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Alcuni dei cadaveri degli immigrati naufragati a Lampedusa |
Un’imbarcazione in fiamme con oltre 500 imbarcati, a largo di Lampedusa. Tre i pescherecci che non avrebbero prestato soccorso all'imbarcazione in fiamme. Perché? Per paura di essere processati per il reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.
E così uno degli specchi d’acqua più belli della Sicilia è diventata una tomba. Indumenti e merendine affiorano ora dopo ora insieme con i cadaveri. Soccorritori in lacrime, cadaveri allineati sul molo. Pescatori che s’improvvisano soccorritori. Tra le vittime soprattutto donne e bambini. Non è una notizia da metabolizzare e via, come tante altre.
Queste immagini dovrebbero far male al cuore: che mondo è quello in cui si lasciano morire tante creature innocenti? Parlare di strage è improprio, poiché non si tratta di una morte provocata con violenza da qualcuno. Ma di tragedia sì. Di ingiustizia sì. Di vergogna, come ha detto il Papa:
Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, che è un sintomo grave della mancanza di rispetto per l'uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell'ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi al largo di Lampedusa. Mi viene la parola vergogna! E' una vergogna! Preghiamo insieme Dio per chi ha perso la vita: uomini, donne, bambini, per i familiari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie! Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle.
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Una soccorritrice non riesce a nascondere le lacrime di fronte a tante vittime |
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Un bambino salvato dalla tragedia di Lampedusa |
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Uno degli immigrati ridotto in fin di vita |
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