VICINI NELLA PREGHIERA


E' uno degli insegnamenti più belli di papa Benedetto e siamo certi del forte legame che nella preghiera ci lega e ci terrà uniti a questo grande padre, e insieme con lui a Dio. La citazione del card. Newman, una figura a lui cara, ci aiuta ad abbattere le barriere della clausura. 
Qui accanto l'ultimo fotogramma pubblico di Benedetto XVI, prima della clausura: il suo passo lento verso l'interno del Palazzo pontificio, nella sala alla cui parete c'è un enorme Crocifisso di marmo. Un fotogramma che racchiude il mistero della vita di preghiera per la Chiesa che sarà vissuta dal santo Padre e dalla quale non dobbiamo sentirci esclusi perché nel suo cuore e nelle sue intenzioni ci siamo tutti. Come lui, Papa Benedetto, sarà sempre nella nostra piccola, imperfetta preghiera.
Qui di seguito riportiamo quanto dai suoi libri, dalle interviste, dalle omelie, dalle catechesi possiamo estrapolare per fissare nella nostra mente e nei nostri cuori i suoi insegnamenti sulla preghiera. 


Papa Benedetto XVI prega con papa Francesco (23 marzo 2013)



LE DIECI CATECHESI 

SULL'UOMO IN PREGHIERA (2011)



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         LA PREGHIERA VIA AL VANGELO

Il primo impegno missionario di ciascuno di noi è proprio la preghiera. E’ innanzitutto pregando che si prepara la via al Vangelo; è pregando che si aprono i cuori al mistero di Dio e si dispongono gli animi ad accogliere la sua Parola di salvezza.
(Dall'omelia del 19 ottobre 2008 a Pompei)




QUANDO MANCA LA PREGHIERA

"L'uomo senza Dio intristisce, Ma egli è "senza Dio" quando non è più capace di rivolgergli la parola. Per questa ragione, il "pregare" non è uno sport, riservato alle anime deboli, che per questo motivo non dovrebbe convenire a quelli che di un simile rifugio non sembrano avvertirne il bisogno.
Nell'atto di pregare è in gioco qualcosa che concerne essenzialmente il futuro dell'uomo e la sua stessa umanità. Se l'uomo, infatti, non si protende più oltre se stesso, tendendo a Dio, egli diviene un "altro" da sé, più gretto e meschino. Allora gli si atrofizzano organi, di cui non può fare a meno. Diviene spiritualmente più rozzo e perde di sensibilità e di acume; e alla fine non riesce più ad amare gli altri, anzi, nemmeno se stesso." (DA UNA TRASMISSIONE ALLA RADIO DELLA REGIONE DI SAAR)

Quando, da vescovo o anche prima semplicemente come confratello, ho indagato i motivi per i quali un'iniziale vocazione, ricca di entusiasmo e di speranze, si era pian piano spenta, sono sempre giunto a una conclusione di questo genere: a un certo punto era venuta meno la preghiera personale e contemplativa, forse  anche anche a motivo di un forte zelo per tutto ciò che c'era da fare. Ma in seguito anche lo zelo si affievoliva, perché era andato perduto il suo impulso interiore.
(DA "SERVITORI DELLA VOSTRA GIOIA", 1989)



CHIAMATO DAL SIGNORE SUL MONTE (ANGELUS DEL 24 FEBBRAIO 2013)
Meditando questo brano del Vangelo (quello della Trasfigurazione del Signore), possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).

Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. 
... In preghiera siamo sempre vicini. Grazie a voi tutti!

DALL'UDIENZA GENERALE DEL 27 FEBBRAIO 2013


...   nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.


Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito.

GIORNATA DI PREGHIERA IN COMUNIONE SPIRITUALE CON PAPA BENEDETTO
 Uno dei siti che ha seguito il pontificato di papa Benedetto con attenzione, La vigna del Signore, ha lanciato una iniziativa: pregare per e con papa Benedetto, anche se solo in comunione spirituale. La data scelta è il 28 febbraio, giorno in cui questa comunione di preghiera è diventata l'unica forma di condivisione oggi possibile, e anche il più grande insegnamento lasciatoci da papa Ratzinger.
Cercando di vivere questa giornata, se non proprio in clausura come lui, proviamo a partecipare oggi a ogni momento di preghiera previsto dalla Liturgia (Ufficio delle Letture, Lodi, Messa, Ora media, Vespri, Compieta, Rosario) facendo nostre le sue intenzioni di preghiera e ringraziando il Signore per averci donato un esempio come lui.