L' Atto di offerta di Teresina all'Amore Misericordioso

 Un sabato dedicato a Teresa di Gesù Bambino e al suo Atto di offerta all'Amore Misericordioso, rispondendo all'invito del p. Delegato per l'ocds, Ramiro Casale ocd, di condividere in fraternità, con tutto l'Ordine dei Carmelitani Scalzi, le nuove schede formative su Santa Teresa di Lisieux (Puoi collegarti al blog dell'Ocds d'Italia e  a questa pagina.) Siamo nell'anno in cui celebreremo il centenario della sua canonizzazione, che avvenne in un periodo storicamente difficile, ma che il Santo Padre volle - nel cuore del Giubileo dedicato alle missioni (e sappiamo quanto questo tema fosse caro alla nostra Teresina) - celebrare in una piazza San Pietro riportata per l'occasione agli antichi splendori (compresa l'illuminazione notturna con le fiaccole come era in uso fino al 1869). Sarebbe piaciuto a Teresina riempire i suoi occhi sgranati dall'emozione e dallo stupore, vedere le 4400 fiaccole, illuminare la notte.

Ricorderemo insieme quel 17 maggio 1925. Ma oggi, la nostra attenzione è su qualcosa che illumina la nostra anima: sono le parole di Teresa, nel suo atto di offerta, commentato da don Marcello, che recentemente ha emesso la promessa temporanea all'ocds:

. Atto di offerta all’Amore Misericordioso (Preghiera 6)  prima scheda anno 2025

Catechesi di sabato 25 gennaio 2025:


"Non mi pento di essermi offerta all'amore. Oh , no! Anzi!", scrisse Teresa di Gesù Bambino


E a quell'amore misericordioso Santa Teresa di Gesù Bambino ci mostra come offrire anche piccolissime cose. Lo racconta nel Manoscritto c al paragrafo 328 in cui racconta della consorella che in lavanderia le lanciava schizzi di acqua sporca. Che cosa fece Teresina? Mise a tacere, per amore di Gesù, l'istinto di risponderle e di farle notare il proprio disappunto: Feci tutti i miei sforzi per desiderare di ricevere tanta acqua sporca in modo che da ultimo avevo preso gusto davvero a quel nuovo genere di aspersione e promisi a me stessa di tornare un'altra volta a un posticino così felice dove si ricevevano tanti tesori. (...) sono una piccolissima anima e non posso offrire al buon Dio che piccolissime cose. 

Consapevole della propria fragilità e debolezza, Teresa si affidò a Gesù e imparò che non c'era altro modo  per vivere una vita felice se non quello di dare gioia agli altri attraverso il Servizio. Non cerca più di ricevere amore, ma di amare gli altri nello stile di Gesù Cristo. Crediamo - sono parole di p. Emilio Martinez ocd - che moltissime persone nel mondo di oggi possano identificarsi con l'esperienza di Teresa.

La nostra Provincia e Teresina


Dal racconto scritto dalla priora del Monastero di Gallipoli (Lecce) alla priora di Lisieux il 25 febbraio 1910.

La notte del 16 Gennaio ero molto sofferente e preoccupata da gravi difficoltà. Erano appena suonate le tre, e, spossata, mi sollevai un po' sul letto per respirare meglio e poi mi addormentai. In sogno, mi sembra, mi sentii toccare da una mano che, tirando su la coperta, mi copriva con tenerezza. Ho creduto che una delle mie consorelle fosse venuta a farmi questa carità, e, senza aprire gli occhi, le dissi: «Lasciatemi; perché sono tutta sudata e il movimento che fate mi dà troppa aria». Allora una dolce voce sconosciuta mi rispose: «No, quello che faccio è una cosa buona», e continuando a coprirmi: «Ascoltate, il buon Dio si serve degli abitanti del cielo come di quelli della terra per soccorrere i suoi servitori. Ecco 500 lire con le quali pagherete i debiti della comunità». Le dissi che il debito della comunità era solo di 300 lire. Essa rispose: «Ebbene, il resto sarà in più. Ma siccome non potete tenere questo denaro nella vostra cella, venite con me ». Ma come alzarmi, essendo tutta sudata, pensavo tra me? Allora la celestiale visione, penetrando il mio pensiero, aggiunse sorridendo: «Ci verrà in aiuto la bilocazione». E subito mi trovai fuori della cella in compagnia di una giovane suora carmelitana, il cui abito e velo lasciavano trasparire una luce paradisiaca che ci rischiarò il cammino. Essa mi condusse giù nell'appartamento (della Torriera), mi fece aprire una cassetta in legno, e vi depose 500 lire... mi chinai esclamando: «Oh, Santa Madre!». Ma essa aiutandomi a rialzarmi e carezzandomi con affetto, riprese: «Non sono la nostra Santa Madre, sono la serva di Dio, suor Teresa di Lisieux...» L'angelica suora, dopo avermi posato la mano sul velo come per accomodarmelo, e avermi fatto una fraterna carezza, si allontanò lentamente. « Aspettate, le dissi, potreste sbagliare strada!», ma essa con il suo celestiale sorriso mi rispose: «LA MIA VIA È SICURA E NON MI SONO SBAGLIATA SEGUENDOLA».
Il giorno seguente la madre trovò nella cassetta delle offerte la somma promessa dalla santa. Questo episodio è stato riconosciuto come fondamentale per procedere alla canonizzazione di santa Teresa di Gesù Bambino, avvenuta nel 1925


 Per conoscerla meglio: 


Ste. db

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