) e credere a Lui
significa anche un “ venire alla luce” per non rimanere nelle tenebre (Jo 1,4;
11,25).
- Forse è opportuno a volte un esame di coscienza per verificare lo stato di salute della nostra fede e sgombrare il terreno da tendenze che ci portano lontano da essa. Il secolarismo è sempre vicino a noi, le condizioni economiche precarie ci spingono ad abbassare lo sguardo solo sui beni e sulle cose materiali, una vita senza orizzonte di eternità sta consumando i nostri giorni.
- Non è una ingenua visione della vita, un avere gli occhi chiusi sul presente, guardando solo verso l’eternità, anzi essa è impegno e anche lotta quotidiana: La fede può rendere bella e attraente la vita stessa, oltre che comprensibile.
- Non è una stampella alla quale ci aggrappiamo soprattutto quando siamo assaliti da problemi e dolori. La fede deve essere celebrata, vissuta e confessata anche quando è piccola come un seme, ma ha un’energia enorme (Mt13,31).
- Non è un tranquillante che ci scherma dalla paura quotidiana, ma l’occasione per ricordarci le opere meravigliose di Dio che ancora accadono. Sale della vita e luce del mondo (Mt 5,13-16). La fede deve provocare, scuotere, interrogare, rompere la sordità del torpore, perché la vita con i suopi problemi e realtà continua a camminare velocemente.
- Non è un pacchetto di verità da sapere e memorizzare, o una noiosa conoscenza astratta: essa muove la vita, la sorprende, la stimola, la converte, perché è dono di Dio alla creatura. La fede deve essere carica di umanità e di amore evangelico e sempre aperta a tutti, anche ai lontani in fuga dalla vita della chiesa.
** Sicuramente la fede è una grazia, un dono di Dio, una virtù soprannaturale da lui infusa.
Ma è anche atto umano in quanto essa coinvolge l’intelligenza e la volontà, con
una risposta e in genere tutta la vita viene segnata. Noi crediamo per autorità
di Dio stesso che non può ingannarsi o ingannare circa le verità rivelate (Cat.
156). E’ quindi una conoscenza allargata e non ridotta quella proposta dalla
fede. Il mistero tuttavia resta tale sempre.
** Possiamo invece già anticipare
che la fede è fiducia assoluta in Dio,
creatore e salvatore dell’uomo. Tutto questo accade dentro una libertà piena e
senza costrizioni (Cat. 160).
** Un uscire da noi stessi attratti da un amore misericordioso che
sempre coinvolge e seduce. Occorre varcare la porta della fede per entrare nel
raggio di Dio.
** Una relazione personale e comunionale con Dio in Cristo Gesù: un
ripristino della condizione iniziale nell’Eden. Ci è consentita una vera
partecipazione alla vita divina.
1. La luce
della fede e la Fede-Luce
-
Jo.12,46: “ Io
sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga
nelle tenebre”. E’ il grande dono portato da Gesù ed è la stessa qualifica
della sua persona e del suo messaggio all’umanità.
-
Una luce
che guida il cuore e la mente e scandisce le azioni della vita quotidiana,
quindi opera su tutto l’arco dell’esistenza delle persone. Essa fa grande e
piena la vita, perché è oltre la fitta rete degli interessi, dei beni e delle
cose materiali. Per questo non viene da noi, ma è dono soprannaturale che viene
da Dio. Le fede arricchisce l’esistenza
in tutte le sue dimensioni: determina pensieri e comportamenti, aiuta nelle
scelte e difende dai pericoli. Essa ci apre il cammino e accompagna i nostri
passi sulla terra e ciò dall’inizio della vita sino alla fine.
-
Nella
fede, dono di Dio, riconosciamo che un grande Amore ci è stato offerto, che una
Parola Buona ci è stata rivolta e che accogliendo entrambi lo S.Santo
illumina la nostra strada verso il futuro, fa crescere le ali della speranza
nel segno della gioia del vivere.
