CULTURA,
VOLONTARIATO E LAVORO NELLA VITA DEL LAICO CRISTIANO
Sabato 19 maggio nel corso dell’Udienza al Movimento
Ecclesiale di Impegno Culturale, alla Federazione Organismi Cristiani di Servizio
Internazionale Volontario e al Movimento Cristiano Lavoratori, il Papa ha delineato l’impegno nella cultura e nella
società del fedele laico. Pubblichiamo qui di seguito un ampio stralcio del suo
discorso, che può aiutarci nel lavoro di verifica del ruolo del laico
carmelitano nella società di oggi.
“Cultura,
volontariato e lavoro costituiscono un trinomio indissolubile dell’impegno
quotidiano del laicato cattolico, che intende rendere incisiva l’appartenenza a
Cristo e alla Chiesa, tanto nell’ambito privato quanto nella sfera pubblica
della società. Il fedele laico si mette propriamente in gioco quando tocca uno
o più di questi ambiti e, nel servizio culturale, nell’azione solidale con chi
è nel bisogno e nel lavoro, si sforza di promuovere la dignità umana. Questi tre
ambiti sono legati da un comune denominatore: il dono di sé.
L’impegno culturale, soprattutto quello
scolastico ed universitario, teso alla formazione delle future generazioni, non
si limita, infatti, alla trasmissione di nozioni tecniche e teoriche, ma
implica il dono di sé con la parola e con l’esempio. Il volontariato, risorsa
insostituibile della società, comporta non tanto il dare delle cose, ma il dare
se stessi in aiuto concreto verso i più bisognosi.
Il lavoro infine non è solo strumento di profitto
individuale, ma momento in cui esprimere le proprie capacità spendendosi, con
spirito di servizio, nell’attività professionale, sia essa di tipo operaio,
agricolo, scientifico o di altro genere.
Ma per voi tutto questo ha una connotazione
particolare, quella cristiana: la vostra azione deve essere animata dalla
carità; ciò significa imparare a vedere con gli occhi di Cristo e dare
all’altro ben più delle cose necessarie esternamente, donargli lo sguardo, il
gesto d’amore di cui ha bisogno. Questo nasce dall’amore che proviene da Dio,
il quale ci ha amati per primo, nasce dall’intimo incontro con Lui (cfr Deus
Caritas est, 18). San Paolo, nel discorso di congedo dagli anziani di Efeso,
ricorda una verità espressa da Gesù: «Si è più beati nel dare che nel ricevere»
(At 20,35).
Cari amici,
è la logica del dono, una logica spesso bistrattata, che voi valorizzate e
testimoniate: donare il proprio tempo, le proprie abilità e competenze, la
propria istruzione, la propria professionalità; in una parola, donare
attenzione all’altro, senza aspettare contraccambio in questo mondo; e vi
ringrazio per questa grande testimonianza. Così facendo non solo si fa il bene
dell’altro, ma si scopre la felicità profonda, secondo la logica di Cristo, che
ha donato tutto se stesso.
La famiglia è il primo luogo in cui si fa
esperienza dell’amore gratuito; e quando ciò non accade, la famiglia si
snatura, entra in crisi. Quanto viene vissuto in famiglia, il donarsi senza
riserve per il bene dell’altro è un momento educativo fondamentale per imparare
a vivere da cristiani anche il rapporto con la cultura, il volontariato e il
lavoro” (PP. Benedetto XVI).
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