Solennità della SS. Trinità

  Scriveva S. Elisabetta della Trinità carmelitana scalza che l'intimità con Dio è"il segreto della felicità":
 “Come vorrei dire a tutte le anime quali sorgenti di forza, di pace e anche di felicità troverebbero se acconsentissero a vivere in questa intimità. Esse però non sanno aspettare. Se Dio non si comunica loro sensibilmente, abbandonano la sua santa presenza e, quando egli arriva carico di doni, non trova nessuno. L'anima è al di fuori, nelle cose esteriori, non abita più nel proprio intimo!

Ne era così convinta, che non smetteva di ripetere: "Egli è l’Amore, e vuole che noi viviamo in sua compagnia""Vi lascio la mia fede nella presenza di Dio, del Dio Tutto - Amore abitante nelle nostre anime. Ve lo confido: è questa intimità con Lui al di dentro il più bel sole irradiante la mia vita".

Oggi è la Solennità della SS. Trinità a cui lei dedicò una preghiera bellissima con cui possiamo pregare e meditare, nel silenzio del nostro cuore. Scaricala qui. 


Il monastero di Gallipoli

Oggi ricordiamo la Fondazione del Monastero delle monache in Gallipoli (Lecce) costruito tra il 1687 e il 1690 volontà del vescovo Mons. Antonio Perez a Lastra. Le fondatrici furono due monache di Santa Chiara che si chiamarono Maria di Santa Teresa e Maria di San Giuseppe. Il monastero è noto in tutto il mondo perché legato al miracolo che portò alla beatificazione Teresa di Gesù Bambino: il 16 gennaio 1910 la piccola comparve alla priora, Carmela del Sacro Cuore, consegnandole una somma di denaro per venire incontro alla necessità del Monastero.  In quell’occasione Teresa di Gesù Bambino affermò «la mia via è sicura!», confermando così una promessa fatta alla sorella carmelitana prima di morire. La Priora del monastero di Gallipoli, ignara, scrisse al monastero di Lisieux facendosi messaggera di quella promessa mantenuta. Leggi qui la lettera
Il monastero ha una chiesa molto particolare: l'interno presenta un grandioso retablo dell'altare
maggiore, scolpito in pietra leccese, con il monumentale altare marmoreo policromo (prima metà del XVIII secolo). 
Tra le opere di maggior rilievo si segnalano il settecentesco organo montato sulla cantoria nel presbiterio, attribuibile al mastro organaro Carlo Sanarica, originario di Grottaglie e morto a Gallipoli nel 1770, e la tela raffigurante i santi Agostino e Ignazio di Loyola attribuibile alla scuola leccese del pittore Antonio Verrio. Uno dei pochissimi esempi di barocco leccese presente nel centro storico di Gallipoli.
Qui a sinistra, invece, un particolare della porta di clausura, con accanto il quadro di p.Enzo Caiffa ocd, raffigurante l'ingresso di santa Teresina al Carmelo di Lisieux.


La carmelitana che tanto amò il piccolo Gesù

Muore a soli 20 anni, il 26 maggio 1648, nel Carmelo di Beaune (Côte-d’Or) in Francia, suor Margherita del SS. Sacramento (al secolo Margherita Parigot), oggi venerabile. 

All'età di 12 anni Margherita perse entrambi i genitori, così lo zio sacerdote, che aveva donato l'antico chiostro alle carmelitane, consegnò la nipote alla custodia delle monache. La sua vocazione nacque nel chiostro. Quando entrò al Carmelo, con il permesso dei Superiori ricevette la sua Prima Comunione dalle mani di suo zio. Secondo l'usanza dell'Ordine, le fu imposto un nuovo nome, o meglio fu aggiunto al suo "del SS. Sacramento".

Nei primi anni della sua vita religiosa, fu fortemente bersagliata da tentazioni e notti dello spirito, ma tutto però serviva a purificare il suo amore, facendo sì che ella si rifugiasse unicamente ai piedi del Piccolo Gesù. Ogni mattina ed ogni sera, Margherita trascorreva lungo tempo in orazione davanti al Piccolo Gesù. È stata un’iniziatrice mostrando che la strada della santità è accessibile a tutti purché si imiti la piccolezza e l’infanzia di Gesù.

