Juana Fernandez Solar (Santiago del Cile, nata il 3 luglio 1900 e morta 13 aprile 1920) è il primo fiore di santità della nazione cilena e del Carmelo Teresiano nell'America Latina. Fin dalla fanciullezza fu affascinata da Cristo. Entrò nel monastero delle Carmelitane scalze di Los Andes il 7 maggio 1919 e vi morì l'anno seguente, dopo aver fatto la sua professione religiosa. Canonizzata da Giovanni Paolo II il 21 marzo 1993, è proposta come modello per i giovani della Chiesa di oggi. Sarà, con S. Teresa di Gesù Bambino, la santa protettrice della GMG 2013 che ci sarà a Rio de Janeiro.
Riportiamo, da una pagina del suo diario, questo semplice schema che descrive la sua anima e ci aiuta a emularla:
Per giungere a vivere in Dio, con Dio e per Dio, ciò che è l'ideale di una Carmelitana, di una Teresa di Gesù e di una ostia, ho compreso che sono necessarie quattro cose:
1) silenzio, tanto interiore che esteriore. Silenzio in tutto il mio essere. Evitare ogni parola inutile,2) non parlare di se stessa. Se occorre, per divertire gli altri, farlo alla terza persona. Non parlare mal della famiglia;5) in maniera assoluta, non accordare nulla alla carne. Non cercare il piacere in nulla e l'inclinazione per entrare più facilmente in relazione con Dio;4) vedere Dio in ogni creatura, poiché tutto si trova nella sua immensità. Leggerò ogni giorno questi punti e mi esaminerò a loro riguardo.
Juana, detta Juanita, aveva cominciato a 15 anni il suo Diario e dedicandolo a una suora che era sua professoressa e guida spirituale, scriveva:
"Lei crede che s'imbatterà con una storia interessante. Non voglio che s'inganni... La storia della mia anima si riassume in due parole: soffrire e amare".
Il 13 luglio del 1915 annota:
Oggi compio quindici anni. Quindici anni! L'età che tutti vorrebbero avere: i bambini per essere considerati più grandi e gli anziani e quelli che hanno oltrepassato questa età, che hanno venticinque anni, vorrebbero ritornare a questa età perché è la più felice.
Ma penso: quindici anni, quindici anni in cui Dio mi ha conservato in vita. Me la diede nel 1900. Mi preferì tra migliaia di esseri per creare proprio me.Nel 1914, l'anno scorso, fui ammalata da rischiare la morte e mi diede un'altra volta la vita. Che cosa ho fatto da parte mia per un favore così grande perché Dio mi abbia data la vita due volte?Quindici anni! Di che cosa mi sono occupata in questi quindici anni? Che cosa ho fatto per piacere a questo Re onnipotente, a questo Creatore misericordioso che mi creò? Perché mi ha preferito a tante creature?L' avvenire non mi si è svelato, ma Gesù ha sollevato il velo ed ho intravisto le belle spiagge del Carmelo.Quante volte ho chiesto a Dio che mi portasse via da questo mondo ed Egli ha quasi ascoltato le mie suppliche e mi ha mandato malattie dalle quali si credeva che non mi sarei salvata. Ma Gesù mi ha insegnato che non devo domandare questo e mi ha posto come termine del mio viaggio ancora nove anni nel porto benedetto del Carmelo.Questi quindici anni, per una ragazza è l'età più pericolosa, è l'entrata nel mare tempestoso del mondo. Ho quindici anni, Gesù ha preso il comando della mia barchetta e l'ha tirata in disparte dall'incontro con altre navi. Mi ha mantenuta solitaria con Lui. Per questo il mio cuore, conoscendo questo Capitano è stato preso dall'amo dell'amore e qui mi tiene prigioniera in esso. Quanto amo questa prigione e questo Re potente che mi tiene prigioniera, questo Capitano che fra i flutti dell'oceano non mi ha lasciato naufragare.Gesù mi nutre quotidianamente con la sua carne adorabile e, insieme a questo cibo, ascolto una voce dolce e soave come gli echi armoniosi degli angeli del cielo. Questa è la voce che mi guida, che scioglie le vele della nave della mia anima perché non soccomba e perché non affondi. Sento sempre quella cara voce che è quella del mio Amato, la voce di Gesù in fondo alla mia anima; e nelle mie angosce, nelle mie tentazioni, Egli è il mio consolatore, egli è il mio Capitano.Conducimi sempre, Gesù mio, per il cammino della croce. E la mia anima si alzerà in volo dove si trova l'aria che vivifica e la quiete.
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