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Dal Libro della Vita, 38 9-12

Una vigilia della Pentecoste, dopo la Messa, me ne andai in un luogo molto appartato, dove spesso mi ritiravo a pregare e mi misi a leggere nel Cartusiano ciò che riguardava questa festa. Leggendo i segni dai quali gli incipienti, i proficienti e i perfetti possono capire se lo Spirito santo è in loro, considerati questi tre stati, mi parve – a quanto potevo giudicare – che, per la bontà di Dio, tale spirito fosse anche in me. Ne ringraziai il Signore e mi ricordai di aver letto lo stesso passo altre volte, quando ero del tutto priva di quei segni: ciò mi appariva così chiaramente come ora vedevo l’opposto in me; pertanto, riconobbi l’importanza della grazia concessami dal Signore e, considerando il luogo che mi ero meritata nell’inferno per i miei peccati, rendevo grandi lodi a Dio per il cambiamento operatosi nella mia anima, tale che mi sembrava di non riconoscermi. Mentre facevo queste considerazioni fui presa da un gran rapimento, senza che ne capissi il motivo; pareva che l’anima volesse uscirsene dal corpo, incapace di contenersi in sé e di attendere oltre un tanto bene. Era un trasporto così impetuoso e, a mio giudizio, così diverso da quello avuto altre volte, che non potevo dominarmi. Non capivo cosa avesse né cosa volesse la mia anima per essere così turbata. Cercai un appoggio, non potendo reggermi neppure seduta perché mi veniva meno ogni forza fisica.
In questo stato, vidi sulla mia testa una colomba molto diversa dalle nostre perché non aveva penne, come queste, e le sue ali erano fatte di piccole conchiglie che emanavano un grande splendore. Era più grande delle solite colombe e mi pareva di udirne il frullo delle ali. Avrà volato per lo spazio di un’Ave Maria, ma l’anima nello stato in cui era, fuori di se stessa, la perse di vista; il mio spirito, in compagnia di un così gradito ospite, si rasserenò, mentre, a mio parere, una grazia così sublime avrebbe dovuto turbarlo e sbigottirlo; ma appena cominciai a godere di quell’apparizione, scomparve ogni timore, venne, col godimento, la pace, e io rimasi in estasi.
 La gioia di questo rapimento fu grandissima. Passai la maggior parte di quella festa così sbalordita e istupidita, da non sapere che cosa facessi né come avessi potuto essere oggetto di un favore e di una grazia così eccelsi. Dalla grande gioia mi pareva di non udire né vedere nulla. Mi accorsi di aver fatto, da quel giorno, un enorme progresso per un più elevato amor di Dio e per l’aumento di forza nelle virtù. Sia egli benedetto e lodato per sempre! Amen.
 Un’altra volta vidi la stessa colomba sulla testa di un padre dell’Ordine di san Domenico, salvo che mi sembrò che i raggi e lo stesso splendore delle ali si estendessero molto di più; intesi con ciò che egli avrebbe condotto molte anime a Dio.

Teresa di Gesù

Sposa dello Spirito Santo


Tu, dolce Spirito, che crei ogni bene,
tu, pace della mia anima, luce e forza,
onnipotenza dell’amore eterno,
mostrati a me in forma visibile.

Là presso il Giordano il Figlio dell’uomo si mostrò,
chinò il suo divino capo in profonda umiltà;
allora venisti tu, sovrabbondanza di ogni purezza,
sotto l’aspetto luminoso di una leggera colomba.

Tu ti creasti una fedele immagine,
purissimo fiore della creazione, divino e mite.
In un volto umano, celeste, chiaro,
diviene manifesta la pienezza della tua luce.

Dai suoi occhi irraggia brace d’amore,
e spira fresco come da acqua chiara.
Il suo sorriso è splendore della santa gioia,
si versa come balsamo nel cuore ferito.

Con mano materna ella conduce il suo bambino dolcemente,
e tuttavia forte nella tua forza,
dove camminano i suoi piedi verdeggia e fiorisce la campagna
e lo splendore del cielo rischiara la natura.

La natura gloria della pienezza di grazia
L’ha eletta al trono dell’eternità
E attraverso di lei scorre sulla terra
Ed ogni dono viene dalle sue mani.

Come sposa è unita a te indissolubilmente
O dolce Spirito, io ti ho ritrovato.
Tu mi riveli la luce della tua divinità
Che risplende chiara nel volto di Maria.

Teresa della Croce - Edith Stein

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