-
Il
credente è trasformato dall’Amore, al quale si apre con la fede: l’io credente
si sente abitato dall’Altro e vive nell’Altro e così la sua vita si allarga
all’Amore.
-
Le tre virtù cardinali nel loro intreccio e
dinamismo ci portano alla comunione con Dio in Cristo Gesù.
-
Ma c’è un più stretto legame tra la fede e la
carità,che non vanno mai separate “Abbiamo conosciuto e creduto all’amore che
Dio ha per noi” (1°Jo 4,16). Questo amore non è mai concluso e completato, ma è
in cammino con ogni singola persona. L’amore è una conseguenza della fede, che
diventa a sua volta operativa
nell’amore. Priorità della fede e primato della carità, come il Battesimo
rispetto all’Eucarestia: sacramentum fidei e sacramentum caritatis. (Papa
Benedetto).
2. Il centro
della fede
-
La fede
cristiana è tutta centrata in Cristo, è confessione che Gesù è il Signore e che
Dio lo ha risuscitato dai morti ( Rom.10,9): tutto il V. T. è orientato
verso Cristo e la storia dei credenti dopo la sua ascesa al cielo guarda ancora
a Lui. Senza questo evento fondamentale sia la croce di Cristo che le nostre
sarebbero solo tragedie e assurdità.
-
Il
vangelo di Giovanni mostra la fede a partire dal suo contrario: sin dagli
inizi Gesù è ignorato” venne tra la sua gente, ma i suoi non lo accolsero”
(1,10) Ad un certo momento alcuni non si sentirono più di seguirlo, si “ tirarono
indietro e non andavano più con lui” (6,66). Gesù non cerca di trattenerli e
constata “ per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è
concesso dal padre mio” (6,65). Cristo non ha cercato di suscitare la sequela
con la persuasione, perché la fede si radica in un’altra dimensione, quella del
dono del Padre, che attira (6,44). Nessuno quindi crede suo malgrado e nessuno
crede senza che Dio gli doni di credere. Per questo fino all’ultima pagina del
suo vangelo Jo mostra la fragilità della fede; ma nello stesso tempo la fede
sorge all’improvviso e nessuno sa come: è una fiducia che si stupisce di se
stessa ( Lettera da Taizé 2004).
-
L’autocomunicazione
di Dio raggiunge il suo traguardo e il suo vertice in Cristo Gesù; con lui Dio
ha detto tutto all’umanità e non ci sarà un’altra rivelazione. La Parola
fatta carne e accolta nella fede, fa di noi coloro che ricevono tutto da Dio e
tutto riportano al primato di Dio nella nostra vita. Ciò comporta come
conseguenza il primato della dimensione contemplativa della vita, intesa come
fedele unione al Cristo in Dio.
-
La storia di Gesù è la manifestazione piena
dell’affidabilità di Dio: è il luogo dell’intervento definitivo di Dio, la
suprema manifestazione dell’Amore per noi.
-
Non
cercheremmo mai Gesù se non fosse venuto Lui a cercare noi; lasciarci
afferrare da Lui vuol dire annullare una fede prefabbricata di stampo farisaico
-
La fede cristiana è dunque fede nell’Amore
pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di
illuminare il tempo della vita. E’ la dimensione storica e sociale della fede.
-
La fede coglie nell’Amore di Dio manifestato in
Gesù il fondamento su cui poggia la realtà e anche la sua destinazione ultima.
-
La prova massima dell’affidabilità dell’amore di
Cristo sta nella prova del mistero
pasquale: una morte per l’uomo e una vita nuova per l’uomo. L’ora della
Croce è il momento culminante dello sguardo di fede sull’amore divino tutto
versato e manifestato. La Risurrezione di Gesù rappresenta l’appoggio solido
per la nostra fede “ se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede”
(1Cor.15,17).
