Cristo nasce e il suo natale è il più grande avvenimento della storia di ogni tempo e di ogni generazione. Ma Cristo nasce rifiutato, nasce nella povertà, nasce rifugiato in una mangiatoria, pur se circondato dalla tenerezza della madre Maria e dallo stupore silenzioso e adorante di Giuseppe.
Il mistero natalizio ha bisogno di essere continuamente rivissuto attraverso la contemplazione. Quando Gesù nasce, per la prima volta gli occhi dell'uomo vedono Dio: quel neonato è il Figlio di Dio, in lui l'immagine dell'uomo è tutta, veramente, espressiva del volto di Dio.
E arrivano i pastori a vedere il volto del loro Signore: la visibilità divina nella fragilità umana e nella inerme condizione di un neonato; lo splendore della divinità nello spogliamento più radicale.
Anche per noi, se c'è commozione di fornte alla culla, essa è dovuta al contrasto tra questa nostra certezza e ciàùò che vediamo: il Signore nelle dimensioni della nostra fragilità...fatto uno di noi, fatto il Signore nostro.
p. Anastasio Ballestrero ocd
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