Alle 21 il Papa
si è affacciato alla finestra del suo studio sulla piazza illuminata dalle
fiaccole.
Cinquant’anni fa anch’io sono stato
qui in piazza, con lo sguardo verso questa finestra dove si è affacciato il
buon papa, il beato papa Giovanni, e ha parlato a noi con parole
indimenticabili, parole piene di poesia e bontà, parole del cuore. Eravamo
felici e pieni di entusiasmo. Il grande Concilio ecumenico era inaugurato,
eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova
pentecoste, una nuova presenza forte della grazia liberatrice del Vangelo”.
“Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse
più sobria, una gioia umile. In questi 50 anni abbiamo
imparato ed esperito che il peccato originale esiste e che nel campo del
Signore c’è sempre anche la zizzania, che nella rete di Pietro si trovano anche
pesci cattivi, abbiamo visto che la fragilità umana è presente nella Chiesa,
che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario, con tempeste
che la minacciano. E qualche volta abbiamo pensato: Il Signore dorme, ci ha dimenticato”.
Ma come
sempre Papa Benedetto ha parole di speranza: “il Signore non ci dimentica e in questi anni abbiamo fatto pure una nuova
esperienza della presenza del Signore. “Il fuoco dello Spirito Santo, il fuoco
di Cristo - ha sottolineato -, non è il fuoco divoratore e distruttivo, è un
fuoco silenzioso, è una piccola fiamma di bontà e di verità, si trasforma, dà
luce e calore. Abbiamo visto che il Signore non ci dimentica”,
“Se Cristo
vive è con noi anche oggi e possiamo essere felici perché la sua bontà non si
spegne”. Infine, il Papa ha fatto proprie le celebri parole di papa
Giovanni. “Andate a casa, date un bacio
ai bambini e dite: è del Papa”.
Grazie Santo Padre,
è bello sentirsi figli di questa Chiesa che vuole camminare, con Lei, verso Cristo, verso la vera gioia. Grazie per la sua testimonianza di vita.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.