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Oggi il Carmelo ricorda le Sante Martiri della Rivoluzione.

È il primo anno che ricordiamo  come Santo ( sono state canonizzato a dicembre) le martiri di Compiégne, le monache carmelitane scalze decapitate il 17 luglio 1794, per aver rifiutato di rinnegare la propria fede.



 


Le Sante Martiri di Compiegne

Lo scorso 18 dicembre 2024, durante l’Udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il Pontefice ha deciso di estendere alla Chiesa universale il culto delle Beate Teresa di Sant’Agostino e 15 compagne, le carmelitane scalze ghigliottinate il 17 luglio 1794, che noi conosciamo come le Martiri di Compiègne. 
Sedice carmelitane scalze, a cui dopo la Rivoluzione Francese era stata contestata la fede e vietata la clausura non solo non rinnegarono la propria vocazione ma riscrissero cinque strofe della "Marsigliese", per trasformare quel canto di guerra in un inno di fede e libertà dedicato alla Vergine del Carmelo.

“Rallegriamoci nei nostri cuori/ il giorno di gloria è arrivato/ lungi da noi ogni debolezza/mentre si avanza la bandiera/prepariamoci alla vittoria /camminiamo tutti da veri conquistatori/ sotto la bandiera di un Dio morente/ corriamo voliamo tutti alla gloria rianimiamo il nostro ardore/ i nostri corpi sono del Signore/ saliamo saliamo al patibolo/ e che Dio sia il vincitore”.
Dedicato alle sedici martiri è l’ultimo Angelus” di Giovanni Paolo I, il 24 settembre 1978. Quattro giorni prima di morire Papa Luciani ripete la frase della priora delle martiri carmelitane: "L'amore trionfa sempre". E dice: “Ecco la parola giusta, non la violenza può tutto, ma l'amore può tutto”.

Si tratta di una “Canonizzazione Equipollente”, avvenuta nel momento in cui Papa Francesco appone la firma sul decreto. Nessuna cerimonia in Piazza San Pietro perché il papa riconosce la loro fama di santità, che non è mai venuta meno dopo loro morte. Ci saranno celebrazioni soltanto in Francia.

Oggi ricordiamo le martiri di Compiégne

“Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana e affronta la morte con un atto di fortezza” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2473).
Il Carmelo oggi ricorda le sedici carmelitane scalze martiri di Compiégne,
La Comunità delle Carmelitane Scalze si era stabilita a Compiègne nel 1641, provenendo dal monastero di Amiens. A sette anni dalla fondazione sorgeva il convento con la chiesa dedicata all’Annunciazione. Il monastero prosperò sempre nel fervore, splendendo per regolare osservanza e per fedeltà allo spirito, godendo dell’affetto e della stima della corte francese. Allo scoppio della Rivoluzione le monache rifiutarono di deporre l’abito monastico e quando i torbidi accennarono ad aumentare, tra il giugno e il settembre 1792, seguendo un’ispirazione avuta dalla priora, Teresa di S. Agostino, tutte si offrirono al Signore in olocausto. L’atto di consacrazione divenne l’offerta quotidiana fino al giorno del martirio, giunto due anni dopo.
Le Carmelitane furono condannate a morte dal tribunale rivoluzionario per la loro fedeltà alla vita religiosa. Giunte ai piedi della ghigliottina, dopo aver cantato il “Veni Creator”, una dopo l’altra rinnovarono davanti alla priora la professione religiosa e furono decapitate. Ultima venne uccisa la Madre Teresa di S. Agostino, che aveva preparato le figlie al martirio e che aveva realizzato in maniera meravigliosa quanto ella era solita dire: “L’amore sarà sempre vittorioso. Quando si ama, si può tutto”. Furono ghigliottinate il 17 luglio 1794.

Beatificate da s. Pio X il 13 maggio 1906, con breve pontificio, la loro festa è celebrata il 17 luglio dall'Ordine dei Carmelitani Scalzi e dall'arcidiocesi di Parigi