Un dialogo cuore a cuore

 "Credo di non essere 
mai stata tre minuti senza pensare a Dio. 
E' naturale pensare a uno che si ama".
S. Teresa del Bambino Gesù 

Il messaggio che i discepoli non riuscivano a comprendere

Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli:
«Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini».  Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

Una breve riflessione

Questo breve passaggio tratto dal nono capitolo del  Vangelo di Luca mette in risalto un momento importante del rapporto di Gesù con i suoi discepoli: il momento in cui forse li vede troppo orgogliosi di ciò che Egli fa di bene e di prodigioso, in cui comprende che si stanno attaccando a un aspetto solo superficiale. Quel bene, quei prodigi hanno un senso solo se visti alla luce di un altro evento: la condanna e la crocifissione. Gesù vuole che ogni discepolo si convinca e non dimentichi mai che la strada non è quella dell’essere apprezzati da tutti, ammirati e lodati per ciò che si fa.
Sì Gesù è capace di sbalordire la gente, ma quella stessa gente lo condannerà ingiustamente. Gesù fa del bene agli uomini, ma come dice Giovanni nel suo prologo “le tenebre non lo hanno accolto”, “il mondo non lo riconobbe”. Commenta a questo proposito Paolo Curtaz “Non sono bastate le parole, i miracoli, la coerenza, la misericordia a piegare il cuore dell'uomo. Forse lasciarsi andare fino in fondo, abbandonarsi, donarsi, cambierà qualcosa.”
Non è solo la morte, ma la consegna di sé, per amore come ha fatto Lui.
“Il verbo "consegnare" – ci fa riflettere un commento di p. Lino Pedron -  indica l'azione del Padre che ci consegna il Figlio, l'azione del Figlio che si consegna a noi, l'azione di Giuda che lo consegna al sommo sacerdote e al sinedrio, l'azione del sommo sacerdote e del sinedrio che lo consegnano a Pilato, l'azione di Pilato che lo consegna perché sia crocifisso, e, per finire in bellezza, l'azione di Gesù che consegna la sua vita nelle mani del Padre. Un unico verbo costituisce il più grande male dell'uomo che tradisce il Figlio di Dio, e il sommo bene di Dio che, in questa consegna di se stesso, manifesta la sua passione segreta, il suo amore infinito per l'uomo”.


L’ho ben capito, la gioia non la troviamo negli oggetti che ci stanno intorno, bensì nel profondo dell’anima, possiamo averla in una prigione altrettanto bene che in un palazzo, la prova è che io sono più felice nel Carmelo, anche tra prove intime ed esteriori, che nel mondo, circondata dalle comodità della vita, e soprattutto dalle dolcezze del focolare paterno!  Santa Teresa di Gesù Bambino

Il valore della testimonianza


Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita, l'unico vero tesoro, la perla preziosa, corre a condividerlo ovunque, in famiglia e nel lavoro, in tutti gli ambiti della propria esistenza”.
papa Benedetto, nella Veglia di Pentecoste 2006

Quel semplice sguardo...


Lo sguardo di Gesù ci alza sempre. Uno sguardo che ci porta su... Mai ti abbassa, mai ti umilia. Ti invita ad alzarti. Uno sguardo che ti porta a crescere, ad andare avanti, che ti incoraggia, perché ti vuole bene. Ti fa sentire che Lui ti vuole bene. E questo dà quel coraggio per seguirlo.
Così oggi papa Francesco nella omelia mattutina.

Che cosa ci ricorda, se non la nostra Teresa d'Avila?  Nelle V mansioni, per esempio, ci ha parlato di "quel semplice sguardo" con cui "lo Sposo, essendo Quegli che è, fa l'anima più degna di andare a dargli la mano, mentre l'anima ne rimane talmente rapita da far poi tutto il possibile per realizzare il fidanzamento
".


