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Una giornata per comprendere meglio i doni ricevuti

   Quante volte abbiamo sentito dire che L’Eucaristia è fonte di vita. Stamattina queste parole hanno trovato il luogo concreto in cui il cuore di Cristo ci unisce e la sua fonte ci nutre: la fraternità. L’omelia di p. Andrea L’Afflitto ocd, nostro assistente spirituale e delegato provinciale per la Provincia Napoletana (sezione campana), ha offerto nell’ incontro con la comunità ocds dei Ponti Rossi e, dopo con coloro che sono a poche settimane dalla Promessa Temporanea (14 dicembre) e dell’Ammissione (probabilmente agli inizi del nuovo anno), spunti di riflessione personale e comunitaria.

Chi ci tiene insieme è la Persona di Cristo

Non possiamo fare a meno di mettere al centro l’Eucarestia: Cristo Gesù è il centro della vita della stessa fraternità. Se ciò non succede, vorrà dire – ha spiegato p. Andrea – che ci ritroviamo solo come buoni amici con un fine comune, con interessi comuni, ma persi quelli si disgrega tutto.

P. Andrea ci ha spiegato che vivere gli incontri di fraternità non si fa sull’onda emozionale. 
“Il nostro stare insieme è qualcosa di più, per noi il vivere la fraternità è incontrarsi con Cristo Gesù, anche quando il Signore ci fa vivere situazioni particolari”. Non dobbiamo isolarci nei momenti difficili, anche in quelli cupi, di aridità, nei momenti in cui persino la Parola di Dio non sembra parlarci. Come dice Giovanni della Croce "io so che quell’acqua sgorga, anche se è notte”. La grazia di Dio scorre, anche se io non sento nulla. Ciascuno di noi riceve, senza rendersene conto quest’acqua. 

A ciascuno di noi, come dice san Paolo ci è data la grazia secondo il dono di Cristo. Tutti abbiamo ricevuto in una maniera particolare. E ciò che il Signore ci dona è per le nostre capacità. Ci dà quello che ci serve. Ma per che cosa? Per ciò che lui ci chiama ad essere e operare. E c’è una grazia per il nostro stato, per quello che siamo chiamati a essere a fare nel Carmelo, nella nostra comunità. Non siamo tutti uguali e non dobbiamo essere tutti eguali. Volerlo essere sarebbe andare contro il progetto di Dio, perché come diceva San Paolo “Egli a dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti…”

Ciascuno ha un dono, diverso l’uno dall’altro, ma insieme dobbiamo edificare il corpo di Cristo

Tutto serve per l’edificazione di questa piccola chiesa che è la fraternità. La fraternità è chiesa, con un capo (Cristo Gesù), diverse membra. Ognuno ha bisogno dell’altro. Come edificare il copro di Cristo: nell’atteggiamento della carità. In essa non c’è giudizio ma capacità di penetrare nel cuore dell’altro.

Guidandoci nella comprensione, p. Andrea ha detto “Noi abbiamo ricevuto, innanzitutto, il dono del carisma teresiano. Non certo per merito. Dio ci ha donato un carisma. Non soltanto dobbiamo accoglierlo e custodirlo, ma viverlo. Nel momento in cui lo vivo riesco a comprendere e manifestare ancora di più la bellezza del carisma. Il dono del carisma devo viverlo sempre, 24 ore su 24. Non sono carmelitano per determinate ore o giorni. Lo sono Sempre e devo sempre portare il mio carisma in ogni cosa che faccio. In comunità come in famiglia. Notte e giorno. Quel carisma donatoci possiamo viverlo se lo conosciamo. Di qui l’importanza della formazione che non dev’essere nozionistica, ma dobbiamo assimilarla nel nostro cuore, per tradurlo nella mia vita. Se io conosco posso amare e posso testimoniare Dio e li mio carisma. Bisogna tornare sempre alla sorgente, al suo dono originario, agli insegnamenti di Teresa e di Giovanni e degli altri carmelitani.

E come Teresa (muoio figlia della Chiesa) dobbiamo essere attenti a quello che ci insegna la Chiesa. Oggi Papa Francesco ci offre l’Enciclica Delexit nos in cui ci offre nuovi elementi aspetti della spiritualità di Santa Teresina. Questo ci aiuta a dire che non bisogna mai dire “questo l’ho letto già”, perché come succede nl Vangelo, anche un passo di uno dei nostri santi oggi può dirci qualcosa di diverso, anche se lo abbiano letto tante volte. Dio ci parla in momenti diversi. Ci conosce. Ci accostiamo ai testi in modo diverso; poiché anche noi non siamo  sempre gli stessi e qualcosa che un tempo non avevamo notato oggi con il Signore che ti dà la grazia potrà aprire uno spiraglio, suggerirci qualche cosa. E così possiamo costruire questo piccolo corpo, questa piccola chiesa che il Signore ci ha chiesto di costruire, attraverso la sua grazia, attraverso il dono di questo carisma e di questi fratelli e sorelle.



Al termine della celebrazione eucaristica è stata benedetta la statua della Madonna del Monte Carmelo appena restaurata e ricollocata nella cappella, la prima del monastero dei Ponti Rossi, accanto al parlatorio in cui la B. Giuseppina di Gesù Crocifisso riceveva tante persone bisognose di un consiglio.

Al termine dell’incontro don Marcello prossimo anche lui alla promessa temporanea all’ocds ci ha portato dal monastero San Giuseppe di Bari in dono due libri sulla vita e i pensieri di Suor Elia di San Clemente, carmelitana scalza, prima claustrale della nostra Provincia Napoletana ocd ad essere beatificata (2006) e di cui è possibile approfondire la conoscenza anche collegandosi al blog “Il mare un giardino eDio”. Lei che diceva “Bisogna fiorire dove il Signore ci ha seminati” ha seguito dall’alto una giornata ricca di spunti e di gioia di ritrovarsi.

I membri della fraternità ringraziamo il Signore per questo incontro trascorso insieme con p. Andrea, nel desiderio di Cristo sempre di più e di farlo crescendo insieme. Lui ci ha chiamati qui, uno dono per l’altro. Non sappiamo che cosa ci chiede o ci chiederà, ma ci fidiamo e accogliamo ogni giorno ciò che vorrà regalarci. Anche se fosse una spina, perché come insegnava santa Teresa di Gesù Bambino non bisogna “perdere nessuna delle spine che abbiamo perché con una sola possiamo salvare un’anima”.

Ste.d.b.