Qualcuno storce il naso a sentir parlare di questo fraticello, come se a parte l'abusata frase che lo contraddistingue (Io rigiro la mia frittata nella mia padella per amore di Dio) non riuscisse a insegnare altro. E invece non a caso il nostro Ordine, quest'anno in cui ricorre il quarto centenario dalla sua nascita.
Nicolass Herman (1614-1691) nato a Hérimenil a pochi chilometri da Luneville, in Lorenaun, era un
soldato ferito nel corso di
un assedio fu improvvisamente toccato da Dio, al punto da scegliere la vita di carmelitano.
Datosi a Dio, nella vita al Carmelo, rimase secolare, semplice frate con i compiti di cuoco e ciabattino. Si fece chiamare Lorenzo. Quell'uomo così umile divenne maestro d'interiorità. Sì, perché toccato dalla grazia di Dio, sperimentata nella preghiera, raggiunse un invidiabile livello di vita contemplativa. Anche oggi proprio lui, il semplice cuoco che imparò la spiritualità carmelitana può insegnarci con la sua semplicità la cosa più importante che serve a un carmelitano: fare esercizio della presenza di Dio. E se vi sembra poco ...?
Come
sperimenta Lorenzo la presenza di Dio? Come la vive e la segue? La presenza di Dio ha senso nella civiltà dominata da Internet,
antenne satellitari e viaggi nel cosmo? “Il tempo dell’azione non è affatto diverso dal tempo dell’orazione”,
insegnava Lorenzo della Resurrezione a confratelli e visitatori tra le
mille incombenze della cucina. Possiamo scoprire il nostro tempo dell'orazione soltanto come ha fatto lui: seguendo i passi di Teresa nella nostra quotidianità. Su questo blog condivideremo alcuni suoi insegnamenti.
LA TESTIMONIANZA
Il santo che ha accompagnato
i miei giorni in quest' anno che si è appena concluso è stato Fra Lorenzo della
Resurrezione, un semplice fratello laico.
Alla sua scuola ho imparato che tutta la vita spirituale consiste
nello stare alla Presenza di Dio e che non è necessario stare sempre in Chiesa
per stare con Dio, ma che possiamo fare del nostro cuore un luogo di preghiera
nel quale di tanto in tanto ci ritiriamo per intrattenerci amorosamente con
Lui.
Ho capito che non dovevo fare niente di diverso da quello
che ordinariamente facevo, ma dovevo soltanto farlo in maniera diversa: con
amore e per amore.
All'inizio non è stato facile, ma a poco a poco mi sono
abituata a questo santo esercizio che nessuno vedeva ed oggi é bello pensare
che Lui mi sorride contento quando tra un'occupazione e l'altra gli
dico: "Ciao Gesù, ti voglio bene",
oppure sentirmelo accanto premuroso quando in un momento di difficoltà
mi ripete:"Non temere, Io sono qua, insieme ce la faremo!".
Anche Suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, altra carmelitana scalza, scriveva:"Per conservare la serenità dello spirito
è indispensabile l'esercizio della presenza di Dio. Con Dio presente opereremo
con Lui e il nostro operare sarà senza dubbio meritorio e santo".
Ho compreso allora che non potevo tenere per me un dono così
importante, ma che dovevo condividerlo con chiunque avesse voluto sperimentare
che:"Non c'è al mondo un genere di vita più dolce e delizioso di un
ininterrotto colloquio con Dio e che solo chi ne fa l'esperienza può
comprenderlo e gustarlo".
Allora coraggio,cominciamo, perché Dio non aspetta altro che
una nostra generosa decisione!
Grazie, Fra Lorenzo, sei stato e sarai sempre per me un
amico prezioso.
Rita Samarelli ocds