La crisi si abbatte sulla Libreria degli Scalzi


 Un salto a Roma nella “nostra” libreria per i soliti acquisti e per il piacere di immergersi in un clima familiare e la sorpresa di vedere gli scaffali quasi vuoti e tanti scatoloni in attesa di essere trasferiti nella sede della casa editrice …
Dopo quasi dieci anni di vita, la prima Libreria degli Scalzi nata nel cuore di Roma nel Marzo 2004, in  Piazza di San Giovanni in Laterano sta per chiudere i battenti.
Siamo davvero dispiaciuti soprattutto per le persone che vi hanno lavorato con grande disponibilità e spirito di accoglienza.
E per questo ringraziamo la signora Luigia e tutti coloro che l’anno affiancata, in questi anni.
Questa chiusura è il segno di questa brutta crisi. Ma  chi sa che cosa significhi lavorare tutta una vita e trovarsi improvvisamente senza il lavoro che ami, comprende che è un momento difficile.



 

Per continuare ad acquistare i libri delle edizioni Ocd Via Gaspare Spontini, 17 - 00198 Roma  Tel. 06.79.89.08.1 Fax 06.79.89.08.40 - E- mail: info@ocd.it.
 Ma ci piacerebbe se, passato questo brutto momento, la nostra Libreria degli Scalzi, possa tornare a riaprire a tutti i suoi clienti, carmelitani e no, con le stesse persone che l’hanno portata avanti fin qui.
Ci speriamo proprio!!!!!!!!!!!
stefania ocds

Sant'Alberto di Gerusalemme, uomo di pace e verità


Alberto, chiamato per grazia di Dio ad essere Patriarca della Chiesa di Gerusalemme, agli amati figli in Cristo B[rocardo] e gli altri eremiti che vivono sotto la sua obbedienza presso la Fonte, sul Monte Carmelo, salute nel Signore e benedizione dello Spirito Santo.


Comincia così la Regola che il Patriarca di Gerusalemme tra il 1206 e il 1214 diede ai primi fratelli laici eremiti sul Monte Carmelo.

Recentemente, il quotidiano "Avvenire" nell'illustrare la figura di Sant'Alberto di Gerusalemme, che noi consideriamo padre fondatore dell'Ordine del Carmelo, ha scritto che "Un pastore deve saper mediare tra le diversità per portare tutti alla verità, proprio come seppe fare sant'Alberto di Gerusalemme". 
Fu, infatti, uomo del dialogo interreligioso e si prodigò in Palestina sia per il dialogo e la pacificazione tra i cristiani sia tra i cristiani e i musulmani. 


Ed è questo l'aspetto che deve ispirare  noi laici: la capacità di dialogo, di mediazione.

Di origine francese, nato in Emilia a Castel Gualtieri (zona Avogadria)  intorno al 1150, entrò tra i Canonici Regolari della Santa Croce di Mortara, di cui fu priore dal 1180. Fu vescovo di Bobbio e di Vercelli prima di essere nominato Patriarca di Gerusalemme nel 1205 da Papa Innocenzo III. 
Morì pugnalato per la vendetta di un religioso (che aveva rimproverato e rimosso per cattiva condotta)il 14 settembre 1214, nel giorno dell'Esaltazione della Croce. L'Ordine dei Carmelitani Scalzi lo ricorda il 17 settembre
L'anno prossimo si celebreranno 800 anni dalla sua morte.

Per le notizie sull'attività della Provincia Napoletana dell'Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi clicca QUI

S'inizia per noi un nuovo percorso insieme

Abbiamo scelto di cominciare il nuovo anno formativo con una condivisione del cammino di fede percorso fin qui. Ci ha aiutato la lettura del brano evangelico sulla vocazione del giovane ricco. Com'è nata la nostra vocazione? A che punto siamo? Quali sono le figure-faro della nostra vita? Quali sono le difficoltà in un percorso di persone che vivono la propria fede e la vocazione al Carmelo nella società? Da che cosa non riusciamo a liberarci. 
Sono state riflessioni animate da un grande bisogno di conoscere la propria verità davanti a Dio. Siamo persone che si riconoscono cambiate, è vero, ma sempre più desiderose di essere coerenti, giorno per giorno. Di essere veri.
Mettiamo, pertanto, nelle mani del Signore tutte le nostre fragilità, ringraziandolo per come ci ha portato fin qui e cercando di lasciare fare a Lui. Ricordando un passaggio del brano evangelico: 
Gesù fissatolo lo amò.
 Sentiamo quello sguardo di amore su di noi e sentiamoci incoraggiati ad andare avanti!

