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Una settimana per meditare con Tito Brandsma

Riprendiamo con una riflessione che ci accompagnerà per i prossimi giorni. 
Il testo che ci aiuta a proporre questa riflessione è del carmelitano di antica osservanza p. Kevin Alban. Egli ci parla della devozione mariana nel XX secolo, partendo da due figure carmelitane: Tito Brandsma e Edith Stein.
Per la settimana in corso, vorremmo riflettere insieme, seriamente, del nostro rapporto con il S: Rosario.
Partiamo da un brano del b. Tito Brandsma: 
"Lo scapolare e il Rosario dovrebbero essere stimati da noi; dovremmo anche riconoscerlo come preghiera-libri che c'insegnano come dobbiamo e possiamo parlare con nostra madre".
A questo proposito perché non rileggere:

1) la ROSARIUM VIRGINIS MARIAE di San Giovanni Paolo II

Dal mantello di Elia allo Scapolare - 9

di p. Raffaele Amendolagine
Continuiamo con la storia. Nel mille e duecento devono abbandonare quei luoghi. Occasione che fa realizzare un piano di Dio. L'Europa li attende e li abbraccia, ma non possono sfuggire alle trame del diavolo che "come leone ruggente" cerca di divorarli.

Dal mantello di Elia allo Scapolare - 8

 di   p.Raffaele Amendolagine
Alberto di Gerusalemme dona la Regola
 Maria fosse Madre lo sapevano dal Vangelo, attraverso il racconto della consegna fatta a Giovanni ai piedi della croce: "Ecco tua Madre!", ma preferirono chiamarla "sorella" per mettere in risalto l'essere collaboratori, cioè "lavorare insieme" per il Regno dei Cieli. Così nacque il nome di "fratelli della Beata Vergine del Monte Carmelo"
Doppio titolo che li spinse a creare una cappella a lei dedicata, dove immergersi nel "mormorio di soave silenzio", cioè nella presenza di Dio, accompagnati da Maria.

Il gruppo rivisse lo spirito di Elia. Ripercorse la sua strada dall'Eucarestia, quel pane offerto al Profeta dall'angelo, all'invito di uscire dal ritiro nella grotta.
Si deve incontrare Dio! Fuori c'è quella nuvoletta, ormai permanente, che non solo indica la venuta della pioggia, ma la porta, basta non sottrarsi alla sua irrorazione.
E il manto? Sì, anche il manto ha la sua parte. Il profeta si coprì col manto dopo avere constatato la presenza di Dio; gli eremiti cercarono di rivestirsi delle virtù cristiane, allora dimenticate a causa delle guerre Crociate, che, seppure mosse dal buon fine di difendere la Terra Santa, univano i popoli nelle lotte armate, nell'astio, nell'odio, tappezzato di sangue. Si sentì nostalgia della pace, di un manto di pace che li potesse coprire, appartare e nascondere agli occhi del mondo per dedicarsi alla richiesta di pace nella preghiera.
Sì, mancava la pace e il primo a rimetterci era il cuore. Molti degli ospiti di quelle grotte venivano da battaglie, anche forse vinte, ma indeboliti spiritualmente. Cercavano Dio e la ricerca era fatta con la Sorella, la Vergine Maria, che sovrastava con la sua tenue ombra e che invitava a sentire quel "mormorio", silenzioso, impercettibile alle orecchie umane, ma fiamma ardente nel cuore.

Domani Solennità della B. Vergine del Monte Carmelo

Che cosa vuol dire indossare il suo Scapolare

 In ascolto alla Parola
(Lc 2, 1-20)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.


L'evangelista Luca descrive con tenerezza, quasi facendocelo vedere, il gesto affettuoso con cui Maria  avvolge con fasce il piccolo Gesù. Un gesto che ogni madre ha fatto, in segno di protezione e di cura. Anche noi siamo rivestiti di fasce da Maria, nostra Madre e Sorella: attraverso lo Scapolare ella si prende cura di noi, ci protegge. Ci fascia per farci cresce forti e robusti alla scuola di suo Figlio.

Il dono dello Scapolare

Nella seconda metà del Duecento, in Europa i frati del Carmelo non erano ben visti  e sull'orlo della scomparsa. La famiglia religiosa di Elia sembrava destinata in poco tempo al disfacimento. 
San Simone Stock, un carmelitano di origini inglesi e di riconosciute virtù, viveva con grande difficoltà l'incarico di Generale dell'Ordine. Non riusciva ad esercitare un'effettiva autorità sopra i suoi fratelli che neppure si rendevano conto di non vivere più la vocazione a cui erano stati chiamati. 

