Carissimi amici,
all’inizio del cammino quaresimale il Sacerdote ci ha imposto le ceneri ricordandoci che “polvere sei e in polvere tornerai”. Mai come in questi giorni sperimentiamo la verità di queste parole. Il Coronavirus ci ha fatto toccare con mano la nostra fragilità: tutti, poveri o ricchi, politici o atleti, abbiamo un nemico che ci sta attaccando ma non lo vediamo e non sappiamo come difenderci. Le misure adottate ci costringono a vivere nelle nostre case, una “clausura” forzata, dettata dall’impegno di difendere la salute di tutti ed evitare che il nemico continui a colpire.
Oggi, III domenica di Quaresima, abbiamo celebrato la S. Messa senza la partecipazione dei fedeli. Il pensiero va anche ai tanti amici vicini o lontani che non frequentano abitualmente la nostra Chiesa: volti e nomi che custodiamo nel cuore. Non sarete fisicamente presenti ma nessuno potrà strapparvi dal nostro cuore e dalla nostra preghiera. E’ stata una scelta dolorosa rispettare le norme, ma necessaria, che ci invita ad abitare il nostro cuore, a diffondere il virus della tenerezza e della solidarietà con chi vive con noi. Dobbiamo rispettare le distanze, sì, ma possiamo comunicare molto con il sorriso, un gesto di carità e di attenzione a cui forse ci eravamo disabituati. E allora questo tempo diventa un’opportunità per riflettere: a quante cose abbiamo dovuto rinunciare?
Quanti programmi e progetti sfumati! eppure la vita va avanti e la primavera, con le gemme che già spuntano sugli alberi è premessa di una nuova stagione. Il sole che sorge ogni giorno “sui buoni e sui cattivi”, le rondini che tornano a popolare il cielo, i prati che rinverdiscono – e ahimé attendono la pioggia – ci invitano a guardare il cielo e a continuare a sperare. S. Paolo ci rassicura: “la speranza non delude”.
Nel chiuso delle nostre case pensiamo a tanti fratelli privati della libertà a causa del virus delle guerre, delle malattie, della fame, ai profughi e ai poveri della terra, dei quali forse ci siamo dimenticati, troppo assorbiti da un ritmo incalzante che ci impediva di prenderci cura di chi è nel bisogno.
Ieri, sabato, ogni sorella ha offerto il Santo Rosario, una corona dopo l’altra davanti al Tabernacolo, per invocare la protezione della Madre di Dio e Madre nostra: lei è Madre di tutti noi e veglia sul nostro cammino.
Il Vangelo di Giovanni ci farà incontrare Gesù seduto presso un pozzo che chiede ad una donna samaritana “dammi da bere”. Sant’Agostino commenta: Gesù domanda da bere e promette di dissetare. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere e abbonda come chi è in grado di saziare. “Se tu conoscessi il dono di Dio”: dono di Dio è la nostra vita e la vita di ciascuna creatura. E ancora Gesù ci dice “viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”. In questi giorni di isolamento diamo più spazio al rapporto con Dio e allora il nemico è sconfitto perché il dono è immensamente più grande e più vero. L’amore ci farà vincere ogni paura: è questo il nostro augurio e la nostra preghiera per ciascuno di voi.
In comunione di preghiera e di amicizia, col vivo desiderio di rivedervi presto
Suor Anna e sorelle
Carmelo di Crotone, 15 marzo 2020