Si deve a lei, infatti, la diffusione della devozione al mistero dell’infanzia di Gesù Bambino, facendola uscire dai chiostri e mettendola così alla portata della semplicità popolare. Quando cadde gravemente ammalata e sentì avvicinarsi la sua ultima ora, chiese insistentemente le si volesse accordare la gioia di vedere trasportato il suo caro Re della Grazia in prossimità dell'infer­meria, per poterlo fissare e compiere il suo estremo sacrificio sotto il suo sguardo.
Il decreto sulle virtù eroiche è stato promulgato il 10 dicembre 1905.

Lettera del Padre Generale all'ocds

 


Nella Solennità di Maria Madre della Chiesa il Preposito Generale P. Saverio Cannistrà ha indirizzato all'ocds una lettera a conclusione del suo  sessennio di guida dell'OCD.
P. Saverio ha messo in risalto alcuni aspetti del cammino secolare, le sfide, la crescita e la sua vitalità, non senza denunciare i pericoli in cui spesso si può incorrere, dando una cattiva testimonianza della propria appartenenza al Carmelo e alla Chiesa tutta. Incoraggiamo a leggerla con attenzione e a farne motivo di riflessione personale e comunitaria. P
er scaricarla clicca qui 

Meditazione sul vangelo della Domenica

 Solennità di Pentecoste (anno B)

Gv 15,26-27; 16,12-15 “lo Spirito vi guiderà

 


26
Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. […] 12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.


Gesù lo aveva detto ai discepoli nell’ultima cena: che avrebbe inviato lo Spirito che li avrebbe aiutati a comprenderlo pienamente, come pure tutto ciò che aveva fatto e insegnato. Come abbiamo visto domenica scorsa, lo aveva ripetuto anche prima di sottrarsi alla loro vista e salire al cielo definitivamente. Di fronte alla loro curiosità di sapere ciò che sarebbe avvenuto ora che di nuovo era vivo con loro, Gesù aveva risposto che non dovevano porsi domande su cose che ancora non potevano capire e, in particolare, lo aveva affermato con queste parole: “Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,8).

“Ecco”, aveva detto loro anche alla fine del Vangelo di Luca, “io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24,49). Obbedienti, i discepoli si erano fermati a Gerusalemme e, come si legge nel secondo capitolo degli Atti, “mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste [i cinquanta giorni dopo Pasqua], si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”, quando, “venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano” (At 2,1-3).

Secondo questo racconto, che si proclama come prima lettura di questa domenica di Pentecoste, tutti i presenti, insieme con Maria, la madre di Gesù (At 1,14), videro apparire delle lingue di fuoco che si dividevano e si posavano sopra ciascuno di loro. Il fuoco che, nell’Antico Testamento, simboleggia la presenza di Dio che – ad esempio, sul Monte Sinai, si era manifestato in mezzo al fuoco (Es 19,18) –, rappresenta qui lo Spirito Santo.

Ricolmi tutti di questa forza divina cominciarono a parlare in altre lingue, secondo quanto lo Spirito concedeva loro. C’era gente di tutto il mondo: Giudei, Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Cappadocia, del Ponto, dell’Asia, della Frigia, della Panfilia, dell’Egitto, della Libia, cittadini Romani, Cretesi, Arabi e di altre parti. E, nonostante che gli Apostoli fossero galilei e poco istruiti, “ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”.

