Speranza e Gioia piena


Il Vangelo odierno (Gv 16,23b-28) che riportiamo di seguito, ci guida nel tema che è stato affrontato oggi sulla meditazione che deve concludersi con un atto di speranza, con la fiducia dell'aiuto.



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.  Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio.  Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre». 

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena

Ci è ordinato di adorare e onorare quello stesso Verbo che sappiamo essere nostro Salvatore e guida, e per mezzo di lui il Padre; non in alcuni giorni stabiliti, ma continuamente, per tutta la vita e in ogni modo. “Sette volte al giorno io ti lodo “(Sal 119, 164) esclama il popolo eletto... Perciò chi conosce Dio lo onora non in un luogo stabilito in un determinato tempo, né solo nei giorni di festa comandati, ma per tutta la vita, in ogni luogo, tanto se si trova solo, quanto se con lui ci sono altri che praticano la stessa fede. Onora Dio rendendogli grazie per la conoscenza della vita retta...  
Se la presenza di una persona buona spinge al meglio e forma chi la frequenta col suo esempio e con la riverenza che ispira, quanto più colui che sta sempre in compagnia di Dio per mezzo della conoscenza, dello stile di vita e dell’azione di grazie, diventerà sempre migliore nel comportamento, nelle parole e nei sentimenti?... Vivendo per tutta la vita un giorno di festa continuo, persuasi che Dio è presente ovunque, lo lodiamo coltivando i campi, se siamo in mare gli cantiamo inni, e in ogni altra circostanza della vita ci comportiamo come “cittadini del cielo” (cfr. Fil 3,20). 

La preghiera è un colloquio intimo con Dio e Dio presta continuamente l’orecchio a questa voce interiore... Sì, il vero uomo spirituale prega durante tutta la sua esistenza, perché pregare è per lui un cercare l'unione con Dio; perciò rifiuta tutto ciò che è inutile, in quanto è già arrivato a quello stato in cui ha già ricevuto, in certa misura, la perfezione, che consiste nell’agire per amore... Tutta la sua vita è una sacra liturgia.
San Clemente d'Alessandria (150-ca 215),