Ricordiamo oggi la Beata Maria Felicia di Gesù Sacramentato

 Troverete nei calendari carmelitani oggi questa indicazione: Memoria facoltativa, nell'America Latina 28 aprile. Rispetto alle canonizzazioni, la beatificazione ha prevalentemente una indicazione locale. Il beato o la beata è ricordato liturgicamente nel luogo in cui è stato maggiormente presente il suo carisma. E' modello per la Chiesa locale e per il Carmelo. La canonizzazione offre invece un modello per la Chiesa tutta.

Oggi il Carmelo, principalmente quello dell'America Latina, ricorda la beata Maria Felicia di Gesù Sacramentato, carmelitana scalza vissuta in Paraguay nella prima metà del ventesimo secolo.

María Felicia Guggiari Echeverría, nacque a Villarrica de l'Espíritu Santo (Paraguay) il 12 gennaio 1925, da Ramón e Arminda Echeverría, primogenita di sette figli. Fu battezzata il 28 febbraio 1928. In famiglia era chiamata "Chiquitunga", soprannome datole dal padre  per la sua fragilità fisica.  Da ragazzina aderì con entusiasmo all’Azione Cattolica, dedicandosi al servizio dei bambini, poveri e ammalati. Così conobbe un giovane, con cui ebbe un’amicizia speciale: Ángel Sauá Llanes, laureando in Medicina e socio di Azione Cattolica come lei. Credette di esserne innamorata, ma nello stesso tempo si sentiva chiamata ad altro. Chiese aiuto a Dio. Dopo un po', Ángel le confidò il suo desiderio di diventare sacerdote.
Il 20 agosto 1954, passando per l'Ospedale Spagnolo di Asunción, tra i ricoverati conobbe madre Teresa Margherita del Sacro Cuore, priora del primo Carmelo paraguayano. Le parlò a lungo ricevendo da lei consigli e incoraggiamenti. Scrisse di lei nel suo Diario: «Ho trovato una madre».  
Dopo l’incontro con la carmelitana  iniziò a definirsi la sua vocazione: da ragazza inquieta che scriveva nel suo diario "Stare tranquilla mi uccide", Marìa Felicia sente una forte attrazione verso il Carmelo. Lesse il  Trattato della vera devozione di San Luigi Maria Grignon de Montfort, il 9 settembre 1954 si consacrò a Gesù per le mani di Maria. Poi parlò della spiritualità carmelitana che l'aveva conquistata sia con i sacerdoti (che si mostrarono scettici, ma in realtà temevano di perdere un elemento di punta per le iniziative dell'Azione Cattolica) sia in famiglia (scatenando l'opposizione paterna). Alla fine
a trent’anni entrò nel convento carmelitano di Asunción (non senza sofferenze spirituali, come una terribile notte dello spirito che confidò soltanto al confessore e alla Priora) e prese il nome di suor Maria Felicia di Gesù Sacramentato (15 agosto 1956). La Priora ricordò sempre la sua grande mansuetudine e gioia comunicativa anche all'interno del monastero.
Si ammalò di epatite infettiva (che poco prima aveva stroncato la vita della sorella) e trasformò la sua sofferenza in offerta. Dall'ospedale in cui fu ricoverata due volte, quando cominciò ad aggravarsi la giovane carmelitana scalza inviò otto lettere alla priora e alla comunità, firmandosi "la desterradita" (la piccola esile), in cui, tra l'altro, manifestò l'intenso desiderio di rientrare in comunità.
Morì il 28 aprile 1959, a 34 anni. Le sue spoglie sono tumulate dal 28 aprile 1993 nella cappella del Carmelo di Asunción, nel cimitero della "Recoleta".

 La sua beatificazione è stata celebrata il 23 giugno 2018, ad Asunción, sotto il pontificato di papa Francesco, dopo che la Chiesa ha riconosciuto la guarigione di un neonato, nato con segni di asfissia. 

    Una preghiera di Maria Felicia

«Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
 le ginocchia a terra, le braccia in croce;
a metà della notte avvolta nel mistero:
solo il luccichio di qualche stella, la luce.

Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
la fronte reclinata sul petto, così!
Intanto le ore scorrono, le più divine,
qual profumo di soave gelsomino.

Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
quasi non si sente palpitare il cuore,
e van tacendo, ad una ad una le preghiere
sulle labbra che, baciandoti, premono la croce».
Maria Felicia di Gesù Sacramentato

La Principessa carmelitana

Nel Monastero della Carmelitane Scalze di Parma, il 27 aprile 1684, muore Teresa Margherita dell’Incarnazione, conosciuta ai più come la "principessa carmelitana" (Caterina Farnese, figlia di Odoardo Duca di Parma e Margherita de’ Medici). Soffre da tempo di «febbri acute e maligne» contratte per aver assistito eroicamente le consorelle colpite da grave epidemia, che ha avuto inizio a gennaio.
Nata a Piacenza il 5 settembre 1637, figlia di Odoardo e Margherita de' Medici, la principessa pur frequentando le corti d'Europa, avverte una forte chiamata alla vita religiosa a cui cerca di sfuggire. 
Rifiuta molti pretendenti, è insofferente alle ingerenze nel suo privato e ciò probabilmente le frutta l'aggettivo di "capricciosa". Inizialmente i suoi contatti con il Carmelo di parma avvengono in gran segreto e quando rivela alla madre il proposito di entrare in un monastero di carmelitane scalze la madre fa di tutto per dissuaderla. Non ci riesce neppure lo zio. Caterina ha un carattere forte. "Intrattabile" si dice in giro.  Il 22 marzo 1662 Caterina entra nel Carmelo e veste subito l'abito religioso. Tre giorni dopo emette la professione nelle mani della Priora e il 15 agosto riceve il velo dal Padre Generale dell'Ordine.
A seguire il suo cammino spirituale è p. Massimo della Purificazione che spesso la bistratta, per abituarla ad essere umile. Anche in questo rapporto la principessa carmelitana rivela un carattere apparentemente poco docile, perché risponde spesso con battute spiritose ai rimproveri del frate. Tuttavia in monastero le monache la trovano servizievole e affettuosa.

 Suor Teresa Margherita dell'Incarnazione amava pregare davanti a un crocifisso (nella foto) regalatole dal vescovo di Parma e tuttora conservato nel monastero di Parma.

Gesù, buon Pastore

La salvezza delle pecore deriva da Lui, dal Pastore che ci conosce, che viene a soccorrerci, ci carica sulle sue spalle, ci difende fino a dare la vita per le sue pecore.

In una domenica dedicata al Buon Pastore, il 15 aprile 1934 Edith Stein, nella cappella del Monastero Regina Pacis delle Carmelitane Scalze di Colonia-Lindenthal in Germania, veste l’abito religioso, sceglie e ottiene di chiamarsi col nome di Teresa Benedetta della Croce. 
«Non mi manca nulla di quello che esiste all’esterno e ho tutto ciò che mi mancava quando ero all’esterno…».
La data odierna il 25 aprile , invece, ci ricorda altre due figure importanti del nostro Carmelo:
  1. Jerónimo della Madre di Dio (Gracián), che nel1573, nel Convento di San Pietro di Pastrana in Spagna, emette la professione nelle mani di Angelo di San Gabriele.
  2. Maria degli Angeli. Nel 1865, infatti, nella Basilica di San Pietro, Papa Pio IX iscrive nell’Albo dei Beati la Serva di Dio Maria degli Angeli (Marianna dei Conti Fontanella), monaca delle Carmelitane Scalze del Monastero di Moncalieri.

Teresa Manetti dal terz'ordine all'Istituto delle Suore Carmelitane

Oggi il Carmelo ricorda la beata Teresa Manetti. Nata il 2 marzo 1846 a San Martino, una frazione di Campi Bisenzio (Firenze), vive un'infanzia difficile per le precarie condizioni economiche della famiglia, seguite alla prematura morte del padre. Era una bella ragazza, ma già a 19 anni scopre la sua vocazione, ispiratale da santa Teresa d'Avila. Nel cuore di Firenze. allora, decise di portare la spiritualità carmelitana. Nel 1872, infatti, insieme a due compagne si trasferì nei pressi dell’argine del fiume Bisenzio e tutte e tre s'iscrissero al Terzo Ordine Teresiano, trasferendosi nel 'Conventino', una casetta che diviene la prima sede dell'Ordine. Nacque, poi, l’Istituto delle Suore Carmelitane di Firenze. Teresa Mainetti è guidata spiritualmente da don Ernesto Jacopozzi. Grazie a lui comprese che la sua vita non poteva essere limitata alla vita religiosa puramente contemplativa e cominciò a impegnarsi nel mondo, iniziando una intensa attività di assistenza alle orfanelle.
Il successo della Congregazione rese necessaria una nuova sede, che fu costruita dopo alcuni anni: un grande Convento e di una Chiesa (1880-1887); altre sedi furono aperte prima in Toscana, poi in  in altre parti del mondo. Nel 1904 l'Ordine Carmelitano di Santa Teresa ottenne l'approvazione da parte di Papa San Pio X e negli anni successivi aprì case in Siria e Palestina. Oggi ci sono case  anche in Libano, in Israele, in Amazzonia e, dopo il crollo del comunismo, a Praga.
 La Madre, colpita nel 1908 da un terribile male, morì, in fama di santità, il 23 aprile 1910. Nel 1930  ebbe inizio il Processo di Beatificazione, che trovò ulteriore spinta nel 1938, in seguito alla guarigione miracolosa di una suora veneta dell'Ordine.
Il 19 ottobre 1986, in occasione della sua Visita Pastorale a Firenze, Giovanni Paolo II proclama Beata Teresa Maria della Croce; il 7 dicembre 1999 il Consiglio Comunale di Campi Bisenzio la proclamò Patrona della Città, accogliendo le richieste di una petizione popolare che aveva raccolto migliaia di firme tra i concittadini.


