Con Teresa sui passi di Gesù - 4

Oh, Signore dell’anima mia e mio bene, Gesù Cristo crocifisso! Non c’è una sola volta in cui mi ricordi di questo pensiero senza provarne una gran pena: mi sembra, infatti, di aver commesso un gran tradimento, sia pure per ignoranza.

Tutta la vita ero stata piena di devozione per Cristo (questo mi accadde quasi alla fine – cioè poco prima che il Signore mi facesse queste grazie dei rapimenti e delle visioni – e, giunta a tal punto, durai ben poco tempo in tale opinione); pertanto, tornavo sempre alla mia abitudine di ricrearmi con questo mio Signore, specialmente dopo la comunione. Avrei voluto avere sempre davanti agli occhi il suo ritratto e la sua immagine, non potendo averlo scolpito nell’anima come desideravo.
   È mai possibile, mio Signore, che io abbia potuto pensare anche soloper un’ora che voi mi sareste stato d’impedimento per un bene maggiore? Da dove sono venuti a me tutti i beni se non da voi? Non voglio credere d’aver avuto in ciò colpa, perché me ne affliggerei molto: certo si trattava d’ignoranza e voi, nella vostra bontà, voleste apportarvi un rimedio mandandomi chi mi traesse d’inganno e poi facendo sì che io vi vedessi tante volte, come più innanzi dirò, perché intendessi meglio quanto fosse grande il mio errore, lo dicessi ad altre persone, come ho fatto, e lo scrivessi ora qui. (Vita 22, 4)