Dal mantello di Elia allo Scapolare - 8

 di   p.Raffaele Amendolagine
Alberto di Gerusalemme dona la Regola
 Maria fosse Madre lo sapevano dal Vangelo, attraverso il racconto della consegna fatta a Giovanni ai piedi della croce: "Ecco tua Madre!", ma preferirono chiamarla "sorella" per mettere in risalto l'essere collaboratori, cioè "lavorare insieme" per il Regno dei Cieli. Così nacque il nome di "fratelli della Beata Vergine del Monte Carmelo"
Doppio titolo che li spinse a creare una cappella a lei dedicata, dove immergersi nel "mormorio di soave silenzio", cioè nella presenza di Dio, accompagnati da Maria.

Il gruppo rivisse lo spirito di Elia. Ripercorse la sua strada dall'Eucarestia, quel pane offerto al Profeta dall'angelo, all'invito di uscire dal ritiro nella grotta.
Si deve incontrare Dio! Fuori c'è quella nuvoletta, ormai permanente, che non solo indica la venuta della pioggia, ma la porta, basta non sottrarsi alla sua irrorazione.
E il manto? Sì, anche il manto ha la sua parte. Il profeta si coprì col manto dopo avere constatato la presenza di Dio; gli eremiti cercarono di rivestirsi delle virtù cristiane, allora dimenticate a causa delle guerre Crociate, che, seppure mosse dal buon fine di difendere la Terra Santa, univano i popoli nelle lotte armate, nell'astio, nell'odio, tappezzato di sangue. Si sentì nostalgia della pace, di un manto di pace che li potesse coprire, appartare e nascondere agli occhi del mondo per dedicarsi alla richiesta di pace nella preghiera.
Sì, mancava la pace e il primo a rimetterci era il cuore. Molti degli ospiti di quelle grotte venivano da battaglie, anche forse vinte, ma indeboliti spiritualmente. Cercavano Dio e la ricerca era fatta con la Sorella, la Vergine Maria, che sovrastava con la sua tenue ombra e che invitava a sentire quel "mormorio", silenzioso, impercettibile alle orecchie umane, ma fiamma ardente nel cuore.


Sono, diventano i carmelitani ai quali batte il cuore all'unisono con Maria. La sorella comunica ai fratelli l'ansia di Dio, lo zelo di Elia, che spinge a rafforzare la vita comunitaria del gruppo.
Si invita il Patriarca di Gerusalemme, Alberto, perché stili una norma di vita da fare approvare dal Papa. E' la regola sulla quale ancora oggi poggia la loro vita.
Ci sono, sì, dei suggerimenti pratici adatti a quei luoghi e a quei tempi, ma il fondamento è la Parola di Dio.
Il Vescovo esperto, oltre che nella conoscenza, nell'assimilazione del messaggio evangelico, in poche righe lo riassume, citando brevi tratti soprattutto del Vangelo e di san Paolo. E' l'esca per accendere il fuoco dell'amore di Dio. La fede è scudo. Il manto di Maria, madre e sorella, è protezione.
(8- continua)