-
La fede
cristiana è fede nell’Incarnazione del Verbo e nella sua Risurrezione nella
carne: E’ fede in un Dio che si è fatto così vicino da entrare nella nostra
storia come vero uomo-Dio, in Gesù di Nazareth. E’ questo il miracolo assoluto
che ci viene incontro. Una realtà divina discende fino a noi e coinvolge la sua
carne e la carne della storia” Verbum caro factum est” Jo prologo). Il Risorto
è la stella mattutina che non tramonta.
-
Nella fede Cristo non solo sta al centro della
nostra attenzione e tensione morale, ma è anche Colui al quale ci uniamo per
poter credere: nella fede in Cristo siamo chiamati a porre Lui al centro del
nostro cuore, come senso della nostra vita, qualificandoci essa come discepoli
dell’Unico Dio rivelato in Lui, appassionati della verità del Dio vivente che
libera e salva.
-
Nella fede l’io credente si espande per essere
abitato da un Altro, per vivere in un Altro (21): Chi può assicurare che tutto
questo non sia soltanto una bella favola, la proiezione dei nostri desideri di
felicità? (24). La risposta è solo la Verità , che presuppone un evento che
accade nella storia, di cui non facciamo solo memoria ripiegati sul passato, ma
ci sentiamo coinvolti nel presente e aperti verso il futuro. La fede implica il
tempo dell’attesa: la città degli uomini è protesa verso la città di Dio.
Implica un cammino esodale continuo dall’io al noi e verso la meta finale della
vita.
-
Una bella definizione di fede: essa non solo guarda Gesù, ma guarda anche con i
suoi occhi: è una partecipazione al
suo modo di vedere e valutare la realtà; può avere anche i sentimenti di Gesù,
le sue reazioni ed emozioni; ne impara costantemente lo stile di vita. Credere
è come ricevere Gesù in casa, ospitare colui che è venuto da Dio per abitare
tra noi. Aprire a lui la porta della mente e del cuore; fare spazio a lui nel
segreto dello spirito. “ Chi crede in me e.. chi accoglie me” dicono la stessa
cosa (12,44). E’ necessario dunque un
rapporto personale con Gesù per
sviluppare la nostra fede: credere che è vero quello che dice Gesù – credere a
Gesù accettando la sua Parola – credere in Gesù accogliendolo personalmente
nella nostra vita.
-
Crede chi accetta di essere posseduto
dall’invisibile Dio nell’ascolto obbediente della sua Parola e del suo
Silenzio.
-
La figura
di Cristo diventa lo specchio in cui ogni credente scopre la propria immagine realizzata. In Lui diventiamo
figli del Padre, fratelli tra noi e coeredi del Regno. . Con la nostra fede in
Gesù noi diventiamo anche suoi discepoli obbedienti. Credendo aumentiamo la
nostra fede.
3. La salvezza
avviene mediante la fede
-
“ Chi crede nel Figlio ha la vita eterna” ( Jo
3,36)
-
Colui che crede è colui che accetta il dono della fede, che opera secondo la fede,
che la custodisce e la fa aumentare progressivamente, oppure che ritorna alla
fede dopo esserle andato lontano.
-
Accade una trasformazione come creatura nuova,
riceve un nuovo essere interiore, un essere filiale, diventa figlio nel Figlio
e può chiamare Dio con il nome di papà “Abbà, Padre”.
-
Per
grazia siamo stati salvati mediante la fede e ciò non per opera nostra, ma
per dono di Dio (Efes.2,8).
-
La fede
scopre la Verità, che rende sicuri i nostri passi e porta alla salvezza.