Condividiamo, infine, con voi che ci leggete una preghiera, scritta da un uomo politico di una delle più famose famiglie americane, i Kennedy. E' un atto di abbandono che Robert Kennedy scrisse poco tempo dopo l'uccisione a Dallas, il 22 novembre 1963, del fratello John, presidente degli Stati Uniti. Anche Robert Kennedy è morto assassinato, il 6 giugno 1968

Bob Kennedy autore della preghiera che pubblichiamo
Io mi abbandono, o Dio,
nelle tue mani.
Gira e rigira quest'argilla come creta
nelle mani del vasaio.
Dalle una forma e poi spezzala, se vuoi,
come fu spezzata la vita di John, mio fratello.
Domanda, ordina "cosa vuoi che io faccia,
cosa vuoi che io non faccia?".
Innalzato, calunniato, consolato, sofferente,
inutile a tutto, non mi resta che dire,
ad esempio della tua Madre:
" Sia fatto di me secondo la tua parola".
Dammi l'Amore per eccellenza, l'amore
della Croce, ma non delle croci eroiche
che potrebbero nutrire l'amor proprio,
di quelle croci volgari, che purtroppo porto
con ripugnanza...di quelle che s'incontrano
0gni giorno nella contradizione, nell'oblio,
nell'insuccesso, nei falsi giudizi, nella
freddezza, nei rifiuti e nei disprezzi degli altri,
nel malessere e nei difetti del corpo,
nelle tenebre della mente e nel silenzio e aridità
del cuore.
Allora, solamente Tu saprai che Ti amo,

anche se non lo saprò io, ma questo mi basta.
Robert Kennedy

14 settembre: Festa dell'Esaltazione della Croce



Se il mondo è in fiamme
guarda Chi c’è sulla Croce

 " Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace."       (Papa Francesco alla veglia del 7 settembre) 

Con il celebre testo di Edith Stein, che sembra rispondere all’invito del Papa  ricordiamo la giornata che nel Carmelo segna l’inizio di un nuovo anno, con  l’inizio, secondo la Regola dei soli religiosi, del digiuno
 

Ti salutiamo, Croce santa, nostra unica speranzaCosì la Chiesa ci fa dire nel tempo di passione dedicato alla contemplazione delle amare sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita. 
Contempla il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte di Croce. Egli venne nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre.
Se vuoi essere la sposa del Crocifisso devi rinunciare totalmente alla tua volontà e non avere altra aspirazione che quella di adempiere la volontà di Dio.  Di fronte a te il Redentore pende dalla Croce spogliato e nudo, perché ha scelto la povertà. Chi vuole seguirlo deve rinunciare ad ogni possesso terreno.
 Stai davanti al Signore che pende dalla Croce con il cuore squarciato: Egli ha versato il sangue del suo Cuore per guadagnare il tuo cuore.  Per poterlo seguire in santa castità, il tuo cuore dev'essere libero da ogni aspirazione terrena; Gesù Crocifisso dev'essere l'oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero.
Il mondo è in fiamme:   l'incendio potrebbe appiccarsi anche alla nostra casa, ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata. La Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l'abbraccia con fede, amore. speranza viene portato in alto, fino al seno della Trinità.  Il mondo è in fiamme: desideri spegnerle?
 Contempla la Croce: dal Cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell'inferno.  Attraverso la fedele osservanza dei voti rendi il tuo cuore libero   e aperto; allora si potranno riversare in esso i flutti dell'amore divino, sì da farlo traboccare e renderlo fecondo fino ai confini della terra. Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi del dolore, dovunque     ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che attingi dal Cuore divino e che ti rende capace di spargere ovunque il suo preziosissimo sangue per lenire, salvare, redimere.
Gli occhi del Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti. 
Vuoi stringere di nuovo con ogni serietà l'alleanza con Lui? 
Quale sarà la tua risposta? 
"Signore, dove andare? Tu solo hai parole di vita".  Ave Crux, spes unica!

 S. Teresa Benedetta della Croce