L’originalità e la semplicità del messaggio di Teresa fece dire a Papa Benedetto nella bellissima catechesi che le ha dedicò che questa “Santa rappresenta uno dei vertici della spiritualità cristiana di tutti i tempi”. Chi vuole praticare l'orazione, infatti, non può fare a meno di conoscere quanto ha scritto Teresa di Gesù. Siamo quindi dei privilegiati se, in questi incontri, attraverso la lettura di alcune pagine scritte da questa grande carmelitana, attraverso le pagine del Vangelo, il Rosario Meditato e le funzioni liturgiche a cui parteciperemo imparando da Teresa a essere silenziosi anche quando il sacerdote non è ancora sull’altare, oranti perché non stiamo aspettando l’inizio di uno spettacolo ma siamo piuttosto di fronte a un tabernacolo dal quale Gesù ci aspetta, è pronto ad ascoltare e ci ama.
Insomma da Teresa d’Avila possiamo imparare a vivere un rapporto personale con il Signore. Teresa è un’innamorata del Signore, già da piccola aveva un unico desiderio: Vedere il volto di Dio e nel Libro della Vita, che è l’autobiografia, la santa manifesta il desiderio di trasmetterci questo desiderio di Dio. “La mia intenzione è d’ingolosire le anime per un bene così elevato” (Vita 18,8).
Non c’è nessuna manifestazione soprannaturale. Tutto si svolge nel colloquio dell’anima con Dio in un clima composto e soprattutto ancorato alla nostra vita di padri, madri, figli, fratelli, amici. Abituiamoci al termine orazione. S. Teresa ci fa capire che è una cosa diversa dalla preghiera vocale abitudinaria, recitata a memoria, anche se una volta compreso che cos’è l’orazione mentale impareremo a recitare anche la preghiera vocale in modo diverso, più personale e più intimo, più “dialogato”. Ed è la stessa Teresa a scoprirne tutti i vantaggi: era ancora una giovane religiosa, uscita dal monastero dell’Incarnazione per curare una misteriosa malattia. Fermatasi nella casa di suo zio Pedro, bibliofilo, ebbe in dono un libro del francescano Francisco de Osuna: un’opera sull’orazione. Qui Teresa trovò ciò che ha sempre intuito cioè che rivolgersi a Dio non è una questione di intelligenza, di memoria ma di cuore. Il suo cuore sussultò nel leggere che "Preghiera è lasciar parlare il proprio cuore a Dio. Il cuore si slancia verso Dio, sulle ali del desiderio, sostenuto dall'amore".
E' l'invito che oggi Teresa rivolge a ciascuno di noi: prendiamo un attimo in questa giornata per parlare liberamente con Dio, di quello che non abbiamo mai osato parlare con Lui.
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