Elia, profeta del Dio vivente

Allora sorse Elia Profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola
(Siracide 48,1)

Oggi ricordiamo il nostro padre fondatore, una figura profetica importante per tutti non solo per noi carmelitani. Lo ritroviamo nel Libro dei Re (ma è citato anche nelle Cronache, nei Maccabei, nel Siracide, dal profeta Malachia e nel Nuovo Testamento). Lui non ha scritto nulla. Le descrizioni delle scritture e la iconografia ce lo presentano l'acero con una pelliccia svolazzante la cintura di cuoio timido reticente ma capace di essere aggressivo fino a uccidere quando deve eliminare i profeti di Baal. È comunque la persona che trova la sua vera identità percorrendo un cammino spinto dalla parola di Dio.

 Il suo processo di trasformazione è lento a un tratto sembra fermarsi ma poi riprende con più forza e fiducia non più nelle proprie capacità ma nell'aiuto di Dio e allora si proclama servitore del Dio vivente. E Dio lo conduce, tra le tribolazioni, fino a una pioggia ristoratrice simbolo delle grazie (lette poi in chiave mariana).

Scriveva un nostro padre carmelitano, p. Raffaele Amendolagine:   "è la Grazia della salvezza. Il profeta Elia appare negli ultimi capitoli del primo Libro dei Re, nelle vicende del popolo eletto, che si sta dimenticando del Signore. La sua apparizione è improvvisa. Annuncia un castigo per far ravvedere la gente: ci sarà siccità per tre anni e mezzo.  La piccola nube rappresenta il perdono di Dio invocato da Elia. E' Maria, che, nella storia della salvezza, porta la misericordia di Dio. Amore misericordioso rappresentato dall'acqua che lava, purifica e porta abbondanza, che, con Gesù, diventerà acqua viva, acqua che dà la vita, acqua che trasforma in "sorgente zampillante per la vita eterna".

Il fatto che sia considerato padre spirituale dell'Ordine carmelitano deriva dalla profonda ispirazione a vivere secondo la volontà di Dio.

  La frase che ritroviamo, infatti, sul nostro stemma è tratta dalla Scrittura  “Zelo zelatus sum pro Domino, Deo exercituum”(1 Re 19, 10), vuol dire Ardo di Zelo per il Signore, Dio degli eserciti e il braccio raffigurato con la spada evoca il profeta Elia che - racconta il Libro dei Re - ha ucciso i 450 profeti di Baal a fil di spada.

Oggi la liturgia delle ore è propria. Si usano i testi carmelitani non quelli a cui ci colleghiamo con il cellulare. 

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