Non dobbiamo pensare che lo Spirito abbia mutato questi poveri pescatori di Galilea in poliglotti, ma che, pieni della sua forza, essi iniziarono a parlare la stessa lingua di Gesù che è per tutti e che tutti, se lo desiderano, possono comprendere. È la lingua della salvezza che lo Spirito rivolge a tutti gli uomini, una parola comprensibile, una predicazione umana, ma ispirata dal di dentro dal Cielo. Dopotutto, è ciò che aveva detto Gesù, come leggiamo anche nel Vangelo di oggi: “Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me […] non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito […] prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Lo Spirito non dirà nulla di nuovo, perché tutto quello che il Padre voleva dirci lo ha detto per mezzo del Figlio, come sottolinea molto energicamente Giovanni della Croce nel capitolo 22 del secondo libro della Salita del Monte Carmelo. Sarebbe una mancanza di rispetto verso il Padre, insegna il Santo, aspettare che Egli ci dica ancora altre cose. “Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo”, aveva spiegato lo stesso Gesù, “ho detto che [lo Spirito] prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. “Perciò”, scrive, da parte sua, San Giovanni della Croce, “chi oggi volesse interrogare il Signore, o chiedergli qualche visione o rivelazione, non solo commetterebbe una sciocchezza, ma arrecherebbe un’offesa a Dio, non fissando i suoi occhi interamente in Cristo, per andare in cerca di qualche altra cosa o novità” (2S 22, 5).

Quindi, l’unica cosa che si deve fare per essere veri discepoli di Cristo, cioè cristiani, non è aspettare sempre nuove rivelazioni dal di fuori, ma ascoltare lo Spirito che Gesù ci ha inviato perché ci porti a conoscere ogni giorno di più l’amore con il quale Egli ci ha amato. In altre parole, è bene chiedere preghiere agli altri, ma ciò che è veramente importante per crescere nella fede, è continuare a pregare, cioè a cercare la propria missione personale in ascolto dello Spirito.

                                                                                                                     p. Bruno Moriconi ocd

Facciamo memoria della Madre di tutti noi

Immagine tratta da "Pregare" Rivista del Carmelo
Teresiano d'Italia anno 13 n.4/5 del 2005
Dal 2018 la memoria di Maria Madre della Chiesa ha fatto il suo ingresso d nella preghiera liturgica della Chiesa, il lunedì dopo la Pentecoste, per «aiutare a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti». I cristiani già da tempo guardavano Maria come Madre di tutto il popolo di Dio.

San Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II, dichiarò la Vergine «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei pastori, che la chiamano Madre amantissima» e suggerì che «l’intero popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo soavissimo nome». Per questo motivo in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione del 1975, propose una Messa votiva in onore della Madre della Chiesa, che fu poi  inserita nel Messale romano. 



Cinque anni dopo San Giovanni Paolo II inserì nelle Litanie lauretane il titolo di Maria, Madre della Chiesa. Adesso la celebrazione di Maria Madre della Chiesa è per volontà di Papa Francesco universale per tutta la Chiesa di rito romano e obbligatoria nel Lunedì dopo Pentecoste per ricordare che nel Cenacolo Maria ha iniziato la propria missione materna pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo. Anche se in realtà è proprio Gesù, dalla Croce, ad affidarle questa missione (Gv 19, 25).  
Ricordiamo, infine, il Santuario di Jaddico, intitolato proprio a Maria Madre della Chiesa,  affidato alla cura spirituale dei padri Carmelitani Scalzi della Provincia Napoletana.






inizia la novena per la b. Elia di San Clemente

 


E' cominciata oggi la novena per la memoria della b. Elia di San Clemente. Collegatevi al blog "Il mare un giardino e Dio" a cura di Stefania De Bonis. Clicca qui

E al sito dei Carmelitani scalzi della Provincia Napoletana. Clicca qui

I video dell'incontro di meditazione sullo Spirito Santo

Se non sei riuscito a partecipare a questo incontro o se vuoi tornare ad approfondirne alcune riflessioni ecco come rivederlo:

Prima parte dell'incontro  e  Seconda parte del ritiro sullo Spirito Santo.

