S. Agostino ci spiega l'Epifania

Un brano di un santo molto amato nel Carmelo, S. Agostino ci introduce nello spirito della festa odierna: 

L`Epifania, il cui nome deriva dalla lingua greca, in latino può essere chiamata manifestazione.
Oggi, si è rivelato il Redentore di tutte le genti e a tutte le genti chiede solennità.
E, per questo, abbiamo celebrato la sua nascita, pochissimi giorni fa, e oggi celebriamo la sua stessa manifestazione.
Il Signore nostro Gesù Cristo, nato da tredici giorni, si dice sia stato adorato oggi dai Magi.Poiché avvenne che la verità del Vangelo parla: ma in quale giorno sia avvenuto dovunque l`importanza di questa solennità così gloriosa, lo dichiara.Sembrò giusto, infatti, e veramente è giusto, che poiché, primi fra i Gentili, i Magi conobbero il Signore Gesù, e, non ancora impressionati dalla sua parola, seguirono la stella apparsa loro che parlò loro visibilmente in luogo del Verbo incarnato, come lingua del Cielo (Mt 11,1-12), affinché i Gentili conoscessero, per grazia, il giorno della salvezza delle sue primizie, e lo dedicassero al Cristo Signore con solenne ossequio ed azione di grazie.Le primizie, certo, dei Giudei per la fede e la rivelazione del Cristo, esistettero in quei pastori, qui nello stesso giorno in cui egli nacque, lo videro col venire da molto vicino.Gli angeli annunziarono a quelli, la stessa a questi.A quelli fu detto: Gloria a Dio dal sommo dei Cieli (Lc 2,14): in questi si compì: I cieli cantano la gloria di Dio (Sal 18,2).
Gli uni e gli altri, senza dubbio, come gli inizi delle due pareti che provenivano da condizione diversa: dalla circoncisione e dal prepuzio accorsero alla pietra principale: per la loro pace, che l`una e l`altra cosa rendeva una sola (Ef 2,11-12). Nei Giudei fu prima la grazia, nei Gentili più abbondante l`umiltà.Veramente quelli lodarono Dio, perché avevano visto il Cristo: ma questi adorarono anche il Cristo che avevano visto.In quelli fu prima la grazia, in questi, più abbondante l`umiltà.
Forse quelli pastori di poca importanza, esultavano più fervidamente per la loro salvezza: ma questi Magi ricoperti di molti peccati chiedevano più umilmente il perdono. Questa è quella umiltà, che la Divina Scrittura esalta più in quelli che provenivano dai Gentili che nei Giudei.Dai Gentili, infatti, proveniva quel centurione che, avendo ricevuto il Signore con tutto il cuore, tuttavia si ritenne indegno, che egli esitasse nella sua casa, né volle che il suo ammalato fosse visto da lui, ma (volle) che si comandasse al salvo (cf. Mt 7,5-10).  Così più intimamente lo considerava presente nel cuore, la cui presenza egli, nobilmente, teneva lontano dalla sua casa. Finalmente il Signore disse: «Non ho trovato in Israele una fede così grande». Anche quella donna Cananea viveva tra i Gentili e, quando si sentì chiamare dal Signore cane, e giudicata indegna che il pane dei figli fosse dato a lei, come un cane si accontentò delle briciole: e perciò non meritò di esserlo, poiché non rifiutò quello che non era stata.Infatti, in persona ascoltò queste parole dal Signore: O donna grande è la tua fede (ibid., 15, 21-28). L`umiltà in lei aveva reso grande la fede; perché essa stessa si era fatta piccola.I pastori dunque vengono da vicino a vedere, e i Magi vengono da lontano ad adorare.Questa è l`umiltà con la quale meritò di essere innestata sull`olivo selvaticamente, e di portare l`olivo contro natura (cf. Rm 11,17)...
Celebriamo, dunque, con molta devozione questo giorno, e adoriamo presente nel Cielo, il Signore Gesù che quelle nostre primizie adorarono giacente nella mangiatoia.In lui, certo, essi veneravano ciò che accadrebbe, che noi veneriamo già adempiuto.Le primizie dei Gentili, lo adorarono raccolto sul seno materno: i Gentili lo adorarono seduto alla destra di Dio Padre.

(S. Agostino, Sermo 203, 1)