Senza verità non c’è salvezza, ma solo
vaghi sentimenti o luce fiabesca. E’ dunque importante la ricerca
costante della verità, il suo svelamento anche parziale. Questa verità è l’Amore, non una teoria filosofica, non un pensiero
nobile o un progetto ingannevole. S. Paolo ci scrive che “ con il cuore si
crede”(Rom.10,190): il cuore nella Bibbia è il centro della persona, dove
convivono diverse dimensioni, corpo e spirito, interiorità e vita sociale,
intelletto, volontà e affettività. Ma il cuore del Vangelo è quello di Cristo,
il suo Amore: Verità e amore si
coinvolgono reciprocamente e non si possono separare. Non esiste quindi dal
punto di vista biblico una verità fredda, impersonale o oppressiva, ma una
verità che ci illumina quando siamo toccati dall’amore. Anche l’amore dunque
può essere fonte di conoscenza.
-
Nella Bibbia il Dio vero è anche il Dio fedele, che mantiene le sue promesse e
permette di comprendere il suo disegno nella nostra vita.
4.
La fede è ascolto e visione
-
Seguendo il pensiero di S. Paolo “ la fede viene dall’ascolto”
(Rom.10,17): conoscere la parola è operazione personale, un riconoscere una
voce che continua a parlare e a interpellare, entrare liberamente dentro i
molti significati di essa e apprenderli anche dentro un cammino di sequela. La
luce della pèarola è la luce di un Volto personale. Per questo il Vangelo “ è
potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede “ (Rom. 1,16).
-
Per il
quarto Vangelo credere è ascoltare e
allo stesso tempo vedere: così si distingue la voce del Pastore delle
pecore: i primi discepoli “ sentendolo
parlare così seguirono Gesù (Jo 1,37). Giovanni Evangelista si propone come il
testimone convincente, perché annuncia “ ciò che veduto e riconosciuto e
creduto ( 1,14;2,11;20,29; 1 Jo 4,16) perché anche altri credano e abbiano
anche loro il dono divino della vita (Jo20,31). A volte la visione dei segni miracolosi di Gesù
precede la fede ( dopo la risurrezione di Lazzaro, alla vita di ciò che aveva
compiuto i giudei credettero in Lui: Jo 11,45). Altre volte è una fede che
porta ad una visione più profonda “ se crederai, vedrai la gloria di Dio” (Jo
11,40). Alla fine credere e vedere s’intrecciano “ chi crede in me, crede in Colui
che mi ha mandato”(Jo12,44). Grazie all’unione tra ascoltare e vedere si
sviluppa la sequela di Cristo e la fede appare come un cammino dello sguardo,
in cui gli occhi si abituano a vedere in profondità. Il mattino di Pasqua Jo vide e credette (Jo20,8). Anche la
Maddalena dice “ Ho visto il Signore” (Jo 20,18).
-
Chi crede vede; vede con una luce che illumina
tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo Risorto, stella
mattutina che non tramonta (L.F.1).
-
Insieme all’ascoltare e al vedere, la fede è per
Giovanni anche un toccare (1 Jo1,1).
Con la sua venuta tra noi Gesù ci ha toccato, ha assunto concretamente la
nostra umanità, di cui rimane l’esempio più alto e luminoso e attraverso i
sacramenti anche oggi ci tocca. Con la fede possiamo toccarlo e ricevere la
potenza della sua grazia. S. Agostino” toccare con il cuore, questo è credere”.
-
Quando manca la luce tutto diventa confuso. La
fede non può essere associata al buio o intesa come salto nel vuoto per
mancanza di chiarore (3). Attraverso le tenebre del male e del mondo portando
la luce della speranza e dell’amore.
5.