Veglia di preghiera on line

 

 “Ricevete lo Spirito Santo” – disse il Signore agli Apostoli la sera della risurrezione, accompagnando quelle parole con un gesto espressivo: “soffiò” su di loro (cfr Gv 20,22). Manifestò così che trasmetteva ad essi il suo Spirito, lo Spirito del Padre e del Figlio. Ora, nel brano degli Atti degli Apostoli la Scrittura ci dice ancora una volta come dev’essere la comunità, come dobbiamo essere noi per ricevere il dono dello Spirito Santo. Nel racconto, che descrive l’evento di Pentecoste, l’Autore sacro ricorda che i discepoli “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. Questo “luogo” è il Cenacolo, la “stanza al piano superiore” dove Gesù aveva fatto con i suoi Apostoli l’Ultima Cena, dove era apparso loro risorto; quella stanza che era diventata per così dire la “sede” della Chiesa nascente (cfr At 1,13). Gli Atti degli Apostoli tuttavia, più che insistere sul luogo fisico, intendono rimarcare l’atteggiamento interiore dei discepoli: “Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera” (At 1,14). Dunque, la concordia dei discepoli è la condizione perché venga lo Spirito Santo; e presupposto della concordia è la preghiera. Questo vale anche per la Chiesa di oggi, vale per noi" (Papa Benedetto XVI, Solennità di Pentecoste)

Domani veglia di preghiera on line in preparazione alla solennità di Pentecoste (domenica 23) organizzata dalla Provincia Napoletana. 

scarica la locandina con il link

S. Simone Stock

Oggi ricordiamo, anche se la liturgicamente ha precedenza la Solennità dell'Ascensione,  uno dei primi padri generali dell'Ordine Carmelitano: San Simone Stock. nacque in Inghilterra, nella seconda metà del secolo XII. Ancora giovane si unì ai monaci del monte Carmelo. Nel 1245, il primo capitolo dell'Ordine celebrato in occidente, gli affidò l'officio di Priore Generale, che egli esercitò fino alla morte, avvenuta a Bordeaux nel 1265. Gli si attribuiscono molti miracoli operati in vita e dopo morte. 
Il suo nome divenne popolare per  “Flos Carmeli” (un inno carmelitano alla Madonna), a lui attribuito,
e per la l’apparizione avuta della Madonna che gli rivelò l’importanza di indossare lo Scapolare con queste parole: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo».
Ecco come riportò l'episodio: “Mentre io effondevo l’anima mia nel cospetto del Signore, sebbene altro non sia che polvere e cenere, e con tutta fiducia pregavo Maria Vergine mia Signora affinché, come voleva che noi fossimo chiamati suoi fratelli, così si mostrasse Madre, togliendoci dalle tentazioni, e con qualche segno di grazia ci rialzasse in faccia a coloro che ci perseguitano, dicendole con sospiri: O fiore del Carmelo…, mi apparve essa con gran corteggio, e tenendo l’Abito dell’Ordine, disse: Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; questo sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio che io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. E’ questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna.
Disparve dicendomi ch’io avessi spedito a Nostro Signore Innocenzo, Vicario del suo benedetto Figliuolo, perché ponesse rimedio alle vessazioni. Fratelli, mentre nei vostri cuori conserverete queste parole, fate di tutto per rendere certa la vostra vocazione per mezzo delle buone opere, e di non mancarvi giammai. Vegliate fra i rendimenti di grazie per tanta misericordia, pregando incessantemente onde le parole a me dette si adempiano, a lode della Santissima Trinità, del Padre, di Gesù Cristo e dello Spirito Santo, e della Vergine sempre benedetta, Maria"
.

A Fatima le apparizioni si conclusero con la visione della  Madonna vestita con l’abito carmelitano.
Suor Lucia di Fatima, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna “il Rosario e lo Scapolare sono inseparabili”.
Alla fine del 1940, conversando con tre Carmelitani, Padre Donald O’Callagham, Padre Albert Ward e Padre Luis Gonzaga de Oliveira, Suor Lucia ricordò che la Beata Vergine Maria desiderava che la devozione al Santo Scapolare fosse divulgata.
 

Ascensione di Gesù. Che vuol dire per noi?

