Che bello se ci ricordassimo più spesso
di quello che siamo, di che cosa ha fatto di noi il Signore Gesù!”. Lo
ha esclamato il Papa all’inizio della catechesi dell’udienza di oggi:
“Siamo il suo corpo, quel corpo che niente e nessuno può più strappare
da lui e che egli ricopre di tutta la sua passione e del suo amore,
proprio come uno sposo con la sua sposa”. Questo pensiero, per
Francesco, “deve fare sorgere in noi il desiderio di corrispondere al
Signore Gesù e di condividere il suo amore tra di noi, come membra vive
del suo stesso corpo”.
Nel Libro di Ezechiele, ha ricordato il Papa, al capitolo 37
“viene descritta una visione un po’ particolare, impressionante, ma
capace di infondere fiducia e speranza nei nostri cuori. Dio mostra al
profeta una distesa di ossa, distaccate l’una dall’altra e inaridite.
Uno scenario desolante… Dio gli chiede, allora, di invocare su di loro
lo Spirito. A quel punto, le ossa cominciano ad avvicinarsi e ad unirsi,
su di loro crescono prima i nervi e poi la carne e si forma così un
corpo, completo e pieno di vita”. “Ecco, questa è la Chiesa!”. È “un
capolavoro, il capolavoro dello Spirito, il quale infonde in ciascuno la
vita nuova del Risorto e ci pone l’uno accanto all’altro, l’uno a
servizio e a sostegno dell’altro, facendo così di tutti noi un corpo
solo, edificato nella comunione e nell’amore”. Mi raccomando: oggi, a casa, prendete la Bibbia e cercate nel profeta Ezechiele il capitolo 37 e leggetelo. È bellissimo!”.
Qui il libro del profeta Ezechiele di cui leggere il capitolo 37