Ah nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare
le anime come i profeti, i Dottori! Vorrei percorrere la terra, predicare il
tuo nome e piantare sul suolo infedele la tua Croce Gloriosa!”.
Così scriveva
S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo nel monastero del Carmelo di
Lisieux, rivelando la sua vocazione missionaria. E il mese missionario si apre
proprio il primo ottobre, memoria liturgica della Santa, patrona delle Missioni.
Il 19 ottobre
1997, quando S. Teresa di Lisieux fu nominata dottore della Chiesa, Giovanni
Paolo II definì la sua dottrina meritevole di essere riconosciuta “tra le più feconde”. E davvero la sua
vita, cominciata il 2 gennaio 1873 ad Alençon e terminata nel monastero di
Lisieux il 30 settembre 1897, è una fortissima testimonianza di fede per i
tempi moderni. Teresa di Gesù Bambino fu monaca di clausura nel Carmelo per dieci
anni, dedita alla preghiera contemplativa. Ed è nella preghiera che scoprì
l’abbandono all’amore paterno Dio.
La vita contemplativa fu per Teresa tutt’altro che avulsa dalla realtà: visse il suo carisma facendo proprie le gioie e le angosce degli uomini e, nel momento in cui sperimentò dubbi e prove spirituali, comprese “che ci sono veramente delle anime che non hanno la fede”. Per loro offrì le proprie sofferenze.
La vita contemplativa fu per Teresa tutt’altro che avulsa dalla realtà: visse il suo carisma facendo proprie le gioie e le angosce degli uomini e, nel momento in cui sperimentò dubbi e prove spirituali, comprese “che ci sono veramente delle anime che non hanno la fede”. Per loro offrì le proprie sofferenze.
Ci fu un
momento della sua vita che fra la clausura e il desiderio di essere sacerdote,
martire, profeta, apostolo non sapeva come destreggiarsi. Ma durò poco: lesse
il Vangelo, quel piccolo Vangelo che portava appeso al collo, e s’imbatté nella
prima lettera di San Paolo ai Corinzi dove scoprì che esiste un’unica grande
vocazione la Carità:
“Sì ho trovato il mio posto nella Chiesa,
e questo posto, Dio mio, me l’avete dato voi! Nel cuore della Chiesa mia madre
io sarò l’amore. Così Sarò tutto, così il mio sogno sarà realizzato”.
La piccola Teresa è grande in questa
intuizione:
occorre partire dall’amore che Dio nutre per noi.
E noi,
accogliendolo, possiamo donarlo agli altri. Ma può fare ciò una monaca di
clausura? Come insegna la spiritualità carmelitana: pregando, perché la
preghiera è in grado di avvicinare il cuore dell’uomo al cuore di Cristo.
È anche qui la
“fecondità apostolica” di cui parlò Benedetto XVI in “La
carità, anima della missione” il messaggio per la LXXX Giornata Missionaria
Mondiale. C’è una missione per tutti,
per tutti quelli che come S. Teresa di Lisieux si lasciano amare dall’Amore,
trasformare dall’Amore. L’esempio di S. Teresa di Lisieux dimostra come ciò sia
possibile, anche oggi: i suoi scritti rivelano l’amore con cui accompagnò i
suoi fratelli sacerdoti missionari, come li seguì con la preghiera, e
testimoniano anche i suoi quotidiani, piccoli atti di carità nei confronti
delle consorelle, con cui non sempre i rapporti erano sereni.
“Per tutta la mia vita il buon Dio si è compiaciuto di circondarmi di amore…ma ne aveva messo anche nel mio piccolo cuore, creandolo amante e sensibile”.
Questa consapevolezza è il punto di partenza per ogni missione, per quell’impegno “irrinunciabile e permanente” che dovrebbe contraddistinguere ogni cristiano. Infatti, Papa Benedetto, proprio nel sottolineare che la carità è il cuore dell’annuncio del Vangelo ed è “amare con il cuore di Cristo”, mette in risalto un aspetto su cui è importante riflettere: la missione non è rappresentata soltanto da chi è in prima linea nei posti in cui occorre evangelizzare, ma “molti altri, bambini, giovani e adulti con la preghiera e la loro cooperazione in diversi modi contribuiscono alla diffusione del Regno di Dio sulla terra. L’auspicio è che questa compartecipazione cresca sempre di più grazie all’apporto di tutti”.
Quanti si sono appassionati alla vita di questa santa!Anche papa Francesco è devoto a S. Teresina.
Si racconta che quand'era Arcivescovo di Buenos Aires e si recava a Roma, una delle sue tappe preferite era una sosta nella piccola Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo sul lungotevere Vaticano. Pregava a occhi chiusi e prima di andar via mandava un bacio alla statua della piccola carmelitana di Lisieux. E' significativo che nella veglia per la pace organizzata lo scorso 7 settembre il Papa abbia voluto i testi di Teresina, da meditare durante l'Adorazione Eucaristica.
Stefania De Bonis
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