Teresa, la Vergine del Sorriso e la Messa in streaming da Lisieux

Sabato 10 maggio la fraternità dell'ocds dei Ponti Rossi si è riunita per approfondire la scheda (Clicca qui per scaricarla), con gli spunti offerti da don Marcello e la successiva condivisione comunitaria di riflessioni e pensieri sulla santa e sul rapporto con la Vergine Maria.
Il canto Perchè t'amo, Maria  tratto dall'ultima poesia della santa.
p. Marie Bernard lo scultore
di Teresina e della statua della Vergine
 Il bellissimo testo di S. Teresina, pubblicato integralmente nella quarta scheda formativa, è in parte il suo testamento spirituale. Nel processo Apostolico si legge infatti che la giovane Teresa sentendo la fine vicina, confidò alla sorella Celina: “Ho ancora qualcosa da fare prima di morire...Ho sempre sognato di esprimere in un canto alla Santa Vergine tutto ciò che penso di lei” (Processo Apostolico, Roma, 268).  La poesia, come i manoscritti della santa, inizialmente furono ritoccati dalla sorella di Teresa per la prima pubblicazione. Il testo originale della poesia ci offre una versione che si può leggere qui più spontanea: Teresa non chiama la vergine "mamma", ma "Marie". Anche in altri punti, la revisione rese troppo formale il testo. Per fortuna oggi possiamo leggere manoscritti e poesie nella loro versione originale. Negli anni Settanta un professore universitario, Giovanni Gennaro scrisse un libro dal titolo Teresa di Lisieux. La verità è più bella", rivelando come le manomissioni - anche se in buona fede - dei testi della santa ne avessero rovinato la bellezza poetica. 

Teresa e la Vergine del Sorriso
Nell’ultima strofa della Poesia che dedica alla Madonna Teresa afferma: “È mia Madre!”. Aveva scelto lei come mamma, quando morta organa di madre a soli 4 anni e persa la sorella Paolina (prima a entrare nel monastero di Lisieux) L’8 luglio 1897, quando scese in infermeria, Teresa trovò ad accoglierla la statua della Vergine del Sorriso. Un’ora prima della sua morte, il 30 settembre, la fisserà ancora a lungo.
Ha una storia lunga quella statua: raffigurava Maria Immacolata, con le sua braccia tese e accoglienti, con la corona di stelle sulla testa e la luna sotto i piedi, mentre schiaccia la testa al serpente . Era arrivata in casa Martin ad Alençon e collocata temporaneamente nel giardino della prima loro abitazione il "Pavillon". Vi sarebbero ritornati spesso anche quando i coniugi Martin si trasferirono in una casa più grande, ma la statua di proprietà di papà Luis fu portata nell'appartamento nuovo. Nei manoscritto A Teresa racconta la tradizione che i genitori avevano trasmesso alle figlie: a maggio le bambine coglievano dei fiori per decorare la statua. Poi la famiglia si riuniva per la preghiera. 
Una tradizione conservata anche quando, morta mamma Zelia, la famiglia si trasferì a Lisieux. Lì i Martin vissero momenti di ansia per Teresina, che si ammalò, somatizzando con gravi disturbi, la mancanza della sua mamma. Il 13 maggio 1883 fissando la statua della Vergine le sembrò che le sorridesse in modo materno e rassicurante. Un sorriso che le guarì l'anima. Ecco il racconto di S. Teresa che parla di sé in terza persona, come di un fiore ripiegato su se stesso: "Languiva e sembrava per sempre appassito… Tuttavia aveva un Sole accanto a sé, questo Sole era la Statua miracolosa della Madonna che aveva parlato due volte alla mamma, e spesso, molto spesso, il fiorellino volgeva la sua corolla verso l’Astro benedetto… Una domenica mi misi a chiamare quasi a bassa voce: “Mamma… 
Ricostruzione della camera di Teresa
nel giorno del miracolo del sorriso della Vergine


Mamma”. […] Mia sorella Maria si inginocchiò accanto al mio letto con Leonia e Celina, poi si rivolse alla Madonna e, pregandola con il fervore di una Madre che chiede la vita del figlio, Maria ottenne quello che desiderava… Dal momento che non trovava alcun soccorso sulla terra, anche la piccola Teresa si era volta alla sua Madre del Cielo; la pregò con tutto il cuore di aver finalmente pietà di lei… All’improvviso la Madonna mi parve bella, così bella che non ho mai visto nulla di così bello: il suo volto spirava una bontà e una tenerezza ineffabile, ma ciò che mi penetrò fino in fondo all’anima fu “l’incantevole sorriso della Madonna”. 
Allora tutte le mie sofferenze svanirono…".
Quando anche lei fece il suo ingresso nel monastero di Lisieux la sorella Celina (dov'erano diventate carmelitane le sorelle Paolina, Maria e Teresa (Leonia alla fine divenne invece una suora visitandina),  portò con sé la statua che fu posta  all’ingresso della stanza di Teresina e poi accanto a lei nell’infermeria in cui fu trasferita negli ultimi mesi di vita nel 1897. Dal 1923 - anno della beatificazione della giovane carmelitana - la statua della “Vergine del sorriso” fu sopra l’urna di Teresa.


Colleghiamoci con il santuario di Lisieux

Appuntamento importante Il 17 maggio, giorno del centenario della canonizzazione di S. Teresa ci si può collegare con il santuario di Lisieux (11:00: Messa trasmessa in  diretta clicca qui ).

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