Il Carmelo non possedeva ancora una struttura giuridica e uniforme, capace di conservare uno spirito, promuoverlo e trasmetterlo alla posterità. Stock avvertiva l'esigenza di un cambiamento, ma come poteva fare da solo? Pregando la Madonna con molto fervore, San Simone La implorò che non permettesse la scomparsa dell'Ordine Carmelitano. Ogni giorno recitava con il cuore questa preghiera:


Fiore del Carmelo, vite feconda, splendore del cielo, Vergine pura, singolare; Madre fiorente, d'intatto onore, sempre clemente, dona un favore, Stella del Mare. 
Si racconta che la Santissima Vergine sia apparsa al Padre Generale (nel 1251) porgendogli lo Scapolare, perché fosse usato sopra le vesti.
Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani.
In quell'epoca i servi usavano una tunica come abito civile. Sopra di essa indossavano una tunica più piccola, che indicava, per il colore e per le caratteristiche, l'identità del suo padrone. Lo Scapolare del Carmelo era simile a questa piccola tunica.

Da allora l'uso dello Scapolare fu diffuso in tutto il continente, soprattutto in Portogallo. Non è un caso:  a Fatima, la Madonna apparve, per l'ultima volta, rivestita dell'abito della sua più antica devozione - quello del Carmelo. Il giorno 13 ottobre 1917, infatti, mentre 50mila persone furono testimoni del prodigio del Sole, la Vergine si mostrò ai tre pastorelli nelle vesti della Madonna del Monte Carmelo, presentando nelle loro mani, lo Scapolare. I privilegi inestimabili legati allo Scapolare (la salvezza delle anime purganti) sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, assieme al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria. Lucia, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna « il Rosario e lo Scapolare sono inseparabili ».

E OGGI?

Il movimento dello Scapolare, dà alcune indicazioni che riportiamo di seguito:
 1. È segno e pegno. Segno di appartenenza a Maria, pegno della sua materna protezione, non solo in vita, ma anche dopo la morte. 2. Comporta l'aggregazione alla famiglia dei « fratelli della beata vergine Maria ». 3. Con lo Scapolare Maria stessa consacra il proprio figlio, vestendolo e segnandolo in modo speciale come appartenente a Lei. « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19,26). 4. Il devoto (dal latino devóvere, offrire, consacrare) con lo Scapolare, « consegna sé stesso » a Maria. Come un uomo libero nel Medio Evo si consegnava ad un signore per prestargli servizio e riceverne protezione. « Ecco la tua madre! » (ibid., 27).
 5. Il devoto si impegna a vivere il suo servizio al Signore Gesù, attraverso l'intimità familiare con Maria, come « fratello della beata vergine Maria ». « Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa » (ibidem). Per comprendere lo Scapolare bisogna porsi in un'ottica « cavalleresca » che era quella del tempo in cui è nato, ma che appartiene anche ai valori intramontabili dell'uomo. Chi porta lo Scapolare, ha detto Pio XII, « fa professione di appartenere a nostra Signora, come il cavaliere di quel tredicesimo secolo - a cui risale l'origine dello Scapolare - che si sentiva, sotto lo sguardo della sua “dama”, forte e sicuro nel combattimento e che, portando i suoi “colori”, avrebbe preferito mille volte morire che lasciarli macchiare ». (Papa Pio XII, discorso nel settimo centenario dello Scapolare Carmelitano, 6 agosto 1950).

L'Ordine c'invita a riflettere:

La Vergine ci insegna 

  •  a vivere aperti a Dio e alla sue volontà, manifestata negli avvenimenti della vita;  
  •  ad ascoltare la voce (parola) di Dio nella Bibbia e nella vita, mettendo poi in pratica le esigenze di questa voce;  
  •  a pregare  fedelmente sentendo Dio presente in tutti gli avvenimenti;  
  •  a vivere vicini  ai nostri fratelli ed essere solidali con essi nelle loro necessità. 