La fede nei Vangeli
-
Tra le molte figure presentate dai vangeli ne
selezioniamo 3 da Giovanni: A. Nicodemo ( una fede notturna): colui
che va di notte da Gesù. Desidera conoscere e cercare la verità: viene sorpreso
dal progetto di rinascita spirituale e mostra tutto lo stupore per ciò che gli
viene detto. (Jo 3,1-15). B. Giovanni ( una fede amorosa): il
discepolo amato: il suo è un cammino progressivo verso un amore sempre più
potente e profondo per il Signore. (Jo 20,1-10). Propone tre passi per la fede:
Credere a Gesù, prestando fede alle sue parole (5,47) e alle sue opere; credere
che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio: nel volto dell’uomo Gesù riconoscere il
volto rivelato di Dio (1,18); credere nel Cristo: mandato nel mondo per la
salvezza del mondo (11,42) accogliere quindi la sua missione che è una
donazione d’amore (3,16). “ chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me
non avrà più sete (6,35). C. Tommaso
( una fede dubbiosa): il suo dubbio tenace e l’invito a credere senza
vedere, come beatitudine per la vita ( anche nostra) (Jo.20,19-29). Sono tre
storie differenti che approdano allo stesso risultato finale.
-
I
miracoli o segni che Gesù faceva per confermare la sua missione nel mondo,
sono legati strettamente alla chiamata alla fede: essa è dunque condizione e
nello stesso tempo frutto del miracolo: Beata Colei che ha creduto- Tutto è
possibile a Dio - Uomo di poca fede, perché hai dubitato? – La tua fede ti ha
guarito…
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La chiamata alla fede si ripete molte volte nei
vangeli: Giairo: non temere( per tuo
figlio), continua solo ad avere fede (Mc 5,36); Marta prima della risurrezione del fratello Lazzaro: credi tu
questo? – Si, Signore, io credo (Jo 11,25-27). A Nazareth Gesù non compì molti miracoli, ma solo qualche guarigione,
a causa della incredulità di quei conterranei (Mc 6,5-6). Pietro viene rimproverato da Gesù: uomo di poca fede, perché hai
dubitato? (Mt.14,29-31). La donna
cananea invece viene lodata da Gesù: donna davvero grande è la tua fede (
Mt 15,21-28). In generale possiamo dire che quando Gesù vede la fede degli interessati
al miracolo ,oppure dei vicini compie sempre i miracoli.( paralitico calato dal
tetto a Cafarnao….(Mc 2,5: Mt 9,2; Luca 5,20…). Il miracolo esprime la potenza
e l’amore di Dio per la persona, perciò è sempre una chiamata alla fede in Lui.
-
Ci sono tuttavia anche momenti difficili da
accettare e che provocano una reazione contraria: es. al primo annuncio del
mistero dell’eucarestia molti non capiscono e non credono possibile quanto Gesù
dice: da allora molti suoi discepoli si tirarono indietro e non andarono più
con Lui. Tale linguaggio viene ritenuto troppo duro ( Jo 6,66-69).
-
La fine
del vangelo di Giovanni racchiude una raccomandazione importante: Gesù fece
molti altri segni e miracoli in presenza dei suoi discepoli e non sono tutti
stati registrati…. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il
Cristo, il Figlio di Dio e perché credendo abbiate la vita nel suo amore.
(Jo.20,30-31). Qui viene enunciato lo scopo per cui Jo ha redatto il suo
vangelo. Si è come invitati continuamente a fissare lo sguardo su quel Gesù che
rivive nelle parole riferite e nelle opere ricordate, accogliendo il mistero
che in lui si è fatto carne e dono di vita eterna.
-
Dall’Annuncio
dell’Angelo a Maria in poi il Vangelo ci dice che Dio va oltre la possibilità dell’uomo
e anche di immaginare quello che può fare: Nulla è impossibile a Dio : non
è impossibile farsi piccolo e nascere da una giovane donna; rendere fecondo un
utero sterile e morto; cingersi il grembiule e lavare i piedi, dare la propria
vita nell’umiliazione della croce, risorgere il terzo giorno, cambiare il cuore
e il destino delle persone.
6.
