Facciamo Memoria della nostra beata Giuseppina

 Domani la santa Messa per ricordare il transito della B. Giuseppina di Gesù Crocifisso sarà trasmessa in streaming, dal monastero delle Carmelitane Scalze dei Ponti Rossi sulla pagina FB della Parrocchia S. Maria di Montesanto (clicca qui per collegarti) e sarà presieduta dal P. Provinciale dei Carmelitani Scalzi Luigi Gaetani.


Giuseppina Catanea nacque a Napoli il 18 febbraio 1894. Nel pieno della giovinezza, si donò a Dio abbracciando la vita contemplativa al seguito della sorella nel nascente Monastero carmelitano dei SS. Teresa e Giuseppe, a Napoli.
Una serie di mali l’avevano costretta a letto per cinque anni (1918-1923), ma la potenza di Dio interviene il 2 giugno 1923 quando fu miracolosamente guarita al contatto della reliquia del Braccio di San Francesco Saverio. Il 6 agosto 1933 Suor Maria Giuseppina fece la sua Professione Solenne. Sull’altare c’era la Sacra Spina.
Cominciò così un nuovo periodo di vita per suor Giuseppina, arricchita dallo Spirito Santo di particolari carismi: dono della scrutazione dei cuori, dono del Consiglio, dono della profezia, che per obbedienza ai Superiori mette al servizio del popolo di Dio.
Una vita totalmente offerta.
E persone di ogni classe sociale accorrevano al Carmelo dei Ponti Rossi per ricevere la parola che spronava e dava pace: Giuseppina per obbedienza divenne il tramite del conforto donato da Dio. Sempre in parlatorio, nonostante le sofferenze, nonostante il desiderio di vivere la propria vocazione nel silenzio della sua cella. Tuttavia nulla le vietava di vivere di intima unione con la SS. ma Vergine e con Gesù.
“II mio cuore pare che si dilati, si allarghi; entrano in esso le anime tutte, e tutto voglio salvare. Gesù si fa sentire al mio cuore e gotta in esso il seme del carità. Avverto il calore materno che definisco carità, perché é Dio stesso che me la dà ed è dolcissima”.
Il suo amore particolare per la sofferenza che l’unì intimamente alla Passione di Cristo le faceva scrivere:
“… i patimenti di un Dio fatto uomo mi incoraggiano a soffrire in pace e il mio patire diventa dolcezza, e in tale dolcezza la mia anima si solleva in alto e desidera sempre più patire”.
“Amo la croce perché è il letto di dolore di Cristo”.
“Ma come giovare alle anime da me tanto amate? O dolcissimo Gesù, io volgo lo sguardo a te crocifisso e mi avvedo che non vi è altra via per beneficare che quella del patire…”.
Morì il 14 marzo 1948. Proclamata beata il 1 giugno 2008.

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