Lo Scapolare introduce nella fraternità del Carmelocioè in una grande comunità di religiosi e religiose che, nati in Terra Santa, sono presenti nella Chiesa da più di otto secoli. Col tempo ha assunto il significato del voler portare la croce di ogni giorno, come i veri seguaci di Gesù. Segno della decisione di vivere la vita come servi di Cristo e di Maria
  •  Impegna a vivere l'ideale di questa famiglia religiosa, che è l'amicizia intima con Dio attraverso l'orazione. 
  • Pone dinanzi l'esempio dei santi e sante del Carmelo con cui si stabilisce una relazione familiare di fratelli e sorelle. 
  • Esprime la fede nell'incontro con Dio nella vita eterna per l'intercessione di Maria e la sua protezione.   



La Madre mite che S. Simone Stock tanto amava

La devozione allo scapolare della madonna del Carmelo si lega alla figura che oggi l'Ordine ricorda, S. Simone Stock, al quale la Vergine donò questa parte dell'abito monastico.

Si trova traccia di questo indumento già nella regola di San Benedetto: era indossato durante il lavoro per proteggere l'abito monastico, ma nel Carmelo i religiosi e le religiose lo hanno indossato come parte fondamentale dell'abito. 

Inglese, formatosi in Palestina, proprio dov'era nata la spiritualità carmelitana, nel 1245 Simone Stock fu eletto Priore Generale, carica che ricoprì per circa 20 anni. Fu artefice della migrazione in Europa dei carmelitani, costretti a lasciare il monte Carmelo e della prima mitigazione della Regola, per far sì che i fratelli della Beata Vergine del Monte Carmelo potessero adattarsi a vivere in Occidente e affinché potessero essere fondati i primi conventi in Inghilterra, in Germania, in Francia, nella penisola iberica e in Italia. Dopo un iniziale periodo di felice diffusione della spiritualità carmelitana, cominciò una lunga fase di conflitti e tribolazioni. Padre Simone Stock molto devoto alla santa Vergine, affidò alla protezione della Vergine tutto l'Ordine, pregandola del dono di qualche privilegio e compose per lei la sequenza che ancor oggi intoniamo e consideriamo l'inno ufficiale dell'Ordine: il Flos Carmeli. 
Si racconta allora in un Santorale dell'Ordine di una speciale visione avuta da Stock dopo questa richiesta: la Vergine, contornata di angeli, si china verso di lui per vestirlo con lo scapolare: "Questo sarà per te e per tutti i carmelitani il grande privilegio, che chiunque morirà con questo non patirà il fuoco eterno, ma sarà salvo". Approfondiremo questo aspetto nei post di luglio, quando con la festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, sarà il caso di affrontare il tema della devozione allo Scapolare e alla esigenza di indossarlo come segno di appartenenza alla famiglia carmelitana.
Oggi, invece, vorremmo richiamare l'attenzione sulle dolcissime parole con cui Simone Stock pregava la Vergine, definendola  "fiore del Carmelo",  "vite fiorente", "Stella del mare" e soprattutto "Madre mite". Questa è l'immagine di Maria che, agli inizi del suo cammino nel Carmelo, ha la nostra santa Madre Teresa. E in queste parole, noi dobbiamo trovare il senso del nostro sentirci parte di questa famiglia che si è consacrata alla Vergine Maria. E' lei, la forte armatura dei combattenti, con la sua granitica fiducia nel Signore. E' lei il giglio che cresce fra le spine, la purezza che il male non riesce a ferire. In lei la gioia della fede, il senso di protezione. Maria è nostra madre; è lei che c'insegna il senso della maternità, dell'aver cura dell'altro. Ecco il senso della nostra consacrazione alla Vergine, dell'indossare l'abito o l'abitino (lo scapolare): sforzarci di vivere come ha vissuto lei la gioia di abbandonarsi alla volontà di Dio

Fior del Carmelo, vite fiorita,

splendore del cielo,
tu solamente sei vergine e madre.

Madre mite, pura nel cuore,
ai figli tuoi sii propizia,
stella del mare.

Ceppo di Jesse, che produce il fiore,
a noi concedi di rimanere
con te per sempre.

Giglio cresciuto tra alte spine,
conserva pure le menti fragili
e dona aiuto.

Forte armatura dei combattenti,
la guerra infuria, poni a difesa
lo scapolare.

Nell’incertezza dacci consiglio,
nella sventura, dal cielo impetra
consolazione.

Madre e Signora del tuo Carmelo,
di quella gioia che ti rapisce
sazia i cuori.

O chiave e porta del Paradiso,
fa’ che giungiamo dove di gloria
sei coronata. Amen.