La Chiesa Madre e nutrice della fede ( Io credo, Noi
crediamo)
-
La Chiesa
è storia e mistero, ma soprattutto prolungamento del mistero di Cristo, suo
capo e fondatore. La salvezza viene solo da Dio, ma poiché riceviamo la vita
della fede attraverso la Chiesa, questa è nostra Madre. Crediamo la Chiesa come
Madre della nostra nuova nascita” (Cat.169)
-
Ha
ricevuto il mandato di andare, predicare la Buona Notizia.di dispensare la
misericordia, prolungando nei secoli il ministero pastorale di Cristo Signore.
Custodisce la memoria delle parole di Cristo..la confessione di fede degli
Apostoli…ci insegna il linguaggio della fede.(171)
-
Attraverso il Battesimo e gli altri Sacramenti amministrati dalla Chiesa e nella
Chiesa troviamo tutti coloro che credono in un unico Dio, Padre Figlio e S.
Santo. Tutti siamo un popolo di credenti in Cristo che cammina verso la meta
finale.
-
La Chiesa legge, spiega e medita la Parola e la
predica per sollecitare la fede dei credenti. E’ serva obbediente della Parola
e non si tanca mai di annunciarla.. Essa nasce e vive della parola e da essa
trae ispirazione ogni momento per il suo cammino.
-
La fede
si trasmette nella forma del contatto tra le persone, nella comunicazione
diretta come un passa-parola, attraverso una catena di testimonianze che ci
portano al volto di Gesù. Tutti viviamo una relazione interpersonale e non
possiamo nulla da soli e ci arricchiamo nell’integrazione con gli altri. La Chiesa raccoglie nella sua memoria
attiva tutti coloro che nei secoli hanno testimoniato con la parola e con
la vita quell’unica realtà misteriosa e storica che è la vita di Gesù e il suo
messaggio ( Tradizione). Noi
possiamo quindi dirci contemporanei di Gesù, perché la sua presenza e la forza
della sua parola restano intatti nel tempo e non sono soggetti ai mutamenti
storici.
-
E’ impossibile credere da soli: pur partendo da
una interiorità del credente la fede ci apre al tu divino e al noi
ecclesiale, nella forma della comunione di persone. Questa molla
comunitaria, assieme a quella della famiglia, dei padrini e/o madrine fa si che
la fede si diffonda, invitando altri ad entrare nel contatto personale con
Cristo Redentore dell’uomo. Il nostro amore per Gesù e per gli uomini ci spinge
a parlare agli altri della nostra fede
-
Nel Credo
che recitiamo insieme nella Messa siamo
invitati ad entrare nel mistero che professiamo e a lasciarci trasformare da
esso. Credo: vuol dire: Io aderisco a ciò che noi crediamo e diciamo (185)
Tutto il Simbolo parla di Dio e se si parla dell’uomo e del mondo, lo fa in
rapporto a Dio. Gli articoli del Credo dipendono tutti dal primo: Io creo in
Dio, (199)
-
Nella preghiera
del Padre Nostro impariamo a condividere la stessa esperienza spirituale di
Cristo: è l’unica che Lui ci ha insegnato e diventa anche una sintesi luminosa
della sua vita e un paradigma per il nostro bisogno di Dio e del pane
quotidiano, passando per la lode, la petizione
e il ringraziamento.
-
L’unità
della Chiesa si collega all’unità della fede: un solo copro e un solo spirito e una sola fede (Ef. 4,4) : è
proprio nell’amore che possiamo avere un comune denominatore per la vita di
tutti e una visione comune. La fede è una perche uno è Dio conosciuto e
confessato e si rivolge all’unico Signore, alla vita di Gesù, alla sua storia
concreta che condivide con noi. Tutta la Chiesa condivide la stessa fede,
professata nella sua purezza e integrità, secondo la tradizione e il magistero
ufficiale della Chiesa. Perciò essa diventa anche cattolica o universale, atta
ad illuminare tutto il cosmo e la storia.
-
Nell’appartenenza alla Chiesa si scoprono i
forti vincoli tra le persone che credono, quando Dio si rende presente in mezzo
ad essi.