 La conclusione del Vangelo di Marco parla dell’Ascensione di Gesù al cielo. Il dato storico è però connotato precisamente come tempo, luogo e modalità. Il luogo è la Galilea; non è Gerusalemme   il luogo dove si manifesterà la Chiesa. Gesù appare ai suoi discepoli proprio da quei luoghi da dove era partito, là, da dove li aveva chiamati. È l’intervento di Dio nella storia; non solo in quella ufficiale che si svolge nei ricchi palazzi del potere. È la storia nel quotidiano; Dio agisce nella nostra vita personale per trasformarla. Il luogo ci dice allora che Dio è presente e l’Ascensione di Gesù è segno di una presenza, non di una assenza.

Mostrami la tua misericordia e il tuo amore

 O Signore, mi rivolgo a te dalla mia silenziosa oscurità.
Mostrami la tua misericordia e il tuo amore.
Fammi vedere il tuo volto, udire la tua voce, toccare il lembo del tuo mantello.
Voglio amarti, parlarti e stare semplicemente alla tua presenza.
Ripeti anche a me quanto hai detto ai tuoi discepoli spaventati: «Non temete, sono Io!».
Signore, aiutami a capire che solo tu puoi insegnarmi a pregare, solo tu puoi dare riposo al mio cuore, solo tu puoi farmi stare alla tua presenza.
Nessun libro, nessuna idea, nessun concetto e nessuna teoria mi avvicineranno a te, a meno che tu stesso non faccia sì che questi strumenti divengano una via verso di te.
Spezza i muri che io ho costruito.
Aiutami nei miei tentativi di fare di te il centro della mia vita interiore.
Dammi la grazia della preghiera.
O Signore, fammi stare alla tua presenza e gustare l'amore eterno e infinito col quale tu m'inviti ad abbandonare le mie ansie, paure e preoccupazioni.
 Insegnami a tenere semplicemente lo sguardo fisso su di te.
Rendimi paziente e capace di crescere lentamente, in quel silenzio dove posso essere con te.
Abbi pietà di me peccatore.
(S. John Henry Newman)

Conosciamoli meglio: S. Maria Maravillas ocd

 Parliamo di questa oggi in quanto il 7 maggio di cento anni fa pronunciò i voti nel monastero delle Carmelitane Scalze El Escorial di Madrid, città in cui era nata il 4 novembre del 1891.  Il 19 maggio 1924 Maria di Gesù lasciò l’Escorial, per fondare a Getafe un nuovo monastero e divenirne priora.  Morì santamente dopo breve malattia l’11 dicembre 1974 nel monastero della Aldehuela (Madrid). La cerimonia della beatificazione si tenne il 10 maggio 1998. La solenne cerimonia della canonizzazione il 4 maggio 2003.

Noi carmelitani ricordiamo S. Maria Maravillas, l'11 dicembre, giorno in cui morì nel 1974. A proposito del progetto di Dio su ciascun anima ebbe modo di dire: «Dio, bisogna lasciarlo fare; bisogna lasciare che Lui ci faccia santi!». E ancora «Se tu Lo lasci fare, come lo farà bene!».

Per conoscerla clicca qui


I frammenti del cuore della b. Elia


 Da oggi il nostro blog "gemello" dedicato alla b. Elia di San Clemente pubblicherà un pensiero al giorno della beata che ci accompagnerà fino al giorno della sua memoria liturgica. Nella colonna accanto, a destra, cliccando sul titolo del blog, vi collegherete.

Il mese mariano si apre con una maratona del Rosario

 Come Dio è venuto nel mondo per mezzo di Maria, Lui continua a parlare al mondo per mezzo della Vergine”. 


La preghiera del rosario, è un' arma potente per intenerire il cuore di Dio. 
Il mese di maggio sarà dedicato a una "maratona" di preghiera per invocare la fine della pandemia. L'iniziativa, voluta da Papa Francesco, coinvolgerà trenta santuari nel mondo. E stasera alle ore 18,00 sarà lui ad aprire la staffetta di santuario in santuario che potremo seguire su tv 2000.