Consapevoli, sempre, della nostra amicizia con Dio

La vita spirituale del cristiano consiste essenzialmente nella consapevolezza della propria amicizia con Cristo. Sono parole che noi a carmelitani fanno ricordare quello che dice la nostra fondatrice Teresa d'Avila nel libro della Vita "L'orazione non è altro che un intimo rapporto di amicizia con colui dal quale sappiamo di essere amati"


L'amico del Cristo gli sta vicino lo ascolta ed è inebriato di gioia nell' udire la voce dello Sposo.
La vita spirituale è prima di tutto uno "starsene" lì a disposizione di Dio un riposo davanti alla sua maestà un atto  di presenza davanti al Signore.
 Quindi - come suggerisce Max Thurian (monaco cristiano svizzero, cofondatore e vice priore della comunità di Taizé, e componente della Commissione Teologica dal 1992 alla sua morte avvenuta nel 1996) - a noi non viene chiesto uno sforzo di concentrazione l'osservanza di particolari regole da premettere alla meditazione vera e propria, ma solo quell'atteggiamento ricettivo in cui siamo coscienti della presenza e dell'amicizia di Cristo.
Questo semplice metodo di orazione può essere applicato a tutti gli istanti della nostra vita spesso così agitata. Non è necessario poter disporre di lunghi silenzi per prepararsi alla preghiera e alla meditazione: in metropolitana, in autobus, per strada è sempre possibile raccogliersi un attimo per starsene lì davanti a Cristo, sicuri della sua amicizia.
Bisogna essere convinti che questa presenza di Dio è tutta la vita spirituale, anche se sono vari i mezzi che la favoriscono e la alimentano. Nella nostra esistenza movimentata c'è posto per questa presenza di Dio per la quale bisogna trovare mezzi intonati alla nostra vita moderna.