Attratta da Dio l'anima sale sul Monte

La fraternità dei Ponti Rossi prosegue il cammino formativo (vedere sezione formazione) approfondendo la figura di Giovanni della Croce.   A questo proposito ricordiamo la meditazione di p. Anastasio Ballestrero ocd (nella foto), dal titolo "La montagna". Può esserci da guida. Innanzitutto, la definizione che il padre dà di Giovanni della Croce è "dottore dell'amore e del nulla", e non è un caso che "amore" preceda "nulla". Il cammino che l'uomo fa per procedere nella fede, parte dall'amore della creatura, misteriosamente attratta da un amore più forte, quello del suo Creatore per lei. Che cosa si cela dietro l'immagine di un monte? Quante altre volte abbiamo visto che sul monte Dio si rivela? Sul Sinai a Mose, sull'Oreb a Elia, sul Tabor ai tre apostoli. La stessa vetta del monte Carmelo è Cristo Gesù.
Spiega p. Ballestrero:  
"Il santo vuole insegnare che l'attendere a Dio è  la ragione del vivere umano e cristiano e vuol insegnare che questo Salire a Dio ha una sua arduità, comporta una sua fatica e tutta una serie di superamenti faticosi", all'inizio. Nel disegno che verga di sua mano e distribuisce alle carmelitane scalze del monastero di Baes, mostra un monte sulla cui vetta splende il sole simbolo di Dio, due sentieri laterali che però non raggiungono la vetta e un strada centrale, più stretta, ma dritta lastricata dalla ripetizione di un sola sola parola "nulla". La base della montagna è una pianura paludosa, ma Giovanni della croce, guarda al Monte. Nel suo racconto ci sono due protagonisti: Dio, che splende sulla vetta  e la sua creatura. Dio attrae l'anima a sé. Essa attratta dal Signore comincia la sua salita. Quale strada prendere? A destra c'è una strada larga, su cui ci sono i beni materiali, dall'altra parte c'è la strada delle consolazioni spirituali. Entrambe a un certo punto non fanno proseguire, L'uomo che le percorre è appesantito e si vede la strada sbarrata. Resta la strada centrale, quella del nulla, della purificazione. Salendo, liberandosi degli attaccamenti, delle ambizioni, della nostalgia, desiderando Dio solo, l'uomo fa meno fatica a inerpicarsi. Perde il gusto per le cose illusorie. L'unica cosa che conta è la Presenza di Dio, sempre più percepibile. 
I

l cammino è l'incontro dell'anima con Dio.
Svuotata di tutto si rende disponibile alle "immissioni di Grazia e di luce divina". Dominano sull'anima le virtù teologali (purificazione attiva) ma Dio lavora anche nella Notte dell'anima, la fa progredire senza che lei se ne renda conto (purificazione passiva). Dio infonde nell'anima la forza dello Spirito per elevarla nell'itinerario contemplativo. L'uomo deve solo abbandonarsi a Lui. E' solo Dio ad agire. L'unione dell'anima con Dio arricchisce l'uomo delle grazie della preghiera. Dio dilaga nel cuore della sua creatura, come luce, sapienza, carità. Il cuore s'infiamma d'amore (ascolta). E' il segno della vetta raggiunta. Sono le nozze spirituali in cui Dio conferma in grazia l'anima che unisce a sé. Dio l'illumina in tutte le sue notti. Sulla vetta del Monte c'è scritto: Oltre non si va. E in effetti lì c'è tutto. Ma Giovanni della Croce osa una richiesta: "Squarcia la tela a questo dolce incontro" chiedendo che l'eternità divenga l'ultima dimensione della vita.
Orazione dell'anima innamorata: per scaricarla clicca qui

















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