sei madre del suo mistico corpo.
Il tuo sguardo abbraccia tutti i tempi, / tu conosci ogni membro
e i suoi compiti mentre lo guidi.
Ti ringrazio d’avermi chiamata / ancor prima di sapere che da te / viene la vocazione religiosa.
Che cosa sarà di me? Non lo so.
Ma considero una grazia grande / e non meritata d’avermi eletta
a essere tuo strumento.
Vorrei abbandonarmi, docilmente, / nelle tue mani, / come attrezzo obbediente.
Confido in te. / Sei tu che renderai utile l’ottuso strumento.
s. Teresa
Benedetta della Croce