Ricordiamo Maria dell'Incarnazione

“Dio mi fece vedere che voleva che io fossi religiosa in questo Ordine e suora laica. Anche nostra madre Santa Teresa intervenne"
Leggendo la vita della Beata Maria dell’Incarnazione (di cui ricorre la memoria liturgica) mi sgorga dal cuore un grazie al Signore che in ogni epoca suscita santi che diventano fari ad illuminare il cammino di chi viene dopo. Questa donna eccezionale può davvero insegnare a tutti il cammino verso di Lui e ciò specialmente a noi laici perché proprio da laica ha vissuto la maggior parte della sua vita, infatti pur avendo manifestato il desiderio di consacrarsi al signore ubbidisce ai propri genitori sposando l’uomo scelto da loro. Trovo che sia da ammirare il suo atteggiamento positivo perché pur accettando un progetto di vita che non ha scelto profonde in esso tutto il suo amore e il suo entusiasmo di vita. Dal suo matrimonio nascono 6 figli, e oltre ad occuparsi della loro educazione e dell’andamento familiare Barbara, questo il suo nome da laica, si dedicava ad opere di beneficenza e intratteneva relazioni con insigni personalità della chiesa primo fra tutti san Francesco di Sales che la incoraggiò nei suoi progetti. Circa nel 1601 lesse le opere della Santa Madre e le venne l’ispirazione di introdurre in Francia la riforma carmelitana, nel 1602 accoglieva le prime vocazioni e in Francia fu lei, da laica, a fondare i primi monasteri in cui entrarono fra le prime le sue tre figlie. Nel 1614, dopo la morte del marito avvenuta nel 1613, Barbara Avrilot chiese di entrare come semplice conversa nel monastero di Amiens, dove svolgeva con umiltà tutti i lavori richiesti senza lamentarsi anche quando una nuova priora la fece molto soffrire.
Nel 1616 fu trasferita nel Carmelo di Pontoise dove morì nel 1618 dopo una lunga malattia.Fu beatificata il 5 giugno 1791 per servire d'esempio ai francesi immersi nel disordine religioso della Rivoluzione. Il 1º aprile 1893, in occasione del primo centenario della beatificazione, il cardinale arcivescovo di Parigi la propose come la patrona delle famiglie parigine.
Enza Stefanelli ocds

C'è un testo del nostro Preposito Generale (scaricalo qui) che tratteggia la spiritualità della beata. 

Il Virgilio carmelitano

Battista Spagnoli, noto anche come Il Mantovano o Battista Mantovano (Mantova, 17 aprile 1448 – Mantova, 20 marzo 1516), è stato un poeta e religioso italiano Entrò giovanissimo nell’Ordine Carmelitano, dedicandosi agli studi umanistici e alla teologia. La sua vita si snoda tra Mantova, Ferrara (dove fece il noviziato), Bologna (quasi una sua seconda patria), Roma (dove soggiornò tre anni, dal 1486 al 1489), Nel 1490 fece ritorno a Mantova dove morì il 20 marzo 1516, un anno dopo la nascita di Teresa di Gesù. 
Uomo di profonda spiritualità e si grande sensibilità al punto che per i versi che compose fu soprannominato "il Virgilio cristiano". Nella sua intensa vita intellettuale riuscì, forse ultimo della stagione umanistica, a coniugare sinceramente "Cristo e le lettere".
Si dedicò alla riforma dell' Ordine e guidò a lungo la Congregazione mantovana dei Carmelitani Osservanti, prima di essere eletto, nel 1513, priore generale. 
Il suo genio versatile si espresse soprattutto nella poesia, con composizioni in lingua latina, al tempo molto apprezzate in tutta Europa. 
Le sue spoglie sono venerate nel santuario della Beata Vergine Incoronata, annesso alla Cattedrale di Mantova.